Si è concluso il travagliato iter amministrativo che ha visto l’approvazione da parte del Consiglio Comunale del piano di rientro per eccessivo debito, piano imposto dalla sezione regionale della
Corte dei Conti. Dal punto di vista politico le fibrillazioni della maggioranza sono state notevoli: l’espulsione dal P.D. di due Consiglieri Comunali e l’inaspettato soccorso alla maggioranza da
parte di Forza Italia e Cinque Stelle. La città, forse debilitata da una calura fuori dal normale, non ha ancora metabolizzato a pieno l’impatto che questo piano avrà sulla vita economica, civile
e sociale della popolazione, soprattutto la meno abbiente. In generale il piano è asfittico, non segue nessuna logica nè ragioneristica, nè politica, né tanto meno equa, come si dovrebbe
richiedere a dei bravi amministratori. La terapia è quella del dolore, la stessa che pietosamente si dà ai malati terminali, comunque condannati alla fine. Avevamo chiesto all’assessore al
bilancio un dignitoso passo indietro, ma evidentemente egli non si riteneva responsabile del dissesto. Riteniamo che chi non ha saputo controllare le entrate e frenare la spesa mentre si producevano non abbia l’autorevolezza politica per proporre e guidare la fase di risanamento.
All’Assessore Rinaldi va la nostra stima personale e la certezza della sua onestà, ma se non ha saputo dire di no nei momenti opportuni sarà difficile che lo faccia ora. Non ha saputo dire di
no alle manie di grandezza dell’a.s.e. s.p.a., accettando una transazione con un aggravio per le casse comunali di oltre 5.500.000 euro, transazione peraltro giudicata illegittima dalla corte dei
conti. Non ha saputo dire di no, mettendo una parola fine, alla voragine della gestione del consorzio mercato ittico, addirittura assumendo la gestione diretta del comune, per poi scaricarla sull’a.s.e.; non ha saputo dire di no ai contributi per eventi inutili ed inproduttivi, in primis il Manfredonia Calcio ed il contributo al g.a.l., società privata la cui quota comunale è ininfluente. Ha venduto parte del patrimonio comunale a credito, addirittura modificando il regolamento comuale, ripristinando “ a crdenz “. Non ha saputo dire di no alle manie dell’Agenzia del Turismo e si è liberato frettolosamente dell’Oasi Lago Salso, patrimonio millenario della città. Non ha saputo tenere sotto controllo il parco auto per cui si sono pagati per anni bolli ed assicurazioni senza controllo, si pagavano approvvigionamenti idrici che non si sa dove andassero. Ed ora vuole gestire e controllare il risanamento? Nel campo delle entrate questo comune da sempre impone il massimo delle aliquote i.m.u., t.a.s.i., imposta municipale sugli immobili e tassa sui servizi indivisibili. È davanti a tutti il coma edilizio della città. Sui servizi, tra tari e tasi, la popolazione paga 12 milioni di euro: dovrebbe avere servizi da paese Scandinavo, la realtà è ben diversa. La spropositata tassazione ha prodotto delle forti insolvenze ed evasioni che difficilmente il comune recupererà, aggravando la sua situazione di cassa. La mancata visione sia politica che ragioneristica ha prodotto un piano fortemente iniquo, sia nelle entrate che nelle uscite. I tagli proposti colpiranno soprattutto la massa e i più deboli, tagli impietosi su quei pochi servizi rimasti: istruzione, cultura, piccolo aiuto ecc. Non tutte le spese sono uguali, ci sono spese che per ogni euro ne fruttano cinque. La refezione scolastica, che già ha una tariffa da ristorante, ci sarà ancora? Eppure produce posti lavoro per la mensa e per le scuole con il tempo pieno. La previsione è meno di 60 posti di lavoro. L’assessore sa dove mettere le mani, ha la forza politica per farlo? Non ne siamo convinti! Nel campo delle entrate per la parte che compete al comune l’iniquità più grande è l’imu: questo comune ha imposto e riscosso per anni l’i.m.u ad aliquota massima ed a valori spropositati su terreni agricoli, quindi esenti, che inseriti in un fantomatico piano regolatore diventeranno edificabili forse tra 20 anni.
Quindi, il valore dell’i.m.u. già pagato ammonta al valore dell’immobile che si andrà a realizzare; questo è soprattutto vero per le cooperative che costruiscono prime case, che dovrebbero essere
esenti, costrette a pagare l’i.m.u. sul terreno, per di più ad aliquota massima. Questo perchè da anni l’inefficenza comunale non riesce a convenzionare questi terreni, producendo un danno economico alla città e producendo un danno economico alle cooperative, che potrebbe sfociarein una legittima richiesta di danni al comune, perché oggi le cooperative sono sconquassate da
una tassa iniqua ed irrazionale. Questi sono tutti buoni motivi per rivedere questi provvedimenti, perché una città che muore non paga tasse. Ci aspettavamo provvedimenti innovativi e non
vecchie formule che hanno provocato danni e conflitti sociali, forse è questo l’obiettivo di un’amministrazione di sinistra? Vogliamo atti concreti. Aboliamo i.m.u. sui terreni agricoli delle
cooperative, aboliamo il contributo al gal. La minore spesa compensa la minore entrata. Di certo ci sara qualche Consigliere che vorrà portare in Consiglio queste proposte, che sono di sola
competenza dello stesso, dimostrandosi più lungimirante dell’assessore.
Sembra che questo Sig. Rinaldi non ha saputo fare niente. Ma allora che ci sta a fare…..
Peccato che questi politici non sono mai responsabili di quello che fanno.