Giovedì 26 Dicembre 2024

Costituzione, riforma senato… di Pino Delle Noci

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“Dietro ogni articolo della Costituzione voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perchè la verità e la giustizia potessere essere scritte su questa carta” (Piero Calamandrei).

C’era una volta la Repubblica Italiana, quando i partiti facevano a gara per candidare, a camera e senato, personalità di alto spessore culturale e morale. Oggi, sotto il nome di partito, si celano lobby a cui non interessa la morale e la cultura ma solo subordinazione per realizzare interessi d’ogni genere; pena l’esclusione dai privilegi. Ne è la conferma il confuso e chiassoso parolaio televisivo, dove si afferma tutto e il contrario di tutto che disorienta i cittadini e invita a cambiare canale. Spettacolo indecoroso della politica italiana che alimentare disaffezione alla partecipazione e sfiducia nella classe politica.

Per non portare il cervello all’ammasso ho cercato di capire qualcosa sulla proposta di riforma costituzionale, cercando risposte ad alcuni interrogativi.

L’art. 58 della Costituzione Italiana recita: I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età. Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno“.

La Costituzione Italiana è stata scritta da menti eccelse di uomini e donne che hanno vissuto e sofferto le atrocità delle guerre, delle lacerazioni ideologiche e della tirannia. Forti di tali esperienze ci hanno lasciato in eredità una “CARTA” scritta con meticolosa attenzione; pensando a un sistema paese solidale e sussidiario nel quale viene garantita libertà, democrazia, uguaglianza e parità di diritti e doveri.

Se questo era il proposito dei padri costituenti, composto da studiosi/e, professori/esse, letterati/e, cittadini/e spinti dall’univoco desiderio di scongiurare guerre per garantire pace e prosperità alle future generazioni, perché l’art. 58 della costituzione è scritto in quel modo?

Mentre per eleggere i deputati è necessario avere 18 anni e 25 anni per essere eletto, al Senato può essere eletto solo chi ha superato i 40 anni; da elettori che hanno compiuto 25 anni. Ci sarà un motivo che giustifica la differenza.

La giustificazione trova valore nell’idea che un cittadino a 40 possa avere maturato conoscenze, cultura e capacità di valutazione tali da poter esprimere consigli e giudizi utili a modificare possibili errori prodotti nella formulazione delle leggi partorite dalla Camera.

Con la modifica costituzionale del Governo Renzi, targata Maria Elena Boschi, figlia di quel Pierluigi Boschi indagato per bancarotta fraudolenta per il fallimento di Banca Etruria, il senato viene svuotato delle sue funzioni e la legislazione viene affidata ad un solo uomo: il capo del Governo. Un po’ come il potere di Erdogan in Turchia. Il rischio di una deriva autoritaria nel nostro Bel Paese Italia è molto forte. Una preoccupazione che non è tanto bizzarra se si considera che la modifica alla costituzione è stata realizzata da un Presidente del Consiglio non eletto, con l’appoggio di un pidduista e un bancarottiere p3 e p4 eletti nello schieramento di opposizione.

Il nuovo senato voluto da Renzi, Boschi, pidduisti e bancarottiere p3 e p4 non elimina l’impunità dei nuovi senatori; essendo questi/e signori/e garantisti/e non è escluso che il senato possa diventare un rifugio per indagati e condannati.

Quale contributo possono garantire i nuovi senatori, cooptati dai partiti tra sindaci e consiglieri regionali, per la realizzazione di uno Stato solidale e sussidiario in un momento difficile come quello che l’Italia sta vivendo? Tutto questo avviene sotto gli occhi indifferenti e confuso dei cittadini italiani che quotidianamente vedono demolito lo stato sociale e assistono al pavoneggio del presidente del consiglio, sul piccolo schermo, nel propagandare un “SI COL TRUCCO”.

Ogni italiano dovrebbe fare una semplice considerazione: Può Verdini modificare la “Carta Costituzionale” scritta anche con il contributo di Pertini?

In Italia, negli ultimi tre anni, la corruzione è aumentata del 74%. 585 miliardi di euro, è il differenziale tra i costi della corruzione in Italia e i costi in Germania secondo il calcolo del professore di economia all’Univeristà di Bologna Lucio Picci:«Un ammontare che se fosse ridistribuito agli italiani, farebbe aumentare il loro reddito pro capite di 10.607 euro all’anno».

Questo è uno dei grandi problemi che affligge l’Italia, che interessa i cittadini e che dovrebbe essere l’impegno di un governo serio. Il Governo Renzi, per la modifica costituzionale, si fa scudo proprio di coloro che hanno prodotto i disastri che l’Italia sta vivendo. La sua vera intenzione è portare avanti una riforma costituzionale che utile solo ai “BLACROCK”: lobby europee e mondiali.

I BLACKROCK e il governo Renzi vogliono che gli italiani diventino i cinesi dell’Europa, privi di diritti e carichi di doveri per pagare un debito pubblico alimentato da privilegi e ignorando scientemente il sistema delle corruttele.

Se vince il SI di Renzi, per i cittadini di Manfredonia, il NO a Energas diventerà nullo perché ai popoli delle regioni e dei comuni sarà sottratta ogni possibile decisione nella gestione del territorio. Per questo, dopo il NO all’insediamento Energas ora bisogna lavorare per il No a una riforma Costituzionale utile solo ai poteri forti che vogliono soggiogare totalmente il Popolo Italiano.

Pino Delle Noci

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Commenti

  • Se vincono i si’,a Dicembre,la situazione sara’ gravissima e,per ora,non entro nei particolari…!
    Pino ha gia’ detto molto!
    vincenzo medico pfDV

    vincenzo 16/11/2016 20:04 Rispondi
  • Questa riforma istituzionale si ispira alla prima stesura stilata, all’assemblea costituente nel marzo 1947 da Costantino Mortati che prevedeva una prima parte della costituzione (la più bella del mondo come dicono molti) che fosse risolutiva dei problemi ed una seconda parte che fosse applicativa ed in cui era previsto che il Senato non fosse elettivo e fosse composto direttamente dagli eletti nelle Regioni e nelle autonomie locali e fungesse da Camera Federatrice e non da camera Federale, e cioè fosse l’espressione dello Stato centrale che composto dai rappresentanti locali legiferasse sulle materie concorrenti ed esprimesse il senso della unità nazionale. Ma nel corso del 1947 la guerra fredda scoppio in tutta la sua virulenza e mentre nel marzo 1947 tutti i partiti che avevano partecipato alla lotta di liberazione dal nazismo erano presenti nel Governo Degasperi, nell’ottobre 1947 socialisti e comunisti né erano fuori! E così in assemblea Costituente si arrivò al patto Nitti Togliatti che, nell’intento di garantire sia i governi che le opposizione, previde un Senato che fosse paritario alla Camera, e che fosse elettivo, ma con un sistema elettorale diverso da quello della Camera, che era previsto inizialmente a suffragio universale, ma che poi fu stabilito a collegi uninominali con recupero dei voti inizialmente su base nazionale! Si arrivò così ad “un unicum nel mondo” di due camere elettive che si pronunciano sulle stesse leggi, con le medesime prerogative e procedure e così una legge, anche di prioritari Importanza, deve essere approvata in doppio voto conforme e senza che sia mutata nel passaggio da una camera all’altra neppure una virgola. Quindi al di là degli aspetti opinabili la Riforma Costituzionale del 2016, a 70 anni dalla elezione della Assemblea costituente del 2 giugno 1946, riporta a soluzione gran parte dei problemi, già enunciati nella stessa assemblea costituente, fin dal marzo del 1947, e che solo il deflagrare inarrestabile della guerra fredda lasciò aperti ed incompiuti e che impediscono alla nazione di poter funzionare. Tratto da Stefano Ceccanti Pisa 1961 prof. ordinario di Diritto Pubblico presso il dipartimento di Scienze Politiche a “La Sapienza” di Roma, già senatore, nel 2008-2013, e membro della commissione del governo Letta per le riforme costituzionali autore del testo “ la Transizione è (quasi) Finita” G. Giappichelli editore. QUINDI chi VUOLE che QUESTA NAZIONE FUNZIONI VOTA SI !
    QUESTA È LA VERITÀ!

    gaetano 16/11/2016 18:37 Rispondi
  • Grande articolo. Personalmente lo condivido in pieno. Se non si condannano e non si requisiscono gli averi dei corrotti saremo sempre al punto di partenza.

    Pasquino 16/11/2016 15:11 Rispondi

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