Tutta farina di un unico sacco, quello del partito democratico. Infatti, con decreto numero 295 del 22 dicembre 2015 il ministro dell’Ambiente (Galletti) e quello dei Beni culturali (Franceschini) hanno espresso parere positivo all’iniziativa della società Energas/Kuwait Petroleum di impiantare a tutti i costi ai piedi del Gargano, un “deposito costiero” di GPL nell’agro di Manfredonia. La Regione Puglia aveva approvato l’affare con delibera di giunta regionale 1361 del 5 giugno 2015. In un recente passato il ministro Pinotti ha fatto la spola in Kuwait per accompagnare la vendita di aerei da guerra Finmeccanica. Una contropartita per un affare – bocciato nel 2000 dai predetti ministeri – che va avanti dai tempi del ministero dell’Industria targato Bersani, che nel 1999 avevo espresso parere favorevole?
Una poltrona a Strasburgo dalla Capitanata non si nega a chi vanta un passato da assessore nella giunta Vendola, la stessa compagine che ha rilasciato una dozzina di autorizzazioni per le trivelle in provincia di Foggia, e ha confermato o prorogato la rapina legalizzata del metano nel sottosuolo della Daunia che perdura da oltre mezzo secolo.
Ancora una volta, la casta in difficoltà per occultare la verità imbarazzante, solleva polveroni diffamatori e scaglia fango calunniatorio. Ecco allora una nuova sintesi documentata con prove ufficiali, destinata agli smemorati ad oltranza, agli affaristi sotto mentite spoglie ed ai parassiti della casta di sfaccendati, mantenuta a sbafo dalla popolazione italidiota.
Quelli che dicono a chiacchiere di voler difendere il territorio, sono proprio gli stessi che l’hanno affossato o svenduto a chi capita. Il 5 giugno 2015, appunto, l’uscente Vendola firma la delibera numero 1361 che esprime la “compatibilità ambientale” dell’Energas/Kuwait Petroleum. A tutt’oggi nonostante, le pubbliche promesse, il presidente Emiliano non ha revocato in autotutela quell’atto tecnico, supportato dal parere tecnico scritto dell’ingegner Antonello Antonicelli (assunto dal sindaco Riccardi il 21 marzo 2016) allora in forza all’assessorato regionale alla cosiddetta “ecologia”.
Nel 1996 Romano Prodi vara i contratti d’area: un fallimento preannunciato per regalare soldi dell’ignaro ed ipertassato contribuente, ai soliti prenditori del nord, con la benedizione di sindacati e partiti, dopo le famigerate cattedrali nel deserto che hanno stuprato il Sud Italia negli ’50 e ‘60. Nel 1998 Manfredonia (definita dall’OMS “area a grave rischio ambientale”) rientra nel Sin con la legge 426. E il 10 gennaio dell’anno 2000, il ministero dell’Ambiente con apposito decreto perimetra l’area inquinata dall’Enichem che comprende anche una zona marina prospiciente il petrolchimico di ben 8,5 chilometri quadrati. Nella stessa area marina, dove peraltro l’Ispra ha riscontrato ufficialmente anche il pericoloso mercurio, le autorità locali hanno consentito la realizzazione di impianti di maricoltura (ostriche e pesci). Le conseguenze sulla salute?
Nel frattempo fino ai giorni nostri, nell’omonima città fondata da Manfredi, si sono alternate tre giunte di centro-sinistra, guidate dai sindaci Gaetano Prencipe, Paolo Campo, Angelo Riccardi (già assessore con Prencipe, in Provincia nonché consigliere regionale), dove figurava in veste di consigliere comunale di maggioranza, l’onorevole Michele Bordo.
A tutt’oggi, nessun politicante, nonostante la gravità della situazione ambientale e sanitaria, ha mai denunciato la mancata bonifica del territorio sipontino dai disastri provocati dall’Eni. In loco invece, i mammasantissima al potere per conto terzi e per il proprio tornaconto personale, hanno consentito gigantesche speculazioni pagate con denaro pubblico, oltretutto a danno della salute pubblica e dell’economia locale. Tra queste, spicca l’inceneritore di rifiuti del clan Marcegaglia (sostenuto dai fondi del contratto d’area) e la fabbrica di ecoballe mai entrata in funzione, in compenso finanziata dall’Europa con quasi 10 milioni di euro. Notoriamente, dopo la chiusura dell’Enichem si è presentata sula scena l’Isosar; quella ditta ha ottenuto un parere favorevole dal Comune di Manfredonia: l’obiettivo per mere ragioni di lucro, non certo di sviluppo locale, era di realizzare proprio dentro lo stabilimento del cane a sei zampe, un mastodontico deposito di gas a petrolio liquefatto. I ras della sinistra suggerirono tuttavia, forse per non esagerare troppo, di localizzare l’intervento distruttivo nell’area di Santo Spiriticchio, ovvero ad un soffio dall’area archeologica di Siponto, addirittura in una zona 2 del parco nazionale del Gargano, prontamente riperimetrata nel 2001 con tanto di decreto presidenziale. Tra San Leonardo e Santa Maria di Siponto, però, resistono i vincoli europei Sic e Zps. Dunque, chi ha messo in pratica le condizioni urbanistiche favorevoli all’ennesima speculazione multinazionale? Chi ha trasformato un’area naturalistica in una landa industriale?
Alla voce propaganda si trova una nebulosa fuffa amministrativa. Il 16 novembre 2016 il “primo cittadino” pro tempore Riccardi Angelo (che vanta secondo la Corte dei Conti una voragine di debiti municipali), sotto processo a Pescara per corruzione e peculato, proclama di essere volato a Bruxelles grazie alla Gentile, per depositare una denuncia contro lo Stato italiano. Quelle esibite sono due insignificanti paginette vomitate in tutta fretta. Comunque, nonostante sia stato richiesto l’atto originale con i protocolli d’ingresso della Commissione europea o una banale ricevuta di deposito dell’esposto, il sindaco non ha mai effettivamente documentato nulla di significativo all’opinione pubblica; addirittura si è fatto rimborsare il viaggio in aereo dalla casse comunali. A Bruxelles nessuno conosce Angelo Riccardi, tantomeno la Commissione europea Ambiente, ed il suo commissario Karmenu Vella; oltretutto dalla segreteria dell’europarlamentare Elena Gentile è giunto questo messaggio inequivocabile:
“Gentile dott. Lannes,
Scusandoci per la tardiva risposta, non abbiamo a disposizione il ricorso presentato dal Comune di Manfredonia alla CE ne ci è possibile in alcun modo accedere al testo dello stesso.
Cordiali saluti,
Segreteria dell’On. Gentile”.
Riccardi come Emiliano e Campo, in compenso ha rifiutato un contraddittorio pubblico sul tema dell’Energas-Kuwait Petroleum. Di cosa avevano paura o cosa temevano questi esponenti pugliesi del piddì, forse di finire dialetticamente al tappeto? Ma che fine ha fatto il Riccardi? Il partito democratico ha chiesto adesso per lui il posto di vicepresidente della Provincia di Foggia. Quanto all’europarlamentare Elena Gentile sarà ricordata dai posteri per l’interrogazione E-008632-16 con richiesta di risposta scritta del 17 novembre 2016, propedeutica al bavaglio, vale a dire alla censura dei social media.
In ogni caso, il 22 dicembre scorso, le persone più sensibili di Manfredonia hanno indirizzato un esposto al presidente della Repubblica, al primo ministro e al ministro dello sviluppo economico; e qualche giorno dopo è partita una pre-diffida al ministro Delrio. I relativi riscontri sono visibili in Rete (online). Se tali autorità statali italiane non vorranno sentire le sacrosante ragioni della gente che difende la propria terra dal saccheggio e dalla devastazione, allora la partita si sposterà per davvero a Bruxelles e a Strasburgo.
Gianni Lannes
Nella foto: Daunia: trivelle autorizzate dalla giunta regionale della Puglia
Dott. Lannes ho commentato le elezioni del Pd a livello provinciale elezioni mafiose.
Quello che lei scrive con grande dovizia di particolari non fa altro che confermare che dai nostri politici i corleonesi hanno molto da imparare.
Te ne devi anna’!
Signori in che mani stiamo o meglio in che menti perverse….. tutto perchè sotto c’è sicuramente anche un certo tipo di interesse……
Quando (e se) il popolo di pecore manfredoniane aprirà gli occhi sarà sempre troppo tardi.
ESSERE gENTILE NEL INFORMARE LA GENTE DA CHI (POLITICAMENTE PARLANDO) E’ PURA IPOCRISIA……..ALTRO KE GAS……..QUA’ CI AVETE ROTTO IL GAS…..