Ogni qualvolta è necessario focalizzare e discutere delle gravi questioni ambientali e di salute che riguardano la popolazione di Manfredonia la classe politica che ci governa preferisce tacere o presentare fantomatici progetti economici per la città, al fine di deviarne l’attenzione (Energas docet).
Sapevamo già dal giugno scorso, quando il Progetto Italia dell’ENI fu presentato nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, che l’amministratore delegato dell’ENI Claudio De Scalzi avesse in animo di realizzare impianti di generazione da fonte rinnovabile nelle aree industriali Syndial, per lo più siti SIN tra cui figura Manfredonia.
In particolare il sito di Manfredonia è ancora quasi tutto da bonificare, insieme al mare prospiciente, gravemente inquinato anche da mercurio.
Da subito, noi donne di Manfredonia Nuova, abbiamo avuto il sentore che il Progetto Italia potesse essere una strategia aziendale dell’ENI per evitare di continuare la bonifica del sito SIN e per questo avevamo chiesto al Comune di Manfredonia l’accesso agli atti per vederci chiaro, che purtroppo ci è stato negato, concedendoci solo di parlare con il Dirigente dell’Assessorato all’ambiente.
Non potevamo, invece, immaginare il silenzio e la segretezza riguardante un fantomatico “Rivoluzionario Progetto cui sta lavorando da mesi il sindaco Riccardi col Politecnico di Torino” (L’Attacco, 26.01.2017) sul quale egli vuole un “SI” da quell’ENI cui potrebbe fare causa per disastro ambientale per i danni incalcolabili arrecati dal petrolchimico ANIC/EniChem nel golfo, con ripercussioni ancora evidenti sull’ambiente, sul mare e sulla salute dei cittadini”.
Per tutto questo noi donne di Manfredonia Nuova riteniamo che al nostro sindaco manchi l’ABC del concetto di democrazia, perché nasconde alla cittadinanza un tema così importante per la vita e la salute di noi cittadine/i e del territorio, ledendo il nostro diritto a dire quale futuro desideriamo per questa terra martoriata e disattendendo clamorosamente tutte le norme sulla trasparenza della pubblica amministrazione ed il diritto della cittadinanza all’informazione, alla partecipazione ai processi decisionali e all’accesso alla giustizia in materia ambientale (Convenzione di Aahurus- Dannimarca, già ratificata dall’Italia).
Inoltre, fatto gravissimo, ancora una volta si sta barattando e monetizzando la salute e la vita della popolazione, del nostro mare, della terra con i soliti “grandi progetti”. Una volta per tutte diciamo che la bonifica del sito ex EniChem deve continuare.
Il disinquinamento del nostro mare e del territorio significa tutela della salute e della vita umana, ma anche creazione di opportunità di numerosi posti di lavoro per operai e tecnici qualificati, per almeno dieci anni. Basta con l’eterno dilemma salute contrapposta al lavoro, ma salvaguardia sempre e comunque della vita umana e del le future generazioni e la nostra Terra.
Ci dica il sindaco con chi ha condiviso e discusso il “Rivoluzionario Progetto”? Con i cittadini o solo con l’ENI e il Politecnico di Torino, che dal 2008 collabora con l’industria che ci ha avvelenati?
È serio tutto questo?
Noi non ci stiamo! Perciò occorre sventare i progetti folli della nostra inadeguata classe politica, alla quale occorre far capire che non funziona più la strategia della comunicazione fondata sui proclami di grandi opere per accaparrarsi il consenso dei cittadini, soprattutto i più deboli socialmente e culturalmente, e sviare l’attenzione dai problemi veri che attanagliano la nostra città, in primo luogo, insieme al lavoro, la salute e la tutela della vita.
LE DONNE DI “MANFREDONIA NUOVA”