Questa mattina, in Consiglio Comunale a Manfredonia, è stato approvato il piano di rientro chiesto dalla Corte dei Conti con 15 voti favorevoli, 6 assenti e 4 contrari al provvedimento. In realtà, il piano di rientro è l’ultima delle mosse dell’amministrazione Riccardi bis atte a disinnescare il pericolo dissesto. L’assessore al bilancio Pasquale Rinaldi, come dopo faranno rispettivamente D’Ambrosio e il Sindaco, rimarca che i primi provvedimenti risalgono al 2015; il piano di rientro presentato oggi chiude un cerchio colmo di provvedimenti che “nel lungo e forse nel medio periodo” potrebbero risanare la salute delle casse comunali. Un rigore da non sbagliare, un’offerta che la giustizia non dovrà – categoricamente – rifiutare perché la pena è un passo verso il baratro. Viceversa, con il beneplacito della Corte, la città tornerebbe a respirare con nuova verve. Come già anticipato, al suo turno il capogruppo del PD apostrofa poi gli sforzi “fuori dal comune” compiuti per far quadrare i conti tra cui tagli sullo staff del Sindaco e introiti potenzialmente derivanti da contratti con privati. La tendenza è stata quella di “non aggravare la pressione fiscale e la chiusura dei servizi”. Restituire il pareggio di bilancio alla città è un obiettivo complesso, Riccardi lo sa. “Abbiamo avuto indicatori di allarme in passato”, esordisce il Sindaco “ma ci sono molti miglioramenti già comprovabili” esibendo un certificato del Ministero dell’Interno che attesta la buona strada intrapresa. Il Sindaco lamenta la mancanza di proposte alternative dall’opposizione (in realtà va detto che i consiglieri di minoranza hanno tentato più volte invano di proporre emendamenti), prima di chiarire per l’ennesima volta l’argomento quote dell’Oasi Lago Salso cedute gratuitamente al Parco Nazionale del Gargano in quanto “era l’unica cosa possibile da fare secondo la legge”. L’importante sarà tenere a mente cosa sacrifichiamo per questa nuova verve: i tagli incideranno sulla formazione e la cultura, ad esempio il Comune cesserà di erogare contributi alle scuole paritarie e al Carnevale di Manfredonia che passa ora le redini ai privati. Si chiudono i rubinetti, “è l’Europa che ce lo chiede”… No, quello è Renzi. La nostra spending review è frutto di una gestione opinabile; seppur attenuato durante questa seduta, lo scetticismo resta infatti una costante per l’opposizione. Un brillante e competente Taronna conferma la bontà tecnica del provvedimento affermando addirittura che “è la miglior cosa mai fatta dall’amministrazione”. Il problema vero, aggiunge, è il “disequilibrio tra le entrate e le uscite”, dunque lecito esprimere dubbi prettamente politici su un rientro che fa cassa al 45% sui servizi. I 5 Stelle sono scettici sull’ottenimento di riscontri entro i termini imposti dalla Corte dei Conti, inoltre, “non abbiamo visto niente riguardante il Mercato Ittico” dice Fiore che si scaglia poi sull’attitudine allo scaricabarile quando si tratta di comprendere le origini delle criticità di Palazzo San Domenico. Insomma, pare di capire che se siamo dove siamo è perché ci sono stati investimenti che hanno rifatto il volto alla città. Certo, si potrebbe e dovrebbe aprire un capitolo a parte sulle ultime parole del Sindaco “abbiamo più servizi di quanti ce ne possiamo permettere” per riflettere sulla qualità e la performance degli stessi, ma cambierebbe poco la situazione. Anche perché la palla passa alla Corte, magari siamo davvero fortunati e potremmo risolvere i guai senza nemmeno parlarne troppo.
Antonio Raffaele La Forgia
Se son fiori, fioriranno…. Però si tenga presente che la gramigna nasce e pasce anche dove si piantano i fiori…..