“Non accettare le caramelle dagli sconosciuti!” Questo è uno dei primi insegnamenti impartiti dai genitori, che sta ad indicare che non bisogna fidarsi degli sconosciuti, e quindi che bisogna stare in guardia da coloro che cercano di attirarci offrendoci qualcosa, apparentemente buono, che desideriamo, per ottenere un altro fine, tutt’altro che nobile.
E’ proprio questo il paragone che rappresenta quello che sta succedendo nella nostra città da qualche tempo, una manciata di caramelle in cambio della propria anima. E’ questo quello che sta cercando di fare l’Energas, comprare l’anima di un territorio con una manciata di caramelle. Infatti, è questo il ricatto al quale siamo sottoposti, che con l’illusione di una manciata di posti di lavoro (le caramelle), cediamo il nostro territorio, la nostra sicurezza, la nostra salute e tant’altro. Un rapporto, che messo sui piatti della bilancia tende solo a favore dell’azienda che ci ha offerto le caramelle, detto in gergo giuridico: un contratto unilaterale, ossia in cui l’azienda ha immensi guadagni, a discapito dell’intero territorio. E’ questo il nostro prezzo? Valiamo così poco?
Abbandonando, per un attimo, la retorica proverbiale voglio fare una riflessione: se questo progetto è così valido, se fosse realmente come vuol far credere la suddetta azienda, anche se la documentazione dimostra tutto il contrario, perché essa sta cercando in tutti i modi di comprare il favoritismo della cittadinanza, con regali natalizi (panettone e bottiglia), promesse di fantomatici posti di lavoro, investimenti sulla squadra di calcio ed altro perché cerca il favore della popolazione con questi sotterfugi, invece di basare il tutto sul progetto stesso? Forse perché, poi, tanto valido non lo è, come dimostrato da tutta la documentazione. Ed allora, arrivo a pensare ad un altro proverbio tramandatoci dagli antichi: “Quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima”! Infatti, è questo quello che vuole l’azienda e chi la dirige, la nostra anima territoriale e per prenderla continua a vestirsi di falsa bontà. La vera natura di questi soggetti, che ci vogliono convincere di falsità, ossia che il deposito non è pericoloso, anche se l’Arpa (agenzia regionale preposta) in quasi tutta Italia afferma il contrario; falsità che il progetto è stato già approvato a tutti i livelli, anche se in realtà è solo un progetto di “massima”, al quale non è mai succeduto un definitivo. Così, le falsità di chi, per tornaconto personale, vuol dissuadere i cittadini dall’andare a votare, diffondendo dicerie che il Referendum è inutile. Nulla di più falso! Pertanto, facendo il Gigi Marzullo della situazione, mi pongo un’altra domanda: se il referendum non fosse un mezzo importante per far sentire la voce della cittadinanza e che quindi non avesse un suo “peso”, perché l’Energas continua a spendere svariati capitali per convincerci del contrario? Infatti, facendo un po’, come si suol dire, i conti della serva, l’azienda ha speso già parecchio per accaparrarsi il favore della popolazione, in modo da cercare di aggiudicarsi il risultato del referendum. Pertanto, se avesse tutte le autorizzazioni, se il referendum non servisse, perché la suddetta azienda butterebbe via i propri danari, per accaparrarsi il risultato di esso? Perché investirebbe tanto capitale arrivando fino ad utilizzare i circuiti delle reti nazionali, unitamente all’immagine di un famoso pugliese per eccellenza, al solo fine di veder fallire il referendum di Manfredonia? Infatti, che tale pubblicità ha solo questo fine, ne è la prova che resterà in onda fino al giorno prima del voto cittadino del 13 novembre prossimo.
Ovviamente, il risultato della consultazione popolare può condizionare la decisione del Governo Renzi e l’Energas questo lo sa bene!
Diffidate da chi dice di non andare a votare, perché vuol far tacere la voce del popolo.
Emanuele Di Sabato
Presidente CoolTourArt
Ass. Turistica, di protezione e sviluppo del territorio
Rispondo a Pasquino sull’articolo 13 del regolamento comunale sul Referendum consultivo che dice che qualora una quesito sia soddisfatto dalle azioni dell’amministrazione debba essere ritirato e non annullato dopo il suo svolgimento.
Il dirigente che ha validato il quesito e, quindi, il referendum (ovvero il segretario comunale) ha ritenuto fattibile il referendum. Non è possibile annullarlo a posteriori. Inoltre il quesito non chiede di modificare il parere urbanistico negativo già rilasciato e che non potrà mai essere cambiato in sede di conferenza di servizi, ma in caso di vittoria (certissima e numericamente importante) del NO di continuare a porre in essere tutte le azioni a tutela del nostro territorio: impugnazione dei decreti, dei pareri di tutto l’iter amministrativo sia davanti alle sedi giurisdizionali italiane che europee. Ma soprattutto portare il NO a Renzi non solo con 25 firme (quella del Sindaco e di noi 24 consiglieri comunali) ma con 25000 voti! Letta lo ha già fatto di disconoscere l’iter concluso di installazione dell’impianto eolico offshore. Ora ci aspettiamo che il buon Matteo Renzi stia sereno e faccia altrettanto.
Rispondo a De Luca chiarendogli che i segretari
, con le modifiche legislative apportate nel tempo, sono un ostaggio dei sindaci e, purtroppo, a volte , sono costretti ad abbassare la testa e dire “obbedisco” Diversamente vengono messi in condizione tali da costringerli al trasferimento. Detto ciò penso e credo che qualcosa in tutta la questione non quadra e, poiché c’è stato qualche ripensamento, qualcuno, in barba al proprio art. 13, ha scaricato la patata, per lui bollente, sui cittadini di Manfredonia. Diversamente perché non ha organizzato manifestazioni? Perché non ha organizzato cortei? A me sembra un NO di facciata con i sottopancia che girano per il contrario. Saluti
Buonasera non vorrei essere pessimista ma vorrei dire che in questa citta c’è una grande ipocrisia, vogliamo scommettere che energas sponsorizza il manfredonia calcio x una formazione x la serie A stravince il si?? E non é un caso che molte vittorie politiche sn passate x il manfredonia calcio…….. ;-(
La nave di veleni non ha potato morte a Livorno ma tanto lavoro e soldi. Decine di depositi di Gpl, piccoli e grandi, sono presenti in Italia e nel mondo senza problemi. Manfredonia non vuole lavoro ma assistenza.
Buongiorno.
Bravi, che con poche parole avete detto tutto, sono d’accordo anch’io sia con Emanuele Di Sabato che con Pasquino…ormai a questo punto, visto che il referendum è stato indetto, è sacrosanto e giusto votare (anche se io sono tra quelli i quali pensano che questo referendum è un po’ tardivo, andava fatto prima, almeno un anno fa, prima del parere del CTR); ci vuole un “GRANDE NO”, ma ho un timore, che è proprio quell’articolo 13 del regolamento del referendum: perché è stato messo quell’articolo? Chi lo può impugnare? In effetti il referendum sarebbe nullo vista la delibera consigliare del 21 settembre 2015. E perché il quesito chiede ai cittadini se vogliono che il Comune di Manfredonia si esprima a favore o contro (visto che l’ha già fatto il 21.09.2015) invece di chiedere ai cittadini stessi se vogliono o no l’installazione di questo deposito, senza rimandare la palla al Comune?
L’ho chiesto anche più volte a “quel loquace” del sindaco, che però a tutti a risposto fuorché a me!
Inoltre, sentendo l’intervista di Stato Quotidiano a Menale, oltre ad essere stato, come è ovvio, demagogico e evasivo nelle risposte, ha detto cose ancora più inquietanti, che mi hanno fatto pensare che questa è solo la punta dell’iceberg, che sotto ci sia un progetto ancora più grande e pericoloso: visto che vorrebbero delocalizzare il deposito di Napoli Est (viste anche tutte le porcate che hanno fatto lì), e non avendo depositi e impianti sulla costa adriatica, se avessero in mente di partire con un deposito e poi impiantare una bella raffineria che sfrutti al massimo il deposito più grande d’Europa?! Ed all’inizio ce lo passano come un semplice ed “innocuo” deposito?!
Non fate come noi tarantini schiavi del lavoro….NON ACCETTATE I RICATTI.MANFREDONIA SALVATI
Egregio Pasquino,
È certo che bisogna continuare a lottare! Questo impianto approderà nella nostra città, solo se saremo noi a permetterlo. Vedi il caso della nave dei veleni, che i manfredoniani sono riusciti a scacciare!
Il referendum non è risolutivo, ma ha un peso notevole, al punto da essere un grande passo avanti. Inoltre, l’azienda ha detto, tramite il presidente del CDA, che in caso la popolazione esprimerà il suo
dissenso a tale progetto, abbandoneranno il progetto.
Egregio Di Sabato lei veramente crede alle dichiarazioni del dirigente energas che, in caso di vittoria del NO referendario, abbandoneranno il progetto? E’ la dichiarazione di Menale, a me e’ sembrata più una velata minaccia, che in caso di vittoria del NO avrebbe trattato con l’amministrazione comunale? L’aver cambiato la destinazione d’uso di quei terreni, perché? L’aver riperimetrato il parco nazionale del Gargano che insisteva anche su quei terreni, perché? Conoscendo il mondo della pubblica amministrazione non credo che si sia fatto tanto per fare? Io la vedo dura ed insisto nel dire che sarà necessario passare alle vie di fatto così come successe con la nave dei veleni e con un paese bloccato per alcuni giorni in entrata ed in uscita. Parafrasando, noi speriamo di cavarcela. Saluti
anche la deep sea carrier doveva arrivare a Manfredonia……
in quell’occasione si riuscì ad averla vinta!
Egregio Di Sabato se lei legge l’art. 13 del regolamento per l’indizione dei referendum, approvato dal consiglio comunale di Manfredonia, e dopo legge la deliberazione consiliare con la quale lo stesso consiglio ha detto NO ad energas forse, facendo due più due, si renderà conto della farsa in atto. Che si debba votare NO al referendum, e’ cosa sacrosanta, ma anche vincendo il NO, considerando che tale impianto e’ ritenuto strategico nazionale, sarà dura. La decisione finale spetterà al governo e basta un decretino, già sappiamo che il santo che fa 14, San Mangione, ha già ampiamente dimostrato la sua capacità, per appiopparci quel mastodontico impianto. Ora ricordando i nostri padri che dicevano “vis pacem para bellum” prepariamoci alla guerra. Con il NO referendario vinceremmo solo una battaglia, ma se mostreremo anche i denti la vittoria finale arriderà al popolo manfredoniano.