Sfilano i nostri bambini, le mamme, gli insegnanti e le tante anime libere della nostra città, fino al punto che ti fanno venir voglia di trasformare anche i tuoi consueti abiti. E quando ti travesti ti colori, trasformi la tua identità, ti rendi conto che i pesci fuor d’acqua sono tutti quelli che partecipano a questo meraviglioso Carnevale in borghese, con i vestiti e la maschera di tutti i giorni. Ormai siamo abituati all’arte messa in scena dai fantasiosi artisti-artigiani di casa nostra, “tutt’altro che improvvisati”, capaci di creare abiti che nemmeno il più abile fumettista riuscirebbe a concepire. Non possiamo che essere ripetitivi e fieri nell’ammirare e apprezzare questa grande euforia colorata. Il giovane popolo sipontino che sa divertirsi e sfilare su strade rotte e grigie che si trasformano in un favoloso tappeto d’arcobaleno. Una sfilata delle meraviglie che ha creato emozioni e ha lasciato a bocca aperta tutti gli spettatori abbagliati dalla bellezza, dalla cura dei nostri bambini schierati per sfoggiare i loro dolci e ingenui sguardi e visi colorati. Un ricordo che rimarrà indelebile nelle loro e nelle nostre menti. La gran parata dei gruppi e dei pochi carri allegorici. Gruppi che ogni anno superano se stessi, che non possono essere messi a confronto e in competizione tra di loro perché ogni vestito, ogni soggetto, ha un particolare solo suo, un aneddoto che lo rende speciale ed unico. Una maschera ci dice di più di una faccia. Il Carnevale di Manfredonia edizione 2017 e i suoi ospiti d’onore: Michele Cucuzza, l’amatissima Simona Ventura, il simpaticissimo Gianni Ciardo, Gabry Ponte e gli irreverenti deejay dello Zoo di 105. La gastronomia sipontina gustata tra le vie della città. Le moderne e sperimentali socie all’aperto con musica in cuffia. Le tarantelle di strada e i tanti coriandoli che decorano la liscia pietra lavica di corso Manfredi. I bagni di folla nelle strade della città, tra bolle di sapone, mangiatori di fuoco e musiche di Mina cantate da ugole nostrane. Non possiamo fare a meno di questo Carnevale, amore e odio per chi lotta quotidianamente con una economia che tanta sofferenza procura. Ma i colori prendono il sopravvento alla malinconia e alle pene della vita quotidiana, aiutandoci a dimenticare, almeno per un po’. I conti e le altre cose ce le racconteremo alla fine, adesso godiamoci, ancora un poco, il ricordo di questo Carnevale con la consapevolezza che siamo così tanto abituati a mascherarci di fronte agli altri che spesso finiamo per mascherarci anche di fronte a noi stessi anche quando non è più Carnevale.
Raffaele di Sabato
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Foto di Gianluca Totaro e Lorenzo Tagliamonte