“Riuscire a sfondare in una professione richiede una bramosa fede in se stessi. Devi essere in grado di sostenere i colpi che ti fanno traballare”. Raffaele De Vita usa queste parole per raccontare al nostro giornale la storia della propria esperienza, e in particolare il travagliato percorso che a ottobre gli ha fatto vincere un prestigioso riconoscimento a Sydney, l’Oscar dell’eccellenza per il progetto di illuminazione dell’Hotel Ovolo Woolloomooloo di quella città, nell’ambito dei “2016 Australian Lighting Design Awards NSW Chapter”, appunto i “Premi Australiani 2016 per Progetti d’Illuminazione – Sezione New South Wales”. Raffaele, di fronte le poche possibilità di lavoro che incontrava in Italia, parte diretto a Sydney nel 2008, dopo la laurea in Architettura e un Master in Disegno Industriale. Laggiù studia l’inglese e lavora come cameriere, ma questo non lo frustra perché sa che è solo un passo verso quello che sarà il suo futuro. Alla scadenza del permesso di soggiorno rientra in Italia, e a Roma frequenta il master in Lighting Design finanziato dalla Regione Puglia con i fondi Europei. Questo cambia la sua vita per sempre. “Sarò sempre grato alla Regione Puglia per quello che ha fatto – tiene a sottolineare – non solo per me, ma per tanti altri giovani in cerca di un futuro”. Uno dei professori universitari lo assume prima ancora di finire il master e Raffaele si ritrova a lavorare su progetti per la Città del Vaticano. Lavora nella Cappella Sistina, di notte, a misurare i livelli di illuminazione, per quel magnifico progetto che ha restituito alla Cappella quella luce e che la rende ancora più spettacolare. Ma dopo due anni a Roma, la crisi in Italia spinge Raffaele a ritentare la via dell’Australia. Una settimana prima della partenza gli arriva un’offerta di lavoro per una posizione dirigenziale in un’importante azienda, ma lui decide di affidarsi al proprio instinto e perseguire il lavoro per cui ha studiato. Perciò rifiuta, e nel 2012 riparte. In Australia le cose non vanno subito bene; la nuova condizione comporta molto sacrificio, e poi un lavoro temporaneo, dove lo sfruttano e poi lo licenziano. Quando sta quasi per gettare la spugna e tornare a casa, gli viene l’idea di mandare il proprio curriculum a un’azienda d’ingegneria. Lo chiamano per un colloquio, e nel giro di una settimana firma il contratto. Si tratta della Medland Engineering, l’azienda per cui oggi Raffaele lavora come responsabile del dipartimento di Lighting, e che ha sedi a Sydney, Melbourne, Brisbane e Londra. Grazie alla propria tenacia, e al sostegno incondizionato e costante della sua famiglia, Raffaele ha trovato non solo la propria strada ma il proprio profilo, e – ad usare una parola impegnativa – il proprio “essere”. È questo che gli fa concludere il racconto con calde parole di fiducia: “Il Signore non ci abbandona mai, anche quando non capiamo perché certe cose accadano proprio a noi. Forse tutte le porte erano chiuse o mi sono state sbattute in faccia perché nessuna era la porta giusta. La morale della mia storia è che come manfredoniani, come italiani siamo in grado di soffrire, di stringere i denti e arrivare alla meta prefissata. Non ci si deve abbandonare dicendo ‘il lavoro non c’è’ perché siamo noi che dobbiamo crearcelo o andare dove c’è e crederci fino in fondo”.
Mariantonietta Di Sabato
grande RAFFAELE …COMPLIMENTI