Più di una volta sulle nostre pagine abbiamo elogiato il grande lavoro fatto per il restauro della Basilica di Siponto, l’installazione dell’opera di Tresoldi, la valorizzazione degli ipogei Capparelli e il restauro dell’Abbazia di San Leonardo. Questi tre gioielli si trovano tutti sulla SS 89, una strada che conduce a Foggia e verso l’autostrada, e quindi trafficatissima a qualsiasi ora del giorno e della notte. Sono stati investiti moltissimi soldi per rivalutare e rendere fruibili queste opere, ma nessuno ha mai pensato di adeguare la strada e metterla in sicurezza. Un gravissimo incidente è accaduto domenica 23 aprile, ed è
costato la vita a due persone investite uscendo dall’abbazia di San Leonardo, dove avevano assistito ad un concerto. L’incidente ha portato alla ribalta le tante segnalazioni, i tanti progetti proposti, per rendere questi accessi meno pericolosi. Nel lontano 2000 un progetto presentato dall’ANAS al governo prevedeva la messa in sicurezza di tutto il tratto stradale che va da Amendola fino alla zona industriale nei pressi di Manfredonia. Comprendeva un sottopasso che avrebbe reso agevole, e soprattutto sicuro, l’accesso a San Leonardo. Purtroppo all’epoca il repentino cambiamento di governo lo fece cadere nel dimenticatoio, e nulla è stato fatto negli anni per ovviare al problema. Nel frattempo tante cose sono anche cambiate. San Leonardo, con l’arrivo dei Ricostruttori nella preghiera, attira molti fedeli. Si organizzano convegni e eventi di grande richiamo. Tra poco più di un mese e mezzo l’evento del solstizio d’estate sarà, come sempre, affollatissimo di visitatori. Inoltre, ben presto verrà sistemato il museo archeologico e i già numerosi visitatori aumenteranno sensibilmente. Ma senza andare troppo lontano, pensiamo alle messe di Natale e di Pasqua, e a quelle della domenica: sono sempre affollatissime, il parcheggio interno non è mai sufficiente, e quindi si parcheggia nello slargo di fronte all’abbazia; bisogna perciò attarversare la strada, … e si attraversa mettendo a repentaglio la propria vita, come è successo nell’incidente suddetto. Non troviamo alcun dissuasore, nessuna banda rumorosa, nessun limite di velocità, nessun segnale di rallentamento, e soprattutto di sera nessuna luce illumina il tratto di strada per rendere visibili i pedoni che eventualmente attraversano. L’ANAS, non avendo ricevuto solleciti da parte dei rappresentanti del comune, si è limitata a segnalare l’ingresso all’abbazia, provenendo da Manfredonia, dallo svincolo per San Giovanni Rotondo dove c’è la possibilità di cambiare senso di marcia, diversi chilometri più avanti, segnalazione che puntualmente nessuno rispetta. E la Sovrintendenza, che si è occupata dei restauri, non è tenuta ad occuparsi dell’accesso ai siti. È facile vantarsi di aver restaurato questi luoghi, pubblicizzarli e farne un fiore all’occhiello della città, fare campagne pubblicitarie nazionali e sbandierare ai quattro venti quanto siamo stati bravi. Poi i tanto agognati turisti arrivano e li facciamo parcheggiare su una strada ad altro rischio? È come realizzare un’area industriale per creare lavoro e poi non fornirla di acqua e fogna. Ci auguriamo davvero che la morte di quelle due povere persone a San Leonardo non sia avvenuta invano, ma faccia arrivare il messaggio a chi di dovere, perché si prendano finalmente i debiti provvedimenti.
Mariantonietta Di Sabato
Foto di Bruno Mondelli Giuliani
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Siamo anche maestri infatti nel realizzare aree industriali prive di acqua e fogna…