Un vulcano sotto il Gargano. E’ un record. Il più grande deposito costiero di gas dell’Europa. Qualcosa di catastrofico tra mare e terra, che si realizzerà a breve, a meno di una mobilitazione popolare come quella contro l’Enichem negli anni ’80, comunque a sostegno di una guerra legale presso la giustizia europea, perché quella tricolore è ormai venduta al miglior offerente.
Un progetto speculativo e deleterio che viola palesemente la convenzione di Aarhus e la legge italiana di ratifica numero 108 dell’anno 2001, e calpesta le direttive Seveso, in particolare la terza.
Dalla commedia alla tragedia il passo è breve, ma l’ordigno ad alto potenziale distruttivo può essere ancora disinnescato, e rispedito al mittente con gli interessi, perché le solite istituzioni affaristiche non hanno tenuto conto della volontà del popolo sovrano. L’aspetto non è marginale ma fondamentale in uno Stato di diritto, prima che i terroristi foraggiati dalla multinazionale Q8, convolino a nozze.
D’altro canto, invece di sanare quel magnifico territorio ferito da un petrolchimico, lo staterello italidiota, continua a distruggerlo, grazie anche all’aiuto di alcuni autoctoni, non senza consentire ai soliti mafiosi in doppiopetto di speculare sulla prossima rovina altrui. Invece di promuovere un turismo di qualità in armonia con la natura, si programma la morte di una terra pregevole ricca di storia antica.
Come si fa soltanto a pensare di impiantare qualcosa di letale e distruttivo in un’area altamente sismica, a rischio idrogeologico e di subsidenza. Facile? Non tenendone conto. Un territorio ricco di tesori ambientali, archeologici e storici. Una zona, peraltro, dove campeggia ad un tiro di schioppo una base militare dell’aeronautica, proprio dove stazionerà il cacciabombardiere nucleare F 35. Insomma, un obiettivo altamente sensibile, a rischio attentati, ed ovviamente, incidenti rilevanti.
La Regione Puglia ha espresso parere favorevole (delibera di giunta regionale numero 1361 del 5 giugno 2015, a firma di Nichi Vendola), mentre il Comune nicchia, anzi fa melina con un sindaco del pd, come attestano i documenti ufficiali. In ogni caso, contano come la carta igienica quando si è appena liberati di un peso. Singolare coincidenza: l’attuale governatore pro tempore, Michele Emiliano, dello stesso piddì, non ha revocato l’atto autorizzativo di Vendola. Nondimeno, l’inquilino, sia pure abusivo di palazzo Chigi è a capo del medesimo piddì.
Occorre tener presente la legge “Sblocca/Sfascia Italia”, evidentemente incostituzionale, elaborata materialmente dalle lobby speculative che manovrano l’ineletto Renzi. Secondo i truffatori statali, il deposito è addirittura opera strategica per l’Italia.
Il referendum consultivo è fumo negli occhi – a parte lo spreco di 200 mila euro dei contribuenti – è del tutto inutile, l’opera è considerata per legge strategica. La partita si gioca altrove e tutti lo sanno bene. Ma diamo un’occhiata alle normative vigenti:
Art. 37. Misure urgenti per l’approvvigionamento e il trasporto del gas naturale.
- Al fine di aumentare la sicurezza delle forniture di gas al sistema italiano ed europeo del gas naturale, anche in considerazione delle situazioni di crisi internazionali esistenti, …., gli stoccaggi di gas naturale e le infrastrutture della rete nazionale di trasporto del gas naturale, incluse le operazioni preparatorie necessarie alla redazione dei progetti e le relative opere connesse rivestono carattere di interesse strategico e costituiscono una priorità a carattere nazionale e sono di pubblica utilità, nonché indifferibili e urgenti ai sensi del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327″.
Legge 239/2004
ART. 8-bis…… nel caso di mancata espressione da parte delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di intesa, comunque denominati, …….nonché nel caso di mancata definizione dell’intesa….. il Ministero dello sviluppo economico invita le medesime a provvedere entro un termine non superiore a trenta giorni. In caso di ulteriore inerzia da parte delle amministrazioni regionali interessate lo stesso Ministero rimette gli atti alla Presidenza del Consiglio dei ministri, la quale, entro sessanta giorni dalla rimessione, provvede in merito con la partecipazione della regione interessata.
Legge 327/2001
Art.52-quinquies.
- Per le infrastrutture lineari energetiche, l’atto conclusivo del procedimento è adottato d’intesa con le Regioni interessate, previa acquisizione del parere degli enti locali ove ricadono le infrastrutture, DA RENDERE ENTRO TRENTA GIORNI DALLA RICHIESTA, DECORSI I QUALI IL PARERE SI INTENDE ACQUISITO. 6. In caso di mancata definizione dell’intesa con la Regione o le Regioni interessate nel termine prescritto per il rilascio dell’autorizzazione, …. si provvede, entro i successivi sei mesi, a mezzo di un collegio tecnico costituito d’intesa tra il Ministro delle attività produttive e la Regione interessata, ad una nuova valutazione dell’opera e dell’eventuale proposta alternativa formulata dalla Regione dissenziente. OVE PERMANGA IL DISSENSO, L’OPERA È AUTORIZZATA nei successivi novanta giorni, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, integrato con il Presidente della Regione interessata, su proposta del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro competente, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano”.
Quando Energas ha presentato l’istanza del progetto al municipio, il Comune vagava, silenziava, palleggiava, faceva lo gnorri, si scalcolava, scodinzolava, nominava Commissioni per studiare l’ovvio.
Allora, che fare? Sciopero generale ad oltranza, tanto per cominciare. Le risorse su cui contare sono in primo luogo le giovani intelligenze e la creatività, la nonché la salvaguardia concreta e reale dell’intera Daunia. Altro che politicanti da barzelletta.
di Gianni Lannes
riferimenti:
http://www.minambiente.it/pagina/la-direttiva-seveso-iii-decreto-legislativo-26-giugno-2015-ndeg105
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32012L0018
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/14/15G00121/sg
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/08/come-arrestare-il-progetto-letale.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=manfredonia
Ma andare finalmente un po’a lavorare no?
Meglio la morte da leone
Chi va al miramare è uno sporco giuda della nostra città!
Si cominci col disertare il “Miramare”!
Se qualcuno ancora lo frequenta,o è ebete,o incosciente o pazzo!
Lasciamoli tutti,Presidente e colpevoli varii!Stiamo alla larga da certa gente,che vuole del tutto cancellarci dalla faccia della Terra!
E se calciatori ed altri,persistessero,si assumino tutte le responsabilita’!
Un’amante di Manfredonia col cuore in mano.
vincenzodott
Bisogna essere uniti come gli anni 80 non dargli vinta a qualsiasi costo ne vale la nostra vita e quelle future
Manteniamo alta la guardia! Speriamo Iddio che è come dice l’amico NOenergas! Speriamo che cada il governo Renzi poi i suoi amichetti se lo sognano il megadeposito.
CON LO SCIOPERO senza prima conoscere il volere dei cittadini non serve a niente, si rischia di essere in pochi, invece il referendum legittima lo sciopero.
E se con il referendum e lo sciopero che si succederanno non dovrebbero bastare, si può appellare al decreto ultimo,quello del 22/12/2015 del Ministero dell’ambiente che prescrive una serie di prescrizioni per ottenere l’atto autorizzativo finale, quello che manca a Energas per l’inizio lavori.
Tutte le prescrizioni (quarantanove), sono sotto la vigilanza del Comune, Arpa, Regione Puglia e Ministero, qui entra in gioco il controllo ai controllori, dobbiamo noi cittadini vigilare e denunciare alle autorità competenti.
Inoltre si sono aggiunte quelle del CTR, che sommate a quelle del Ministero,vanno a fare un quadro di difficile risoluzione per Energas,dovrebbe trovare tante soluzioni che fanno spendere soldi e tempo, tipo il piano di sicurezza, che va fatto in collaborazione con il comune, le Asl, i cittadini, ecc.
Se puntiamo a tutte le prescrizioni, l’autorizzazione finale da parte del Ministero l’avranno tra trent’anni.
C’è solo un piccolo problema energas ha il potere del dio denaro e si sa, perché notorio a tutti, che Santo Mangione fa 14 e fa aprire tutte le porte ed ottenere tutti i permessi. Poiché è risaputo, i vari scandali politici insegnano, che è tutto un do ut des, credo che l’unica strada veramente fattiva sia quella delle manifestazioni contro l’installazione energas. Come ultima opzione quella di organizzare, sempre civilmente ed in segno di protesta, l’occupazione dei terreni di Santo Spiriticchio. Altre soluzioni, in questo momento, non ne vedo. Saluti
A darti retta, bisognerebbe fuggire da Manfredonia al più presto.
Siamo una popolazione di balenghi. E per questo il deposito si farà. Ma io sarò sempre li a dire “C’n’uajì!
UN MOSTRO SPAVENTOSO! NON TI VOGLIAMO! VADE RETRO!!