Il Lago Salso è una zona umida costiera del golfo di Manfredonia, che rientra nel Parco Nazionale del Gargano, costituita da ampie casse di espansione e vasche di colmata realizzate durante le bonifiche della Riforma Fondiaria del Tavoliere. L’Oasi si trova all’interno di un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) nel Comune di Manfredonia. È anche una Zona di Protezione Speciale (ZPS). L’area, di 1.040 ettari, fa parte di una delle zone umide più importanti dell’Italia meridionale e nell’Oasi si alternano canneti e specchi d’acqua che accolgono, sia nei mesi invernali che in quelli estivi, moltissime specie di uccelli. Il governo Renzi impose ai Comuni di avviare un processo di razionalizzazione delle società partecipate con lo scopo di ridurle sensibilmente entro il 31.12.2015. Così il Comune di Manfredonia stabilì di cedere a titolo gratuito all’Ente Parco Nazionale del Gargano 294.636 azioni ordinarie del valore di € 294.636, costituenti la propria partecipazione nella misura dell’86% del capitale sociale dell’Oasi Lago Salso S.p.A. La restante parte della Società rimane al Centro Studi Naturalistici. Negli anni passati si sono registrate delle criticità riguardo la scarsa capacità di liquidità della Società “Oasi Lago Salso” che non riesce a fronteggiare le scadenze stabilite dai piani di avanzamento dei progetti “Life”, con il rischio di perdere i finanziamenti europei. La crisi di liquidità deriva da un perdurante ritardo nell’incasso d’importanti crediti nei confronti di enti pubblici: Comune di Manfredonia, Regione Puglia e soggetti privati. Secondo lo Statuto societario e limitatamente alla propria quota societaria, i soci dell’Oasi possono anticipare quelle somme utili ad onorare le scadenze, senza ricorrere agli onerosi prestiti bancari, così da uscire dalla situazione di stallo che è perdurata anche quest’anno. Il Presidente dell’Ente Parco, Stefano Pecorella, (maggiore azionista) sostiene che “proprio grazie al sostegno finanziario dell’Ente Parco abbiamo scongiurato la chiusura della Società, ma il socio privato ha pignorato tutti i conti bancari del sodalizio. Questo ci impedisce di poter andare avanti. Se realizziamo un progetto le somme che dovremmo pagare ai fornitori sarebbero immediatamente bloccate. Se non vengono liberati i conti correnti della società non potremo pagare nessun fornitore o lavoratore”. Si auspica che l’anno venturo i finanziamenti regionali possano giungere in tempo utile per la definizione dei progetti di riqualificazione dell’Oasi, mantenendo così gli impegni presi con la Commissione europea. Affinché un’ampia area come quella dell’Oasi abbia un certo appeal turistico occorre riqualificarla adeguatamente. Infatti asserisce Pecorella: “Abbiamo effettuato sistemazione e pulizia di tutte le aree grazie all’intervento dell’ASE che ha smaltito rottami e rifiuti di ogni genere. Abbiamo ristrutturato tutte le aree di sosta e le torrette di avvistamento; ripristinato i sentieri e tutte le staccionate; installato un nuovo sistema di controllo con telecamere ad infrarossi; ristrutturato le aule didattiche; abbattuto tutte le recinzioni abusive in vista della creazione di orti didattici e ed orti sociali. Con la Provincia e la Regione, siamo d’accordo nel gestire con maggior incisività il Centro di recupero della fauna selvatica per farlo diventare un Centro di importanza regionale. Vogliamo partecipare ancora con Legambiente al mantenimento in vita del “centro di recupero delle tartarughe” che vengono pescate dalle reti in mare, per essere poi curate e liberate. Grazie agli accordi presi con la Regione Puglia, l’immobile, che sarà adibito ad albergo, sarà al servizio dei visitatori dell’Oasi che verranno per studio o per passare una vacanza naturalistica, osservando tutte le specie di flora e fauna presenti”. Adesso non ci resta che vedere cosa riuscirà a fare realmente la gestione del Parco del Gargano, promotore nei giorni scorsi dell’accordo pilota per la valorizzazione e fruizione dei beni culturali presente sul territorio di Manfredonia.
Grazia Amoruso