Le cose migliori a Manfredonia nascono per caso, e chi le fa non se ne rende nemmeno conto in quanto le fervide menti della politica, nel corso degli anni, hanno gestito la “res pubblica”, ad “capocchiam”, e non con un’ autentica prassi di sviluppo.
Ma parlando di calcio (pardon, nella nostra patria, calcio vuol dire politica) cercherò di scrivere di quella meravigliosa squadra calcistica degli anni ’80, ideata e messa in campo da un gruppo di imprenditori locali, i quali si trovarono casualmente nella polvere sterrata del Miramare a fare grande la nostra beneamata.
Erano gli anni del pentapartito al governo centrale, mentre nelle amministrazioni locali la D.C. faceva governare i Comunisti. Nella nostra landa vi era un discreto benessere: gli imprenditori edili costruivano discretamente trainando con se gli artigiani (falegnami, elettricisti, idraulici), mentre l’Anic ed il suo indotto contribuivano alla circolazione monetaria, favorendo il principio del Moltiplicatore Keynesiano.
Il football locale proveniva da una serie di retrocessioni, quelle del 1977-78 e 1978-79. Furono Saverio Castriotta e Ciro Nasuto, dopo la partita delle Vecchie Glorie anni ’50 e ’60, a cercare di dare un futuro al sodalizio biancoazzurro. Chiamarono alcuni ragazzi della Berretti in prima squadra, ma se l’idea era felice, le cose non andarono bene a livello societario, tant’è che si retrocesse.
Comunque rimase in piedi la voglia di affidare a dei giovani locali le sorti del sodalizio calcistico sipontino, molto spesso mortificati dall’incoerenza dell’organizzazione societaria e dall’endemica insufficienza finanziaria, in campionati giocati più sull’equivoco che sull’agonismo.
Altri appassionati si affacciarono presso la sede sociale e così si formò una buona compagine che partecipò egregiamente al campionato di Prima Categoria, guidata da Mister Lasalandra. Fu centrato un bellissimo secondo posto dietro la Fidelis Andria, che purtroppo aveva mezzi economici migliori rispetto ai nostri.
Il Manfredonia era spumeggiante, e giocava magnificamente. Le prime televisioni locali si interessarono di noi, e tra queste Teleregione di Barletta con il corrispondente Gino Berardi. L’emittente era presente in ogni partita, seguendo i biancoazzurri sia in casa che fuori. E nacque così un’amicizia tra Gino e il Presidente Lino Sdanga che frutto ben due promozioni in Promozione ed Interregionale, una serie C2 sfiorata, e alcuni record come l’imbattibilità di Gerundini per più di 1000 minuti, e il record di reti di Valerio D’Errico.
Dopo la vittoria del campionato di Prima Categoria 1980-81, Lino Sdanga affidò proprio a Berardi la direzione sportiva del sodalizio, e con i vari Cozzolini, Di Candia, Castriotta, si diede fiducia a quei ragazzi figli della terra sipontina, supportati da altri talenti provenienti da Barletta. La squadra era femmina, quindi passionale, volubile, e pertanto agli antipodi del pragmatismo e cinismo che caratterizzava la maggior parte delle formazioni pugliesi della Promozione, tra cui i temutissimi cugini del Cerignola.
La caratteristica principale dei masnadieri del golfo risiedeva nell’ astuzia di mostrarsi modesti e nell’invitare gli avversari a sbilanciarsi nella convinzione di essere superiori, così venivano puniti dal classico contropiede che lasciava qualsiasi formazione nemica in balia delle scorribande dei nostri.
Gino Berardi, riuscì ad imporre un gruppo di autentiche promesse, che furono la dote sportiva dei Delfini per circa dieci anni, sfiorando più volte la promozione in C2.
Con Berardi abbiamo avuto un rapporto cordiale, perché non era uno di quei personaggi del calcio che millantava crediti a destra e a manca. Aveva un suo aplomb quasi anglosassone, che celava una enorme competenza. Era venuto l’ultima volta a Manfredonia nell’ottobre scorso, a vedere la gara vinta dai sipontini contro il Bisceglie, ed aveva partecipato nel 2013 al memorial vecchie glorie anni ’80, “Totaro-Narciso”, organizzato da Michelino Rinaldi, con Paolo De Meo e Adriano Carbone.
Ci piace ricordare così Gino, una persona che mancherà a questo football, molto spesso generoso verso gli insufficienti mentali!.
Giovanni Ognissanti
Nella foto ci sono undici persone in calzoncini e maglietta e quindici persone in abiti da passeggio: quali sono i giocatori? chi scende in campo? soprattutto, chi comanda in campo e chi in Società?