Cambio destinazione d’uso: “Dispiace che si lancino accuse infamanti senza leggere gli atti”, dichiara l’assessore Ognissanti.
“E’ molto facile lanciare accuse e calunnie, basta una tastiera! E prima di farlo, non ci si cura nemmeno di studiare la questione sotto l’aspetto giuridico, o di capire se ci sono atti scritti che provano esattamente il contrario di quello che si scrive! L’importante è colpire a casaccio, con frasi infamanti e argomenti privi di qualunque fondamento di fatto e di diritto”.
L’assessore all’Urbanistica della Città di Manfredonia, Matteo Ognissanti, ritiene utile ristabilire la verità, dimostrando, con i dati di fatto, quante sciocchezze siano contenute in un articolo, di qualche giorno fa, dal titolo “Cambio di destinazione d’uso a Manfredonia”.
“Se il titolo non ha nulla di illegale, lo stesso non può dirsi del contenuto dell’articolo nel quale, in mancanza di qualsiasi riferimento normativo, il sottoscrittore ha vomitato addosso all’ignaro lettore una dissertazione calunniosa sul ridetto argomento”, puntualizza Matteo Ognissanti.
“Lungi dal voler riscontrare le assurde e calunniose dichiarazioni presenti all’interno del summenzionato articolo, visto che le stesse si commentano da sole, ritengo opportuno e corretto, soprattutto nei confronti del lettore, fornire alcune delucidazioni tecniche e giuridiche sull’argomento”.
L’estensore dell’articolo citato ritiene che “il cambio di destinazione d’uso diventa così un condono edilizio camuffato che, corredato delle permute al ribasso, si trasforma in regalie per parenti, amici, speculatori e cementificatori”. L’assessore Ognissanti risponde che “Sarebbe corretto documentarsi, prima di ergersi a profeti in un qualsiasi ambito. Dico ciò perché il signore in questione non conosce la legge n. 16, che la Regione Puglia ha promulgato in data 7 aprile 2014 (modifiche ed integrazioni alla Legge regionale 15 novembre 2007, n. 33), con la quale l’Ente ha previsto, con l’art. 8 bis comma 1, al solo scopo di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, che i “Comuni possano consentire mutamenti di destinazione d’uso che non comportino incrementi volumetrici eccedenti le previsioni dello strumento urbanistico vigente di immobili legittimamente edificati alla data di entrata in vigore del presente articolo in zone territoriali omogenee che lo strumento urbanistico generale prevede a destinazione mista come definita dall’articolo 51, comma 1, lettera C), punto 5)”. E’ stata una legge regionale, quindi, a prevedere la possibilità del cambio di destinazione d’uso con il rispetto di prescrizioni, con limitazioni e in alcune aree ben individuate”.
La stessa legge regionale, al comma 2 dell’articolo 8bis dispone che “i mutamenti di destinazione d’uso di cui al comma 1, sono consentiti previa approvazione di una delibera del Consiglio Comunale che indichi le parti del territorio ove trova applicazione il presente articolo, da definire secondo criteri di compatibilità ambientale e funzionalità urbanistica, limitatamente agli usi consentiti nelle zone territoriali omogenee indicate al comma 1”.
“L’obiettivo della ridetta legge – spiega l’assessore all’Urbanistica – è quello del recupero del patrimonio esistente, proprio per evitare che i cambi di destinazione d’uso del territorio possano, di fatto, avvenire in maniera surrettizia, al di fuori di una attività di controllo e programmazione da parte dell’Amministrazione”.
“Di certo, se il sottoscrittore dell’articolo avesse conosciuto tale legge regionale non avrebbe fatto simili errate dichiarazione, o almeno, lo auguro”.
“Dopo la legge regionale, cosa fa il Comune di Manfredonia? Specula o, addirittura, fa arricchire i soliti noti, come ha scritto costui? Niente affatto! Con delibera di Consiglio comunale, la n. 3 del 17 marzo 2015 (modificata ed integrata con la n. 29 del 2 agosto 2016), individua, invece, la zona territoriale omogenea mista, così come delineata dalla legge regionale, e applica la normativa, prevedendo limitazioni e prescrizioni a tutela di una possibile speculazione”.
“Leggendo la delibera di consiglio comunale si comprendono perfettamente quali sono tutte le limitazioni e le prescrizioni, a difesa della genuinità e della regolarità della procedura di cambio di destinazione d’uso”, aggiunge Ognissanti. La delibera di consiglio è allegata al presente comunicato stampa, pertanto si evita di riportare tutte le limitazioni e prescrizioni ivi previste ma, proprio per replicare alle infamanti accuse prive di fondamento, si trascrive una in particolare: “a fronte del cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenza, il richiedente corrisponda, prima del rilascio del Permesso di Costruire, un onere pari a 50,00 euro per metro cubo commisurato al maggior valore di mercato acquisito dall’immobile”.
“Tale limitazione e prescrizione non era prevista nella legge regionale! Il Comune di Manfredonia, invece, di propria iniziativa, ha introdotto questa limitazione, al fine di evitare qualsiasi tipo di speculazione, o vantaggio, per chicchessia”.
“Dispiace, perciò, che si lancino accuse diffamanti senza prima leggere gli atti. In tal modo si fa doppio danno: verso se stessi e nei confronti delle persone alle quali ci si rivolge. Ma oggi basta una tastiera per diventare dei profeti!”, l’amara conclusione dell’assessore Matteo Ognissanti.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia