Una pioggia di polemiche si è riversata su Lino Banfi in questi ultimi giorni per via di una serie di spot televisivi a sostegno dell’offerta energetica dell’Energas. L’attore celebre per la fierezza della sua pugliesità avrebbe rinnegato le proprie origini recitando per una compagnia che sta cercando in tutti i modi e con tutti i mezzi di imporre alla cittadinanza la realizzazione di un mega deposito di GPL. Tali polemiche proprio perché scaturite all’interno di un quadro già abbastanza critico sembrerebbero dettate dalla rabbia e dalla tensione del momento ed appaiono pertanto sommamente sterili e illogiche. Bisogna essere onesti: gli spot non rappresentano il sostegno di Banfi all’istallazione dell’impianto di GPL. Non rappresentano un invito a votare sì al referendum del 13 novembre. Sono semplicemente messaggi promozionali a sostegno del prodotto fornito da un privato come se ne vedono tanti sulle reti televisive. Messaggi, fra l’altro, girati più di otto mesi fa a seguito di un contratto firmato tempo prima. Non è plausibile credere ad una sua conoscenza dell’utilizzo strumentale degli stessi da parte della compagnia. È inoltre comprensibile (anche se difficile da buttar giù proprio per via della sua pugliesità) il diplomatismo nella replica dell’attore alle accuse rivoltegli. Ad essere ancor più onesti, in questa vicenda pubblicitaria, risulta di fatto logicamente coerente con le regole del mercato il comportamento dell’Energas. La compagnia ha adoperato un volto bonario, simpatico, schiettamente genuino e popolare per sottolineare la bontà, l’affidabilità e la sicurezza del proprio prodotto. Niente dunque di cui scandalizzarci. È la pubblicità bellezza, si potrebbe dire parafrasando Humphrey Bogart. Ciò non preclude, tuttavia, che l’operazione in generale sia moralmente scorretta. La pubblicità rientra nel lavoro ai fianchi sulla psiche dei cittadini che l’entourage del Menale sta compiendo da alcuni mesi, e che è già passata per l’acquisizione del Manfredonia Calcio, visto che la sua programmazione terminerà esattamente il giorno precedente la chiamata referendaria. Moralmente scorretto non è stato Banfi né il contenuto degli spot. Moralmente discutibile è l’utilizzo fàttone. La feroce polemica antibanfiana del primo cittadino lascia pertanto il tempo che trova. Il suo attivismo dell’ultima ora in merito alla faccenda Energas, se ha trovato una canalizzazione nel referendum consultivo, in questa occasione ha debordato finendo per travolgere il povero Nonno Libero. Non è così che si può però recuperare il ritardo prodotto prima di sostenere con convinzione piena il no al progetto impiantistico. Lasciamo dunque stare in pace Lino Banfi e non imbrigliamolo in questioni (non solo) politiche. Non vi è un Banfi a doppio petto, amante della Puglia e fiero di essere pugliese a seconda di chi lo scritturi. Anzi, sempre ad essere onesti, è indirettamente grazie a Lino Banfi se questa “cazzeta” dell’Energas ha raggiunto gli onori della cronaca nazionale.
Domenico Antonio Capone
Fate i seri e astenetevi dallo strumentalizzare il grande Lino Banfi!
Siamo rovinati, l’unico e solo problema di Manfredonia è ENERGAS
Caro Sindaco e Amministratori il grande e grave problema di Manfredonia siete voi…….VOGLIAMO LAVORARE parlate di posti di lavoro abbiamo fame