Sin dai tempi di Shakespeare e di molti altri prima di lui, i dubbi hanno tartassato l’uomo di ogni età. Come per Amleto, che si domanda “Essere o non essere?”, anche per noi la vita è piena di dubbi ed incertezze. Riguardano ognuno, indistintamente, a 10 anni, a 25, come anche a 80. Il dubbio è l’input che ci fa riflettere e meditare, che ci fa a volte impazzire, cadere nella follia per poi tornare alla lucidità.
Agire o star fermi, accettare o rifiutare, amare oppure odiare, sognare o svegliarsi nella realtà, decidere o restare indifferenti. Scegliere, ma scegliere dubitando. Il dubbio appartiene alla nostra vita più di quanto noi non lo riconosciamo, si annida tra i pensieri e resta lì finché non facciamo una scelta, o forse anche di più. Il dubbio invade ogni cosa, invade la vita stessa, nell’ordinaria quotidianità, come nell’eccezione:
Studiare o non studiare?
Uscire o restare a casa?
Seguire la passione o la strada più sicura?
Dire la verità o mentire?
Che sia una scelta banale o importante, poco importa.
Così diventiamo tutti Amleto, capiamo come quel giovane ragazzo di circa vent’anni può essere mio fratello, mia madre, la vicina di casa, il bambino che gioca a palla e l’anziano che gli sorride. Ognuno convive con i suoi dubbi, ognuno è Amleto.
Il dubbio non è altro che l’indole naturale dell’uomo, che tenta e non va più via.
Non ci resta che dubitare, non ci resta che vivere.
Morire, dormire. Dormire, forse sognare.
Silvia Renzulli, Luigia Armillotta