Lunedì 4 Novembre 2024

Fervono i preparativi per il Palio delle Contrade delle Torri di Manfredonia

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20,21,22 e 30 luglio 2017, Manfredonia diventa Medievale con il Palio delle Contrade delle Torri.

IL  PALIO DELLE CONTRADE DELLE TORRI  

“RE MANFREDI”

“Lo mese d’Abrile lo iurno de Santo Giorgio Re Manfredo fuie mpersona à desegnare lo pedamiento de le mura, et a squadrare le strate de Manfredonia, et de lo ditto mese Anno Domini 1256 fue posto la prima preta nchella città, e se accomenzaje a frauecare de la banna de levante, et ce lavorare chiù de setteciente huommene”. 

Inizia così la nobile ed articolata storia di Manfredonia, importante città di Puglia da sempre crocevia delle vicende e della cultura del Mezzogiorno d’Italia. Un passato che si fa presente e diventa futuro con il “Palio di Manfredonia”, ‘strumento’ in grado di riannodare i fili di una preziosa trama ideato da Franco ed Antonio Barbone e promosso dall’Amministrazione comunale e dall’Agenzia del Turismo. La nostra città si fa scenario per rievocare, il suo regale passato medioevale, dando vita ad un corteo storico, che la attraversa ricordando a tutti i cittadini i natali storici di Manfredonia. Da qui nasce l’idea di ampliare il corteo storico unendovi il Palio delle Contrade delle Torri “Re Manfredi” e altre attività correlate, marcando l’identità storica e culturale del territorio e della sua comunità.

La città è stata divisa in 4 contrade, richiamandosi alle Torri Medievali della nostra Cinta Muraria del Centro Storico ancora oggi esistenti, da cui le contrade riprendono il nome: Contrada della Torre dell’Astrologo, Contrada della Torre di Santa Maria, Contrada delle Torri San Francesco/De Angelis, Contrada della Torre del Fico. Può appartenervi chi abita nella zona della contrada, o chi è discendente di quelli che vi abitano, ma anche i simpatizzanti, che non abitano lì e non ci sono nati.

Ogni contrada ha scelto i propri colori, stemma, stendardi e bandiere, che abbelliranno le strade durante le principali manifestazioni: il Palio, i cortei storici, i mercati medievali, le rievocazioni dei momenti salienti. Le Contrade per conquistare il Palio si cimenteranno nelle gare, scelte dal Consiglio del Palio, durante l’estate e precisamente 20 – 21 – 22 e 30 Luglio 2017, mentre d’inverno saranno i protagonisti dei mercatini di Natale, anche questi in stile medievale, che si svolgono nel fossato del Castello.

TROFEO del PALIO di RE MANFREDI

Cenni storici: elmo a staro con cimiero

L’elmo a staro, popolarmente conosciuto come elmo pentolare (in ambito anglosassone invece conosciuto come grand’elmo) è una tipologia di elmo chiuso in ferro sviluppato nella prima metà del XIII secolo. In dotazione ai combattenti pesanti a cavallo, appartenenti allo status di cavalieri (i milites), constava di vari pezzi di metallo molto spesso e robusto tra loro rivettati a formare un corpo cilindrico; nella sua parte anteriore erano praticate feritoie per garantire un minimo di visibilità e dei piccoli fori e fessure per la ventilazione. L’elmo chiuso era un’arma difensiva polivalente: fu utilizzata sia negli scontri campali che nei tornei cavallereschi. La sua sommità poteva essere decorata da un elaborato cimiero. Il cimiero è l’ornamento che cima l’elmo, che lo sormonta, e, oltre che rappresentare l’insegna del cavaliere, si ritiene che l’originale funzione fosse quella di rendere più imponente e Elmo chiuso da Dargen, Museo di Berlino (XIII secolo) terrificante il combattente che se ne dotava.

Ipotesi ricostruttiva dell’elmo con cimiero di Re Manfredi

Le fonti documentarie che descrivono la Battaglia di Benevento narrano che Re Manfredi recasse sul proprio elmo un cimiero avente la forma di un’aquila. Sia Saba Malaspina, nel Rerum Sicularum Historia (1284-85), e Giovanni Villani, nella Nuova Cronica (1330-40) – della quale riportiamo di seguito un estratto – riportano quasi concordemente questo fatto:

“Manfredi rimaso con pochi, fece come valente signore, che innanzi volle in battaglia morire re, che fuggire con vergogna; e mettendosi l’elmo, un’aquila d’argento che aveva ivi su per cimiera, gli cadde in su l’arcione dinanzi. E egli ciò veggendo isbigottì molto, e disse a’ baroni che gli erano dal lato in latino: «Hoc est signum Dei, però che questa cimiera appiccai io colle mie mani in tal modo che non dovea potere cadere». Ma però non lasciò, ma come valente signore prese cuore, e incontanente si mise alla battaglia, non con sopransegne reali per non essere conosciuto per lo re, ma come un altro barone, lui fedendo francamente nel mezzo della battaglia. Ma però i suoi poco duraro, che già erano in volta: incontanente furono sconfitti, e lo re Manfredi morto in mezzo de’ nemici, dissesi per uno scudiere francesco, ma non si seppe il certo.”

Numerose sono le attestazioni visive di elmo a staro, rare invece quelle materiali. Tra queste ultime vi è un reperto di elmo chiuso tra i più interessanti, risalente alla metà del XIII secolo: proviene da Dargen, presso Bubach in Pomerania, ed è custodito nel Museo di Storia Tedesca di Berlino. Esso è stretto e tronco-conico con rinforzo in croce e coppo perfettamente piano. Lateralmente e posteriormente presenta dei fori che si presume potessero essere di ausilio per sorreggere un cimiero. Proprio in Germania all’inizio del XIII, e protraendosi sino a tutto il XIV secolo, si diffonde l’uso di sormontare gli elmi a coppo piano: inizialmente i proto-pentolari, poi i più complessi elmi chiusi. Usanza chiaramente visibile in una delle più belle rappresentazioni, quella di Enrico VI, nonno di Manfredi, illustrata nel Codice manessiano custodito a Zurigo.

Il Trofeo del Palio di Re Manfredi riproduce l’ipotetico elmo che lo stesso Manfredi avrebbe portato nella sua ultima battaglia, che lo rese leggendario condottiero tra storia, memoria e mito.

  • Ricerca storica e descrizione a cura di Alessandro STRINATI

  • Ideazione a cura di Alessandro STRINATI e Matteo RICCARDI

  • Realizzazione del Trofeo a cura della Ditta RICCARDO ARMATURE MEDIEVALI al quale va il nostro ringraziamento per aver voluto donarlo al Palio delle Contrade delle Torri.

I giochi scelti dal Consiglio del Palio per questa Prima Edizione:

GIOCO DELLE TORRI

Si svolge come il classico gioco dell’oca. Il tabellone è formato da caselle quadrate in legno delle dimensione di mt. 1 o 1.20 per lato, montate al centro della piazza dove si svolge la competizione; esse raffigurano luoghi e personaggi storici della nostra amata Manfredonia. Le pedine sono “umane”, ogni contrada, lancia n. 1 dado a turno per determinare l’avanzamento della propria “Pedina”. Lanciano il dado in due, maschi e femmine della categoria, alternandosi, bambini e/o ragazzi.

Il percorso comprende alcune caselle definite “speciali”, che sono abbinate a premi o penalità:

Premi:

  • Torre Avanzante (caselle 4-17-28-39-48): Avanza di tre caselle;

  • Immagini Re Manfredi (caselle 18-22-33-38): Si ha diritto di rilanciare nuovamente i dadi;

Penalità:

  • Casella n. 6 Ipogei: si indietreggia di 2 caselle;

  • Casella n. 15 Abbazia di San Leonardo: esclusi dal lancio dei dadi per una tornata (fermi un giro);

  • Casella n. 34 Palazzo Celestini: si indietreggia di 2 caselle;

  • Casella n. 40 San Domenico: esclusi dal lancio dei dadi per una tornata (fermi un giro);

  • Casella n. 45 La Marineria: si indietreggia di 3 caselle;

  • Casella n. 52 Piazza Giovanni XXIII: esclusi da lancio dei dadi per una tornata (fermi un giro).

Scopo del gioco è raggiungere per primi la casella finale del tabellone, la 56, in modo esatto.

Le quattro pedine si dispongono inizialmente in base all’ordine di partenza assegnato da un sorteggio.

Dopo avere effettuato le prime 4 sessioni di lancio dei dadi, si procederà alla prima prova di Balletto medievale, le contrade sono chiamate a creare delle coreografie in perfetto stile medievale. Per determinare la Contrada vincitrice, le coreografia saranno giudicati da un comitato di esperti ad hoc. La vittoria della prova, come altre prove intermedie, dà diritto all’avanzamento di n. 3 caselle.

Dopo ulteriori 4 sessioni di lancio di dadi si procederà ad un’altra prova: il Tiro con l’arco sul classico bersaglio circolare.

Dopo ulteriori 4 sessioni di lancio di dadi si procederà ad un’altra prova: Albero dei cesti.

ALBERO DEI CESTI

Lo scopo del gioco è riempire di fronde un immaginario albero lanciando fettucce in appositi contenitori. Le fettucce vogliono rappresentare l’abbondanza.

I giocatori si dispongono in quattro diverse postazioni secondo l’ordine dei punti cardinali, e di fianco a ciascun ragazzo sta la giocatrice. La ragazza consegnerà, in ciascuno dei quattro punti di lancio, 5 fettucce come meglio il giocatore desidera: es. una per una oppure tutte insieme.

Il giocatore, uno alla volta, lancerà le fettucce verso i contenitori posti sull’albero. Quest’ultimo è al centro del campo ad una distanza di mt 4,5 da ogni postazione di lancio ed è alto mt. 3.

All’altezza di mt. 1,10 ci sono n. 6 contenitori e per ogni fettuccia sono assegnati 2 punti; a mt. 2,10 ci sono n. 3 contenitori del valore di 5 punti; infine in cima c’è un contenitore del valore di 10 punti. Le fettucce misurano mt. 1 e sono appesantite da un’estremità (ca. 40 gr). Al termine di ogni serie di lanci da 5 fettucce, i concorrenti avanzano di una postazione ruotando in senso orario attorno all’albero. Le fettucce non possono essere arrotolate e trattenute nella mano, ma il giocatore deve, obbligatoriamente, trattenerle e quindi lanciarle, solo dalla parte del peso. Al termine del gioco saranno conteggiate le sole fettucce effettivamente rimaste nei vari contenitori. Vince la Contrada che farà il maggior numero di punti.

TIRO ALLA FUNE A QUATTRO CONTRADE

Le quattro contrade delle Torri si sfideranno, simultaneamente, al “tiro alla fune a quattro contrade”.

Davanti ai lati di un tavolo quadrato, le quattro squadre, composte da 5/6 giocatori, cercheranno, tutti contro tutti, di far cadere la ruota con il simbolo della “Torre”, dal proprio lato del tavolo al fine di aggiudicarsi la vittoria.

Al centro del campo verrà posto un tavolo robusto, anche in ferro, quadrato della misura di 200 cm per lato e di 75 cm di altezza da terra. Ai quattro angoli del tavolo verranno fissati dei perni cilindrici di metallo di altezza di 5/8 cm. Sopra di esso verrà posizionata la ruota in ferro con diametro tra 80 e 100 cm rinforzata con mozzo centrale e con 4 raggi, principali, perpendicolari tra loro, oltre ad altri raggi minori per rinforzo della struttura. Dai quattro raggi, principali e perpendicolari tra di loro, fuoriusciranno, dalla parte inferiore della ruota, altrettanti funi di uguale lunghezza tra loro.

Al centro, nel foro del mozzo, dovrà potersi inserire, ad innesto, una struttura in materiale leggero ma abbastanza resistente, raffigurante una Torre sullo stile delle nostre torri. Sempre dal foro centrale, ma dalla parte sottostante, dovrà fuoriuscire un elemento cilindrico che, quando la ruota uscirà dal tavolo impedirà alla stessa di tornare sul tavolo, e cadrà a terra determinando la vittoria della squadra posta sul medesimo lato del tavolo.

CORSA CON I SACCHI

La corsa nei sacchi è un particolare tipo di corsa dove i partecipanti devono avanzare con le gambe infilate, e spesso legate, all’interno di un sacco, procedendo quindi con dei saltelli. Vince chi attraversa per primo il traguardo.

Spesso queste corse vengono organizzate per i bambini, ma questo sport è praticabile anche dagli adulti. Pur non essendo uno sport olimpico, ai Giochi Olimpici Estivi del 1904 si tenne una gara di corsa nei sacchi.

Ogni squadra è composta da 8/9 membri che si disporranno in due file, una alla destra e una alla sinistra dell’arbitro. La gara si considera iniziata quando le squadre saranno in posizione sotto la diretta supervisione dell’arbitro, e dopo il suo fischio.

Nel caso di un nuovo infortunio la squadra può continuare a gareggiare con soli 6 giocatori, la squadra che rimane con meno di 5 giocatori non può continuare la gara e perderà a tavolino.

Ogni squadra può avere un proprio allenatore che la coordina.

Ogni componente della squadra dovrà indossare abiti sportivi (esempio pantaloncini, maglie sportive e scarpe da ginnastica). Ogni squadra avrà 1 sacco. Se si rompe un sacco si ripete la gara, a meno che tale rottura risulti ininfluente per l’esito della gara stessa. I sacchi di juta per il gioco verranno forniti dal Consiglio del Palio.

In caso di caduta l’atleta deve rialzarsi da solo e ripartire dallo stesso punto; inoltre all’arrivo l’atleta non deve buttarsi, ma superare in piedi la linea del traguardo.

Il primo giocatore della fila dovrà infilare le gambe dentro al sacco e reggendolo con le mani effettuare un percorso saltellando.

Al via dell’arbitro i primi della fila devono partire e, seguendo un semplice percorso, girare attorno a una “boa” e ritornare al punto di partenza. Soltanto quando il concorrente supererà la riga di partenza potrà partire il secondo, e così via fino all’ultimo giocatore. L’arrivo di questo concorrente decreterà la fine della gara e la prima squadra che completerà il percorso vincerà la partita.

Si fa un’infrazione quando:

  • un concorrente parte prima che il precedente superi la riga di partenza

  • si esegue il percorso in maniera diversa da quella prestabilita

 Una squadra che commette 3 infrazioni perde la partita.

TIRO CON L’ARCO

Deve essere utilizzato un arco monolitico, non deve avere appoggi, segni e stabilizzatori che possono essere utilizzati per facilitare il tiro. Dovranno essere scagliate n° 5 frecce su bersagli di 60 cm di diametro, costituiti da cerchi concentrici di diversi colori e di diverso punteggio: Giallo interno = 10 punti – Giallo esterno = 9 punti – Rosso = 7 punti – Blu = 5 punti – Nero = 3 punti – Bianco = 1 punto. I tiri verranno effettuati dalla distanza di 25 m, tempo massimo per effettuare la gara 5 minuti. Alla fine della gara nel caso in cui due o più giocolieri abbiano ottenuto lo stesso punteggio saranno effettuati tiri ad oltranza con una sola freccia, finché un arciere non riporterà un punteggio superiore.

ANELLI SULLA TORRE

A questo gioco partecipano squadre composte da 6/8 elementi per Contrada con la partecipazione del 50% di elementi della categoria bambini 6/10 anni e 50% della categoria ragazzi 11/14 anni. Verranno messi a disposizione di ciascun partecipante n. 10 anelli in legno e/o vimini del diametro di 16/20 cm con i colori della Contrada di appartenenza.

Le quattro squadre con tutti i 6/8 partecipanti si posizioneranno simultaneamente a formare un quadrato con i lati a distanza di 6 mt dal centro. La squadra si disporrà utilizzando la parte centrale di ogni lato per una lunghezza massima di mt. 8.

Al centro dei partecipanti sarà posizionata un elemento a base quadrata, raffigurante una torre di 80/100 cm di lato e altezza di 120 cm circa con gli stemmi delle Contrade posti sui quattro lati, svetta un’asta che fuoriesce dalla torre di circa 100 cm, sulla quale lanciare gli anelli, vince chi inanella più cerchi.

TORNEO MEDIEVALE DI COMBATTIMENTO -TORNEO DEI CAVALIERI-

Il torneo sarà una dimostrazione delle capacità dei partecipanti nel cimentarsi a singolar tenzone in duello cortese. Le quattro contrade delle Torri si sfideranno onde dimostrare la propria preparazione e correttezza delle rispettive tecniche, contro avversari non facenti parte della propria Contrada.

 

 

BALLETTI MEDIEVALI

Le Contrade possono presentare il numero di ballerini che vorranno con un massimo di 9 coppie (n. 18 persone) senza limiti di età.

Ogni Contrada presenterà il proprio balletto con passi di danza e musica di chiara ispirazione medievale, una contrada per volta. Le Contrade presenteranno un solo balletto. Ogni rappresentazione avrà la durata massima di minuti 5. La giuria sarà composta da giudici che dovranno premiare, con voti più alti, la coreografia, la fluidità dei passi, le figure, il portamento dei partecipanti, passaggi e passi in linea con la musica (andare a tempo) le musiche, gli abiti, ecc.

La contrada che conquisterà il Palio avrà l’onore di scortare, con proprio schieramento “armato”, il Magnifico Signore (il sindaco) dalla sede Comunale ai Mercatini al Castello per darne ufficialmente apertura con solenne cerimonia.

Le quattro Contrade delle Storiche Torri, prendono, ovviamente, il nome dalle Torri ancora oggi esistenti a Manfredonia e precisamente:

  • Contrada della Torre dell’Astrologo;

  • Contrada della Torre Santa Maria;

  • Contrada delle Torri San Francesco/De Angelis;

  • Contrada della Torre del Fico.

Fornitore ufficiale per il Palio di armature, armi, vestiti, e quant’altro necessario a catapultarci nel medioevo è la Ditta “Riccardo Armature” di Manfredonia.

Comitato Palio di Manfredonia

Antonio Barbone: antoniobarbone@yahoo.it – Tel. 340.5447373

Ufficio Stampa: agenziaturismomanfredonia@gmail.com www.paliodimanfredonia.org
paliodimanfredonia@gmail.com

Foto Lorenzo Tagliamonte

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