Martedì 19 Novembre 2024

Quale riforma costituzionale per i cittadini (di P. Delle Noci)

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“… la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità…”. ( Piero Calamandrei)

 

Piero Calamandrei un mirabile vegente? Forse sì.

Forse aveva previsto che il parlamento italiano potesse essere inquinato ed occupato da personaggi privi di spirito, di volontà e d’impegno  nel mantenere le promesse e la proprie responsabilità. I governi e le attività parlamentari dell’ultimo trentennio lo dimostrano ampiamente.

Che la Costituzione necesiti di essere rivista ed adeguata all’evoluzione dei tempi è una imprescindibile esigenza avvertita dalla stragrande maggioranza  degli italiani. E’ proprio per questo che bisogna intervenire per colmare la voragine che si è creata tra le istituzione e i cittadini.

La stragrande maggioranza dei cittadini assiste impotente al continuo cambio di casacca di personaggi eletti in uno schieramento, per la realizzazione di un programma, quanto  poi conquistato la scranna fanno tutt’altro. Una indecenza sancita, in buona fede, anche dai padri costituenti con l’articolo 67 della Costituzione che recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

I padri costituenti non credevano che, il vincolo di mandato, potesse favorire personaggi privi di principi etici e morali. Personaggi che tradiscono e ignorano l’impegno di cittadinie cittadine che hanno creduto nella loro onestà intelletuale e morale.

Nessuno può negare che, un eletto, durante il suo percorso esperenziale possa ricredersi sui principi sbandierati in campagna elettorale. In questo caso, per non tradire il mandato degli elettori, dovrebbe avere il buon senso di dimettersi. Le dimissioni volontarie e incondizionate non dovrebbero essere soggette ai vincoli procedurali dell’articolo 49 del Regolamento della Camera e dall’articolo 118 di quello del Senato; che oltretutto avviene a scrutinio segreto per nascondere dinamiche vergognose. Al dimissionario deve subentrare il primo dei non eletti senza strane elucubrazioni. In assenza di dimissioni volontarie e incondizionate, il voltagabana di turno dovrebbe essere escluso dal vitalizzio e  interdetto da eventuali future candidature a tutti i livelli.

C’è un altro articole che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani vorrebbe modificare; l’art. 68 formato da tre capoversi. Il primo capoverso,  giusta garanzia per i parlamentari, sancisce “l’immunità dei parlamentari e  recita: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.

Il secondo e il terzo capoverso invece sanciscono “l’impunità” per i parlamentari e recitano: Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

Questa è la parte dell’art.68 che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani mal sopporta e che, oltretutto è in netto contrasto coll’art. 3 della Costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignita’ sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Un parlammento in cui si sono annidati personaggi collusi con organizzazioni del malaffare, garantire l’immunità parlamentare significa ostacolare indagini, già irte di notevoli ostacoli, e facilitare l’inquinammento di possibili prove a loro varico.

Un avviso di garanzia per un deputato o senatore dovrebbe creare un rapporto fiduciario e di estrema collaborazione tra il magistrato e il parlamentare; in modo da fugare ogni possibile onta e/o sospetto. Una collaborazione atta a ridurre notevolmente i tempi e i percorsi delle indagini, attraverso una corsia preferenziale e priva di arzigogolamenti vari. Nel frattempo il parlamentare dovrebbe mettersi a disposizione del magistrato per facilitare le indagini ed essere scaggionato da possibili macchie. Un parlamentare “pulito” perchè dovrebbe pretendere l’impunità e ostacolare il corso delle indagini?

Queste le modifiche costituzionali che chiede la stragrande maggioranza dei  cittadini, già dall’era post tangentopoli. L’abolizione dell’impunità parlamentare dovrebbe essere la prima modifica costituzionale del governo Renzi per colmare, solo in parte, la voragine di sfiducia che si è creata tra le istituzioni e i cittadini.

 

Pino Delle Noci

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Commenti

  • La costituzione italiana e’ una c*****a,la prima parte-Diritti e Doveri dei cittadini,con tempo I Diritti sono stati aboliti,restano solo i Doveri dei Cittadini.Articolo 1.L’Italia e’una Republica democratica,fondata sul lavoro.(JAJAJAJA).Articolo 2.La Republica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,e’ una grande BULLSHIT(Inglese)SCHEIßE(Tedesco,per farla breve e’ una presa per il C**O

    Serrot 18/11/2016 19:30 Rispondi

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