Domenica 24 Novembre 2024

Manfredonia in MoVimento: "Quesito impugnabile, chiediamo di rinunciare al referendum"

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Oggi ci si trova ulteriormente costretti ad esprimere un punto di vista in merito alla vicenda EnerGas e al  referendum consultivo dedicato per evidenziare le distorsioni che si sono fino ad ora adoperate per rendere la realtà fonte di immaginazione, staccandola da una concreta visione di atteggiamenti e azioni portate avanti negli anni.  Abbiamo sempre creduto nella forza della Verità e nella ViVacità d’espressione, dando voce a tutti i cittadini, indistintamente, organizzando comitati di salvaguardia o coordinamenti di tutela del territorio, ma a nulla di ciò è servito a far emergere la gravità della questione dal primo cittadino, che continuava a ribadire la “falsità della notizia” e invocava la strumentalizzazione politica, forse perché in scadenza del suo primo mandato. Manfredonia non ha bisogno di salvatori last minute o di coupon spendibili al primo consiglio utile: a nulla serve schierarsi contro il progetto del mega deposito avanzato da EnerGas-Q8, se poi le parole non vengono supportate dai fatti che ancor oggi latitano. Noi non ci fidiamo, non ci siamo mai fidati e soprattutto non emergono azioni rilevanti che ci facciano riconsiderare le nostre posizioni.

GLI ULTIMI VENT’ANNI per Manfredonia sono stati caratterizzati da lotte sociali, traguardi economici mal conseguiti e ricadute sanitarie IMMENSE. Ora si continua a usare la semantica per distrarre e indurre in errore le masse.  Nel caso specifico il popolo deve solamente dire Si o No, senza essere informato sulle ricadute territoriali e sulle dinamiche sociali di una qualsiasi sua risposta. Le seguenti critiche sono da leggere in chiave costruttiva e finalizzate ad una concertazione di intenti e utili ad individuare la soluzione per cacciare questo nuovo incubo.    Prima riporteremo il quesito referendario: “Ai fini della tutela di interessi fondamentali della comunità, volete voi che il Comune di Manfredonia, si esprima a favore della realizzazione, sul proprio territorio, di un progetto di deposito costiero di Gpl a rischio di incidente rilevante, presentato dalla società EnerGas Spa, costituita da dodici serbatoi di capacità complessiva di 60.000 mc e delle opere funzionalmente connesse?”  Le opzioni sono SI o NO. I cittadini saranno liberi di scegliere?  NO, affatto, il contrario: questo referendum elimina l’azione popolare, come vincolante nel merito della decisione di istallazione del deposito EnerGas, in più conferisce al Comune il ruolo di decisore finale, attraverso una possibile espressione “non favorevole” nei riguardi della società napoletana. Ma il Comune di Manfredonia non si era già espresso all’unanimità nella seduta  Consigliare del 17.09.2015, dichiarandosi apertamente a favore del No, con delibera n. 28? Repetita juvat? Basta non citare le leggi Seveso II e III, per trovare la quadra? Sicuri, infine, che dicitura “opere funzionalmente connesse” non sia ambigua? Non si poteva elencare il protocollo della pratica ministeriale per ovviare a zone d’ombra?  Ammettere che il Si o il No vincolino il Comune ad agire nei riguardi di EnerGas è come affermare che un marito deve chiedere alla moglie se può usare il bagno di casa: la domanda non sarà vincolante ai fini dell’uso, ma solamente ai fini del momento storico (potrebbe essere occupato).   Ricordiamo che l’Europa  in risposta ad una interrogazione riguardante l’annosa vicenda EnerGas, per violazione delle direttive 79/409/CEE (uccelli) e 92/43/CEE (habitat) enunciò: “[…] autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell’opinione pubblica” (prescrizioni di cui all’art.6 paragrafo 3 della direttiva 92/43/CEE). […]” Come spiegare, oggi, ai cittadini interpellati sul Referendum che non si sia lavorato in questo verso?

IL PARADOSSO DEL REFERENDUM: Vincendo il No il Comune si sentirà in dovere di non esprimersi favorevolmente, come, già, fece con la delibera n. 28, che non sortì alcun vantaggio. E cosa pensate possa cambiare? Nulla! TUTTAVIA IL RISULTATO SAREBBE ANALOGO SE A VINCERE FOSSE IL  SI.   Ci chiediamo come farebbe infatti il Comune di Manfredonia ad esprimersi “a favore dei 60.000.000 di litri di Gpl e delle opere funzionalmente connesse”, se sotto il profilo più generale delle nuove norme adottate in materia di sismicità (DM 14/1/2008) si evince grave carenza di dati per quel che riguarda la subsidenza e la liquefazione in caso di terremoti, avvalorate dallo studio portato avanti dal dipartimento di scienze della terra e geo ambientali di Bari, a cura dei professori Tiggiani, Refice, Capolongo, Bovenga e Caldara.  A conferma di ciò la diffida inoltrata dal portavoce  Luigi Di Maio*: come farebbe il Comune di Manfredonia ad “esprimere una valutazione veritiera se il livello della progettazione presentata nello studio di impatto ambientale, dato il rilevantissimo impatto del progetto sull’ambiente circostante, è risultato ampiamente insoddisfacente, dal momento che non è stato possibile, per le autorità preposte, valutare aspetti rilevanti di incidenza?   Lo stato della procedura: dal consiglio comunale non è emerso chiaramente che il NOF del CTR della Regione Puglia (Emiliano GRANDISSIMO ASSENTE) è stato posto in essere e chiunque può controllare quanta informazione ci sia stata su questo iter da parte delle istituzioni e dei partiti locali; i cittadini potrebbero domandarsi i motivi per i quali non si sia dettagliatamente informata la comunità sull’insediamento a noto rischio rilevante, avendo il CTR Puglia rilasciato consenso con prescrizioni. Ricordiamo che l’assessore Giannini non ha risposto all’interrogazione in Regione sul rischio sismico e idrogeologico pertinenti al progetto. Se questo è l’impegno di Emiliano…unica arma ancora in mano è la MOBILITAZIONE POPOLARE DI PIAZZA.  Il Comune sa benissimo che se volesse non avrebbe bisogno di nessun Referendum, ma solamente della propria AUTONOMIA o di un po’ più di responsabilità!  Va ricordato infine che secondo quanto enunciato nella convenzione di Aahrus, il governo di un popolo deve, prima ancora di intessere rapporti con società o altro, informare i propri cittadini sulle ricadute, oltre che ambientali, anche sociali. Spiegarne i motivi e far comprendere le scelte. Essere, insomma, come un buon padre di famiglia, che tenta sempre di porre i cari in una situazione di sicurezza. Pensiamo, alla luce di quanto accaduto, che l’affair EnerGas abbia volutamente interessato i pochi e di contro visto insorgere i malumori dei molti. Ci chiediamo, allora, a cosa serva aver partorito un quesito del genere, nonostante ci siano state sempre, da parte nostra, volontà a screditarne l’uso. Chiediamo, allora, di rinunciare a questo Referendum. Il quesito referendario è impugnabile, lo sanno tutti, anche i bomboloni!

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Commenti

  • Quoto ogni singola parola, è la fotografia perfetta della situazione.
    Ciononostante però aggiungo che se l’inutile referendum si farà, bisognerà presentarsi alle urne e votare NO ENERGAS!

    EchiMolari 06/10/2016 8:28 Rispondi
  • Ma fatemi il piacere, io ho il diritto di dire la mia “SI” o “NO”, andate a vedere dove sono gli altri sprechi.
    8000 firme non sono l’espressione di Manfredonia.
    Sono d’accordo il quesito è una schifezza.

    No Energas 05/10/2016 20:05 Rispondi
    • Hai ragione per l’espressione della tua volontà, ma voglio farti sapere quanto segue. Quando Zapponeta e’ diventata comune autonomo, l’amministrazione di Manfredonia, all’epoca di sinistra, con delibera consiliare autorizzò il distacco di quella frazione, senza indire nessun referendum come hanno fatto Venezia con Mestre, Bari con Palese,etc. Se allora e’ bastato il parere favorevole del consiglio comunale perché ora non basta il parere negativo del consesso per dire NO ad energas? A me questa situazione puzza di inciucio per non dire altro. Saluti

      Pasquino 06/10/2016 20:10 Rispondi

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