Una storia moderna con un dejavù da inizio ‘900: andare via dall’Italia nel fiore dei propri anni, raggiungere gli Stati Uniti d’America per vedere coronato il proprio sogno professionale e di vita. Nei giorni in cui si fa un gran parlare di trasferimento all’estero dei giovani italiani e della discussa riforma del sistema scolastico nazionale, ecco la storia di Annalina Vaira, trentenne di Manfredonia che dallo scorso luglio insegna presso la ‘Penn State University in York’ nello stato della Pennsylvania.
Se nei due secoli precedenti gli italiani partivano con una valigia di cartone in cerca di alterne fortune, pronti ad affrontare il difficile ambientamento nel non facile ambiente sociale ed economico d’America, Annalina è volata negli States con grande determinazione ed un profilo professionale di spessore, che in breve tempo hanno consentito al suo sogno di diventare realtà.
“Ho sempre creduto in quello che facevo, sopratutto nei lunghi anni di studio che mi hanno permesso di tagliare questo traguardo, motivo d’orgoglio per me e per la mia famiglia – racconta Annalina Varia -. Mi sono laureata a Bari in ‘Lingue e letterature straniere’, precisamente in “Traduzione Tecnico Scientifica’, nel novembre del 2013 ed ho anche conseguito la Laurea Magistrale. Qualche tempo prima sono stata per un mese a New York City ed ero già affascinata dagli Stati Uniti d’America; dopo la Laurea ho iniziato a ‘lavoricchiare’, ma ho sempre sognato l’America!”.
Annalina non molla la presa e torna negli States nel luglio 2015 con un visto da turista per 3 mesi. “In quel periodo scopro che la ‘Penn State University’ stava per assumere attraverso concorso interno degli esperti linguistici, tra cui c’era un solo posto per l’insegnamento della lingua italiana. A gennaio di quest’anno – aggiunge – sono ritornata in America ed a fine febbraio ho sostenuto e superato il mio primo esame scritto, al quale è seguito il colloquio orale che prevedeva la simulazione di una lezione in classe di fronte a studenti statunitensi e ad una commissione di professori. Finita questa prova, dopo pochi giorni mi hanno comunicato l’esito finale: avevo avuto la meglio sugli altri due ragazzi che concorrevano con me , una ragazza spagnola ed un ragazzo canadese. Credo sia stato uno dei giorni più belli della mia vita; la commissione si congratulava per la mia preparazione e posso dire di essere orgogliosa di aver studiato a Bari”. Quindi da metà luglio Annalina Varia inizia a lavorare per la ‘Penn State University’, che le ha proposto di conseguire presso la loro sede un Dottorato di Ricerca.
Ma è stato difficile ambientarsi? Si sente un cervello in fuga? Consiglieresti questo “atto di coraggio” ad altri giovani?
“Non e’ sicuramente facile, ma per queste scelte serve coraggio – evidenzia la docente- . Mi sento un cervello in fuga già da quando nel 2012 avevo vinto una Borsa di Studio a Parigi; da quel momento ho avuto contezza che quello che volevo fare, purtroppo, non potevo farlo in Italia, o almeno non me ne veniva data la possibilità. Consiglio ai giovani di studiare e sicuramente di inseguire i loro sogni. Ad esempio, in America la meritocrazia e’ sovrana. Non credo che restando in Italia avrei potuto trovare spazio in questo momento per quelle che sono le mie competenze. Magari tra vent’anni…”.
Carriera a parte, c è qualcosa dell’Italia che manca ad Annalina Varia?
“Mi manca la mia terra , mi manca Manfredonia. Sono felice di esserci nata e vissuta perchè con me ho portato tutto quello che di buono la mia città mi ha dato, sopratutto la schiettezza e la genuinità. Sono figlia di un grande uomo. Mio padre Nicola ha sempre sacrificato sè stesso per me. I suoi sacrifici mi hanno permesso di arrivare dove sono – prosegue -. Perciò spero che oggi lui e la mia famiglia oggi siano fieri e soddisfatti. Come disse il grande Nelson Mandela: «L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra»”.
Un anno da incorniciare per Annalina Vaira che oltre al lavoro, Oltreoceano ha trovato l’amore. “A dicembre mi sposo nella mia amata Manfredonia con Brandon, un americano doc. Auguro ai tanti e validi giovani della mia terra le mie stesse fortune, ricordando loro di non abbattersi assolutamente davanti ai primi ostacoli ed alle porte chiuse in faccia, perchè con la tenacia, prima o poi, i propri sogni diventano davvero realtà”.
anch’io sono “dovuto” andare via da Manfredonia, non sono fuggito ma di certo sono stato costretto per motivi di lavoro. il mondo è grande e c’è posto per tutti e di tutti i pugliesi che ho incontrato i manfredoniani sono come Annalina: i migliori
Un encomio a questa ragazza. Ma, il fatto di aver trovato lavoro all’estero, non significa che sia fuggita. Anche io sono dovuto andare via da Manfredonia, per motivi di lavoro, non sono certo fuggito. Il mondo è grande e ognuno deve trovare la sua strada.