“Il testo unico del vino è legge dello Stato. Produrlo, imbottigliarlo e venderlo sarà più semplice, mentre sarà più difficile aggirare le norme a tutela delle certificazioni e della qualità”. Lo afferma l’on. Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera, commentando l’approvazione all’unanimità del “corpo organico di norme che punta a rilanciare una delle produzioni agroalimentari che meglio identificano il Made in Italy nel mondo”.
“Abbiamo ottenuto che il testo unico fosse approvato in Commissione per velocizzare la procedura e facilitare la discussione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’intero Parlamento ha condiviso la necessità di semplificare la burocrazia per consentire alle imprese vitivinicole di occuparsi di più e meglio della produzione e non delle scartoffie.
Finalmente abbiamo una normativa organica e coerente per la produzione e la commercializzazione dei vini e anche degli altri derivati dalla trasformazione dell’uva: il mosto cotto e i succhi concentrati. A vantaggio tanto delle aziende, che hanno l’opportunità di sviluppare nuovi segmenti produttivi e di mercato, che dei consumatori, ai quali è garantita una più efficiente azione di verifica della salubrità dei prodotti.
A proposito della sicurezza alimentare, la Commissione ha approvato l’ordine del giorno proposto da me e dai colleghi Bordo e Di Gioia con cui si invita il Ministero delle Politiche agricole ad avvalersi dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per la stampa del contrassegno da applicare sulle bottiglie di DOCG e DOC.
E’ anche previsto che aziende agricole e cantine diventino ambasciate del gusto territoriale collaborando alla promozione e alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali certificate.
Nelle sfumature del vino si vedono le tracce della nostra ricchezza agroalimentare e della nostra bellezza paesaggistica – conclude Colomba Mongiello – Con il testo unico abbiamo garantito ai produttori ed ai consumatori un ordinamento normativo più moderno e semplificato per favorire ulteriori margini di crescita e di sviluppo del Made in Italy”.