Un solo punto all’ordine del giorno non significa che il Consiglio abbia poco da comunicare. La recente messa in mora di 35 funzionari comunali della passata amministrazioni Riccardi ha gettato benzina sul fuoco già alimentato dalle perplessità espresse dalla Corte dei Conti prima e del Collegio dei Revisori poi. Capita, così, che si passi alla (o alle, dato l’impegno profuso sia dalla maggioranza che dall’opposizione) macchina della propaganda: comunicati, esternazioni pubbliche, invettive, scontri diretti e chi più ne ha più ne metta. Peccato che alla fine si capisca ben poco di ciò che succede sia nell’arena del dibattito pubblico, sia in Sala Consiliare; l’impressione è che la maggioranza rimproveri all’opposizione l’errore di ergersi a giudice peccando, però, dello stesso presunto crimine ribadendo a priori la propria innocenza. Peccato davvero perché a volte un “attendiamo che la giustizia faccia il suo corso e non commentiamo” potrebbe essere sintomatico di maturità, ma a quanto pare non siamo degni di esser maturi. Per chi sa che “virtus stat in medio”, un Consiglio che dura 6 ore di cui 3 di offese reciproche è – si perdoni la critica – una sconfitta per la democrazia.
Ma bando alle mezze opinioni e si passi ai fatti. Ordine del giorno: “esame e approvazione del rendiconto della gestione 2016 e dei suoi allegati”. L’assessore al bilancio Rinaldi inaugura la seduta spiegando l’abc della macchina amministrativa perché sembra vi sia la necessità di farlo: dal perché dell’indebitamento (investimenti) alla presa di coscienza dei rischi che comporta l’anticipazione di cassa, la premura di usare i fondi soltanto a condizione di averli incassati. “Può essere un’occasione per la città”, dice riferendosi alla vicenda della Corte dei Conti facendone un leitmotiv per tutta la sua falange. L’opposizione dissente prima con Romani che, senza troppi giri di parole, bacchetta l’amministrazione sull’attitudine a propagandare le vittorie dimenticandosi di doversi occupare anche delle disfatte palesi in città. Rincara la dose Fiore, auspicandosi non solo le dimissioni degli amministratori, ma invitandoli letteralmente a non candidarsi mai più. La Torre fa piazza pulita sintetizzando la relazione della Corte portando alla luce patologie gravi del “sistema” (canoni non riscossi per servizi pubblicitari e terreni ceduti a privati per incentivare il fotovoltaico che non hanno fruttato quanto sperato in primis) sposando la causa del “dimettetevi” perseguita dall’opposizione sempre più coesa. I più attenti avranno ora compreso in che clima si sta lavorando. La notizia è che il bilancio viene approvato perché la maggioranza reputa di stare lavorando bene e nessun consigliere di governo sembra intenzionato ad abbandonare il battaglione di Riccardi nonostante ci siano feriti sul campo di battaglia. Un giorno capiremo chi sono gli eroi e chi i villani, ma sarà la giustizia a sentenziare.
Antonio Raffaele La Forgia
Ed anche le urne, aggiungerei. Condivido il suo articolo. Come dicevano i nostri vecchi maestri e maestre: non è villano chi nella villa nasce, ma chi nella villania si nutre e pasce.