In vista dell’arrivo della Pasqua il Gruppo Volontari del Gargano, che si occupa di protezione animali, ha indirizzato una lettera a Monsignor Michele Castoro chiedendo la sua opinione, e quella della Chiesa, riguardo alla tradizione di mangiare agnelli e capretti in occasione di questa festa. Monsignor Castoro in risposta si è espresso dicendo che “La Pasqua cristiana non ha nulla a che fare con la strage di milioni di agnellini, in quanto Cristo, vero agnello pasquale, ha immolato se stesso per riscattarci dalla malvagità, dalla ingiustizia e da tanti altri mali che affliggono l’uomo e il creato. Noi come Chiesa inoltre crediamo che l’uomo non sia il padrone del creato ma solo il custode, il quale è chiamato ad amare, a prendersi cura e a promuovere la bellezza e la vita del creato nelle sue diverse forme. Infatti, anche se l’uomo ha ricevuto da Dio il permesso di servirsi di esse, non per questo deve spadroneggiare, mai dimenticando che la terra appartiene a Dio. Posso garantire – continua l’Arcivescovo – che quando si presenta l’occasione noi sacerdoti, ed io vescovo con loro, lo facciamo – sempre in dialogo con quanti hanno a cuore il bene del Creato – attraverso i nostri canali di formazione, perché questa mattanza abbia fine, non avendo nulla a che fare con la celebrazione della nostra Pasqua cristiana”.
Paolo Licata
I volontari hanno chiesto, il Vescovo ha risposto. Fornendo una linea d’indirizzo culturale e di formazione cattolica generale sull’uomo custode (e non padrone!)del creato e più specifica, riferendosi alla carneficina degli agnelli per Pasqua. Anche lui concorre a smontare stereotipi culturali, o a correggerli, e lo fa in modo corretto ed etico. Etico per la chiesa ma etico per tutti come valore generale.
Premetto di non essere consumatrice di agnelli e capretti in occasione della Pasqua. Ma non capisco perché questi volontari si pronunciano solo in difesa di agnelli e capretti , dal momento che in ogni periodo dell ‘ anno e in occasione delle più diverse ricorrenze si compiono stragi di animali indifesi.