Giovedì 21 Novembre 2024

Secondo incontro su “Educazione alla salute La ludopatia. Un fenomeno emergente

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Numerosi studenti e un folto pubblico hanno partecipato al secondo incontro in calendario relativo al “Terzo corso di Educazione alla Salute – Educazione e dipendenze”. Il tema: “Ludopatia. Un fenomeno emergente”.

L’iniziativa nasce dalla fattiva collaborazione di tre benemerite associazioni: l’U.C.I.I.M. (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), dall’A.M.C.I. (Associazione Medici Cattolici Italiani) e dalla S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie), sez. Dauna, con il valido supporto dell’Arcidiocesi di Manfredonia, Vieste, S. Giovanni Rotondo che continuano a mietere consensi per il costante impegno che profondono sul piano sociale, culturale educativo e sanitario. Un argomento molto scottante quello della ludopatia, o per meglio dire del gioco d’azzardo, definito la piaga del nostro tempo che ha suscitato, in particolare nei giovani presenti, tanto sgomento e nello stesso tempo interesse per i risvolti che tale fenomeno scatena tra coloro che ne sono affetti. Molto incisiva la prolusione del moderatore, dott. Giuseppe Grasso, nonché presidente dell’AMCI locale nel fare riferimento al gioco compulsivo che porta alla dipendenza comportamentale, dovuta al gioco d’azzardo e alla quasi impossibilità di colui che ne soffre di poter guarire. Di notevole interesse le relazioni del dott. Angelo De Giorgi e della dott.ssa Maria De Finis del Dipartimento Dipendenze Patologiche Ser.T. di Manfredonia, i quali hanno illustrato le motivazioni che portano a questo fenomeno, e come nasce la dipendenza dal gioco, che prende il nome di ludopatia, o gioco d’azzardo patologico, definito un disturbo del comportamento. Nell’ultima versione del DSM, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il gioco d’azzardo patologico è stato inserito tra le dipendenze comportamentali”. Con l’ausilio di apposite slides hanno dimostrato che tra le patologie emergenti: oltre alla lotta alla droga e al tabagismo, si è preso in considerazione la ludopatia, fenomeno che anche nella nostra città sta assumendo proporzioni non trascurabili, legato al gioco d’azzardo, alle slot machine, alle scommesse clandestine, sportive, gratta e vinci, lotto, superenalotto e alle lotterie in genere. La necessità di trattare questo delicatissimo e scottante argomento, è scaturita da un’indagine che da tempo i medici conducevano in forma molto riservata, con l’ausilio dei propri pazienti. Ricerca che ha portato alla scoperta di numerosi casi di ludopatia, espressione sub-culturale che può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcool, fino al suicidio. Essa rappresenta una delle piaghe più perniciose del nostro tempo. Secondo il Ministero della Salute, per ludopatia, “s’intende la incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze”.

Il ludopatico per procurarsi il denaro necessario per il gioco d’azzardo e le scommesse è costretto a commettere furti o frodi. L’art 5 del DDL n. 18 del 13/9/2012 include tale patologia nei livelli essenziali dell’assistenza (LEA), in particolare alle prestazioni di prevenzione. Il soggetto ha una necessità impellente di giocare, sempre di più e spesso. Il solo fatto di giocare gli procura piacere, a prescindere dall’esito. Egli è portato ad estraniarsi, a mentire anche ai parenti e spesso arriva alla dilapidazione del proprio patrimonio. Secondo alcuni studi la ludopatia può interessare dal 2 al 4% della popolazione diventando anche un grosso problema per la salute pubblica. E’ la patologia da dipendenza a più rapida crescita tra i giovani e gli adulti. Secondo il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), in Italia il 54% della popolazione è dedita al gioco (oltre 32milioni di persone). Il 50% dei disoccupati presenta forme più o meno gravi di dipendenza dal gioco. Risultano affetti da ludopatia il 33% dei giocatori di videolotterie (il 25% delle casalinghe, il 17% dei pensionati e il 17% dei giovani e studenti dediti al gioco d’azzardo, (in molti casi legalizzato). Come estirparlo? Come curarlo? Due domande emblematiche a cui bisogna dare delle risposte. In primis, è lo Stato da mettere sott’accusa, “biscazziere” per eccellenza che trae notevole vantaggio da questa attività nascondendo i veri dati sulle dipendenze dal gioco. Sul piano della prevenzione bisogna agire nella scuola con incontri a carattere dimostrativo, come insegna l’esperienza di insigni matematici dell’Università di Torino nel dimostrare ai giovani che la possibilità di vincita è infinitesimale e, comunque, il banco è quello che vince. Intervenire su situazioni conclamate il discorso è molto complesso. Intanto, i soggetti affetti da tale patologia vanno intercettati in modo che il medico di fiducia possa coinvolgerli e indirizzarli a strutture specifiche preposte ad affrontare il problema con personale specializzato nelle tecniche di comunicazione, oltre all’intervento specialistico (psichiatrico). Alla luce di queste allarmanti informazioni ci si chiede: Oggi, quanto impegno viene profuso dalla famiglia, dalle istituzioni, dalla scuola, dalla società per cercare, se non di debellare, quantomeno arginare tale dilagante fenomeno?

Matteo di Sabato

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