Questa storia ventennale sarebbe alquanto strana se non fosse drammatica e non rischiasse di divenire tragica, non solo per Manfredonia, ma per tutta la Capitanata, se passasse, mai sia, il progetto di deposito Energas.
Ci sarà tempo e momento per parlare di responsabilità, per quell’impianto che si vuole mettere nel nostro territorio, perché questa è una storia che va raccontata tutta e va raccontata a tempo debito, con documenti alla mano. Ora non è il momento. Adesso facciamo finta di dimenticare il passato e parliamo del tempo più vicino a noi e delle sfide che ci attendono. Questa storia inizia con “un preside con la pancia piena” che incontra persone sensibili per parlare di cose che chi ha coniato l’epiteto voleva non fossero mai portate a galla e certo solo chi ha la pancia piena può parlare di queste amenità che adesso abbiamo di fronte a noi e sappiamo di cosa si tratta.
Ma noi che, oltre ad avere la pancia piena, dormiamo poco, abbiamo pazientemente raccolto le firme per mesi, tutti i sabati e tutte le domeniche, anche d’estate fino all’una di notte, anche a ferragosto, ed abbiamo fatto spaventare i nostri amministratori ed i partiti, che puntavano sul silenzio, e poi sono stati costretti a dire la loro, anche se con incredibile timidezza. Con un impegno costante, abbiamo raccolto ben 8000 firme, che abbiamo consegnato nella mani dell’assessorato all’Ambiente della Regione Puglia, dott. Domenico Sant’Orsola.
Il 17 settembre dello scorso anno, nel primo consiglio utile della nuova consigliatura, ho presentato per Manfredonia Nuova una mozione che, con alcune modifiche, ha ottenuto il voto favorevole di tutto il Consiglio Comunale e poi il consenso di tutti i sindacati, di tutti i partiti, di tutte le associazioni, nonché la benedizione ed il consenso del maggior rappresentante della nostra diocesi, vera guida spirituale per tutto il territorio, S.E. Mons. Michele Castoro.
Cosa doveva ancora fare la città per dimostrare il proprio “NO” ad Energas? La mozione impegnava “il signor Sindaco e l’Amministrazione, interpretando le preoccupazioni e le attese di tutta la popolazione, ad attivarsi nelle sedi opportune per opporsi all’insediamento di questo impianto compresa quella del MISE, svolgendo una decisa azione per porre in rilievo il grave rischio industriale per la città e il grave danno ambientale per tutto il territorio circostante ed opporsi al rilascio del nulla osta di fattibilità, evidenziando i limiti del progetto e la mancanza di un rapporto di sicurezza non adeguato alla normativa vigente”.
Avevamo solo da organizzare una grande manifestazione di massa, con il Sindaco alla testa, da noi chiesta e richiesta, per dimostrare quanto la città sia arrabbiata e decisa; dovevamo andare poi presso gli organi decisionali, con tutti i rappresentanti di questa splendida città, alla Regione Puglia e poi al MISE, il Ministero dello sviluppo economico, e far capire che la città non è disposta ad accettare l’insediamento di un impianto di dodici bomboloni di 102 metri contenenti 60 milioni di GPL, un gas che si ricava dal petrolio e considerato ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente “a rischio d’incidente rilevante”?
Invece a questo punto cosa succede? Qualcuno si spaventa, forse c’è dissidio interno o è la disabitudine dei partiti, ormai divenuta cronica, ad avere un contatto con la gente. Qualcuno dall’alto del suo scranno viene in Consiglio e dice: “Palla al centro, ricomincia la partita”.
Chiede un referendum, che noi di Manfredonia Nuova abbiamo considerato dispendioso e fuorviante, perché se uno o due anni fa poteva avere un senso, magari avviare la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema, ora è solo un modo per annullare tutto quello ch’è stato fatto in questo due anni, per mano dei cittadini e di chi si è reso disponibile ad ascoltarli.
E con il referendum cosa si chiede ai nostri cittadini?
Questo il quesito: “Ai fini della tutela di interessi fondamentali della comunità, volete voi che il Comune di Manfredonia, si esprima a favore della realizzazione, sul proprio territorio, di un progetto di deposito costiero di GPL a rischio di incidente rilevante, presentato dalla società ENERGAS S.P.A., costituito da dodici serbatoi di capacità complessiva di 60.000 mc e delle opere funzionalmente connesse?” Cioè si chiedono le stesse cose già approvate dal Consiglio Comunale del 17 settembre 2015. È proprio così!
E adesso sentite questo per sto per leggervi, seguitemi molto attentamente:
“Ricordo a tutti che si rischierebbe di spendere 200 mila euro dei contribuenti per un referendum consultivo del tutto inutile. L’opera alla quale si fa riferimento è considerata per legge strategica. Come ho già detto, la discussione, la ‘partita’ deve essere ‘giocata’ altrove. Per l’Energas abbiamo due strade: quella politica, dettata dalle scelte che la maggioranza di Governo della città deve fare su questioni di carattere ambientale e rispetto alle quali non siamo stati chiamati ad esprimere alcun parere trattandosi di un’opera strategica.. Come Ente andremo a verificare tutte le criticità e le posizioni che potremo assumere affinché questo progetto non si realizzi… La politica si assuma appieno una battaglia consapevole contro la realizzazione dell’impianto Energas. Io sono pronto a fare la mia parte, ad ogni livello ognuno la sua”.
Ma chi le ha fatte queste affermazioni? Io? L’opposizione, ch’era tutta contraria al Referendum? No, queste sono, dalla prima all’ultima, parole rilasciate dal Sindaco Angelo Riccardi al giornale Stato Quotidiano. La via giusta la sapeva già un anno fa, ma qualcuno gliel’ha proibita o egli stesso non ha potuto percorrerla o non ha avuto il coraggio di percorrerla.
Ma non fa niente, noi siamo stati sempre per l’unità. Lo faremo anche questa volta, sebbene pensiamo che i soldi potevano essere spesi diversamente. Noi di Manfredonia Nuova stiamo facendo ugualmente la nostra parte, mettendo a frutto la credibilità che ci siamo conquistata sul campo. Faremo votare e voteremo compatti un NO secco contro l’impianto Energas, perché serva a sensibilizzare le coscienze di tutti, anche di coloro che sono più lontani dalla partecipazione sociale, per le nuove sfide che ci attendono, per evitare un’altra epoca di sofferenza per Manfredonia.
Abbiamo portato il nostro spirito unitario anche nella conferenza dei capigruppo, del 6 ottobre scorso, dove si è deciso all’unanimità, ripeto all’unanimità, che andava costituito un Comitato istituzionale unitario, da eleggere nel successivo Consiglio Comunale, nel quale fare entrare tutti, gruppi consiliari, partiti, sindacati, associazioni e le categorie sociali. Ma nella riunione del Consiglio del 12 ottobre quella decisione non è mai arrivata, perché qualcuno ha deciso di bloccarla per farsi un proprio comitato, con tre membri nominati dall’alto, molto in alto. Facciamo i nostri auguri anche a questo comitato, nominato da chi detiene il potere della città, perché sia utile alla battaglia comune, per questa giusta attività di sensibilizzazione della nostra popolazione.
E termino con un augurio, che mi sento di dire a tutti, con tutta l’anima: NO AD ENERGAS – VIVA MANFREDONIA.
Italo Magno
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No ad Energas!Viva Manfredonia!
(fax di Italo Magno).
vincenzo nulla e niente.