Giandolfi su Riccardi: “Nemo propheta in patria”

Questa famosa frase in latino è tuttora molto diffusa ed usata per significare che ognuno trova difficoltà nell’affermarsi proprio fra le mura amiche. La stessa, guarda caso, non ha trovato applicazione per noi che avevamo previsto, con forte anticipo, e descritto, nelle ultime competizioni elettorali (referendum, ecc) la discesa parabolica del Sindaco Riccardi.

I suoi ultimi “tonfi negativi”, tutti, peraltro preannunciati con nostri articoli pubblicati ampiamente sui media e social, non escluso l’ultimo in ordine di tempo: “il boccone amaro ingoiato” per la mancata nomina di V. presidente alla provincia. Non possiamo, pertanto disconoscere che tale incarico sarebbe stato una manna per la nostra collettività.

Né, però, possiamo sottacere che, ancora una volta, si è evitato l’ennesimo “abuso” del PD a rivendicare, o peggio, accaparrarsi le poltrone istituzionali più importanti in ogni ente come è avvenuto a Manfredonia, dove ha preteso ed ottenuto il sindaco, il vice sindaco, il presidente del C.C. e l’assessore al bilancio, presidenza A.S.E., presidenza Gestione tributi.

Ora, sig. Sindaco, non rimane che l’ultimo “tonfo”, quello a livello nazionale”, e questa non vuol essere una iattura, è solo un’altra nostra, per te amara previsione (profezia), in modo da essere ricordato come: 1) uno dei più grandi camaleonti della politica; 2) Il politico che non ha mai voluto accettare i buoni consigli dei “veri amici disinteressati” (pochi), ma si è circondato di personaggi da cerchio magico; 3) Il Sindaco che, in sette anni, ha “giubilato” ben 8 assessori, mortificando e vanificando il contributo di voti dei singoli, che sono serviti al suo successo elettorale.

 

 

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