Un lupo e un agnello, spinti dalla sete,
si ritrovarono a bere nello stesso ruscello.
Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva
a una certa distanza, verso valle.
La fame spinse il lupo ad attaccar briga
ed allora disse: “Perché osi intorbidare l’acqua mentre bevo?”
L’agnello tremando rispose:
“Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”
“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.
“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.
“Allora, accidenti!” riprese il lupo “fu certamente tuo padre
a rivolgermi tutte quelle villanie”.
E, ciò detto, saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.
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Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.
Fedro, nelle sue favole, scriveva di animali, mentre in realtà voleva biasimare, impunemente, i vizi degli uomini, specie i politici del tempo.
Ma se ci riflettiamo bene, ancora oggi, riconosciamo a menadito certi politici imbroglioni e violenti che, per raggiungere i loro scopi, non si peritano di accusare d’imbroglio e di violenza gli uomini probi che cercano d’intralciare le loro ingiuste mire.
Ogni riferimento è puramente voluto.
Italo Magno