Istituito –dalla Figc Lega Nazionale Dilettanti- il premio alla memoria di Italo Caratù, indimenticata figura di spicco dello sport pugliese, scomparso l’11 marzo 2013 all’età di 70 anni a causa di un male incurabile. La prima edizione del Premio Ospitalità intitolato alla memoria dell’indimenticato manfredoniano al servizio dello sport, è stato assegnato pochi giorni fa a Bari alla società A.s.d. Ragazzi Sprint Crispiano. Motivazione? Per la squisita accoglienza riservata alle squadre ospiti nelle gare interne del campionato regionale di 1° categoria della stagione sportiva 2015 – 2016. A deciderlo il consiglio direttivo del comitato regionale Puglia della FIGC Lega Nazionale Dilettanti di via Nicola Pende a Bari. Per anni docente di scienze motorie in carica presso l’Università di Foggia, Caratù fu anche consigliere regionale del comitato pugliese della FIGC.
“A nome mio e di tutta la famiglia” è stata la dichiarazione del figlio Giovanni “ringraziamo il presidente del Comitato Regionale Puglia Vito Tisci (riconfermato ndc), al quale vanno inoltre le nostre congratulazioni per il suo quarto mandato a capo della FIGC Puglia e a tutti i suoi collaboratori. Un grazie di cuore per aver istituito il premio Italo Caratù e per l’ospitalità. Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che fa sì che la memoria di papà resti sempre viva nei cuori di chi ha avuto l’onore di conoscerlo. Un premio meritato per una persona che ha dato tanto allo sport regionale e nazionale”.
Nel 2014 l’allora presidente Figc Vito Tisci, oggi riconfermato, così ricordò Caratù: “È trascorso già un lungo anno dalla scomparsa del consigliere Italo Caratù, ho perso un amico che ha sempre fornito disponibilità, generosità e ottimismo in ogni problematica affrontata dal mio Direttivo. Italo era un uomo di sport che si è sempre mostrato vicino alle vicende del calcio pugliese e in modo particolare a quello dauno. Ha svolto l’incarico con entusiasmo lavorando attivamente per lo sviluppo del nostro settore senza sosta per oltre diciotto anni”.
Caratù era originario di Roma, ma si considerava a tutti gli effetti manfredoniano sin dal 1968, anno in cui fu nominato professore di ruolo del liceo scientifico Galilei. Assistente ISEF a Foggia negli anni ’70, e successivamente professore di teoria, tecnica e didattica della ginnastica attrezzistica sino alle soglie del 2000, è stato anche giudice della F.G.I. e della F.I.D.A.L., prima di diventare presidente di quello che è stato il suo unico e grande amore calcistico: la Polisportiva Salvemini Manfredonia, che ha diretto ininterrottamente dal ‘79 al ‘94. E’ stato inoltre consigliere federale F.I.G.C. e manager dei Giochi del Mediterraneo di Bari del ‘96. Membro del Consiglio di Presidenza della F.I.G.C. e componente di giunta CONI, è stato insignito della Stella di Bronzo al Merito Sportivo. Ma il riconoscimento al quale Caratù era particolarmente legato era quello riservatogli dal CIO attraverso l’allora presidente Samaranch: “per aver contribuito in modo forte allo sviluppo degli sport olimpici ed alla promozione dell’amore e della solidarietà fra i popoli”.
“Mi manca un amico, un fratello di vita – riferisce Stefano De Bonis di San Giovanni Rotondo, delegato Coni – negli ultimi anni gli sono stato vicino e nei momenti più delicati della sua malattia abbiamo spesso ricordato il suo incontro con Padre Pio. Italo da piccolo frequentava il frate cappuccino grazie al suo legame con la famiglia Cascavilla di San Giovanni Rotondo. Una volta Padre Pio fece il gesto di poggiare la sua mano guantata sulla testa del piccolo Italo, il quale sapeva, dai racconti della sua cara zia Bambina, che dalle mani del frate stigmatizzato fuoriusciva sangue. Spaventato ritirò il capo, tanto da mandare a vuoto il gesto affettuoso del frate. Il quale lo ammonì: “uagliò … chesta man smacchia … nun macchia”.
Fonte: www.sangiovannipress.it
Francesco Trotta