Il 6 febbraio scorso, all’età di 89 anni, ha lasciato la vita terrena per tornare alla Casa del Padre e ricongiungersi alla diletta consorte Nina, scomparsa due anni fa e all’amato figlio Marco, Luca Lauriola, una delle figure più luminose del giornalismo scientifico italiano.
La sua dipartita lascia nel dolore più profondo le figliole Giusy e Livia, i fratelli, la sorella e i parenti ai quali era legato da affetto viscerale. Brillante e ricca di grandi soddisfazioni, anche se irta di innumerevoli difficoltà, la lunga carriera giornalistica del caro, indimenticabile amico e collega Luca.
In giovanissima età consegue brillantemente la laurea in Fisica. Ma la sua attenzione la rivolge al mondo dell’informazione, il giornalismo che, molto spesso, lo porta a scrivere articoli di carattere scientifico.
Inizia, così, la collaborazione a diverse riviste specializzate in economia, in qualità di corrispondente. Sempre alla ricerca di nuove esperienze, Luca passa al quotidiano “Il Popolo”, organo d’informazione della Democrazia Cristiana, prima come redattore della pagina economica, poi, vice direttore, continuando a coltivare la sua grande passione, l’economia, spingendosi, questa volta, oltre i confini nazionali.
Passione che si è portata dietro per anni, ereditata dalla sua giovanile esperienza marxista. Il suo carattere alquanto eclettico lo spinge a sperimentare un’altra forma di comunicare, la saggistica, con la trattazione di argomenti di rilievo internazionale.
Tra questi, uno in particolare: “Scacco matto USA e Israele”,- Ed. Palomar -, presentato nel corso del Seminario: “L’intesa euroasiatica tra Russia, Cina, India e il tramonto dell’unipolarismo USA”, riscuotendo numerosi consensi.
Anche se l’intensa attività di giornalista lo costringeva a recarsi spesso all’estero (pare abbia visitato e conosciuto oltre 46 Stati), allontanandolo spesso dai suoi affetti più cari, che portava sempre stretto nel suo cuore, Luca, stimolato dalla sua innata curiosità di conoscere, di andare sempre avanti, di scoprire di tutto e di più, per accrescere le sue conoscenze, (a circa 70 anni), ritorna al suo vecchio amore, lo studio della Fisica, nell’intento di mettere in discussione gli elementi fondanti della Teoria della Relatività Generale.
Progetto di cui aveva più volte discusso con illustri fisici, tra cui il prof. Remo Ruffini, direttore del Centro Internazionale di Astrofisica Relativistica.
Agnostico per convinzione, Luca, ad un certo punto della vita, ha avuto un sussulto interiore, aiutato moltissimo dalla sorella Filomena, che l’ha portato a rivedere il suo rapporto con Dio, oscillante, tra ateismo e grande ammirazione per la figura Gesù Cristo.
Nel corso dell’orazione funebre, il fratello don Michele, che ha officiato la S. Messa, ha ricordato: “A volte ha affermato che la scienza, la cultura, sono arrivate agli stessi valori della religione per cui questa è diventata superflua. Ma negli ultimi anni ammetteva con lucidità: “tutta quella mia ricerca non è valsa a nulla”, come dire: “era solo illusione”.
È la conclusione a cui arrivò un grande saggio dell’Antico Testamento, Qoelet, che scrisse: “ho deciso di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento” (Qo, 1, 17),“Vanità delle vanità, tutto è vanità” (Qo 1, 1), “non c’è niente di nuovo sotto il sole”(Qo 1, 9)”.
Ma la continua ricerca della verità, del sapere, il travagliato avvicinamento a Dio, sono stati interrotti da un tragico accadimento che ha cambiato radicalmente l’esistenza di Luca e della sua famiglia, la tragica perdita di suo figlio diciottenne Marco, a causa di un tragico incidente stradale, procurandogli una immane sofferenza che lo ha accompagnato fino al termine dei suoi giorni.
“Questo è il cammino dell’uomo, o meglio il cammino di Dio con l’uomo”. Siamo convinti che sia stato anche il lungo cammino dell’indimenticabile amico Luca, al quale, attraverso queste brevi note, Manfredonianews.it, ha voluto ricordarlo alla città di Manfredonia e a quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo per le sue qualità preclari di uomo, di giornalista, marito e padre esemplare. Ciao Luca.
Matteo di Sabato
Ho avuto l’onore di conoscere questo grande uomo nel 2002.
Mi ha aperto gli occhi su tante cose che in un primo momento ero scettico,ma in breve tempo ho avuto modo di credergli e apprezzarlo sempre più fino ad oggi.
Scacco matto all’America rimane un libro scritto in tempi meno sospetti e ritengo che sia un libro che rivela quello che sta accadendo oggi. Me lo ha regalato con la dedica firmata.
Grazie Luca sei un uomo immortale.
Mi associo al dolore che ha colpito Livia, amica dei periodi estivi, della mia adolescenza che ricordo con tanto affetto.