Documento di Sinistra Riformista sulla fase politica e organizzativa del PD foggiano
La stagione delle Feste de l’Unità è conclusa e per la prima volta nei 9 anni di vita del Partito Democratico in Capitanata non si è celebrata quella provinciale.
Il simbolo della nostra vitalità politica e capacità organizzativa diventa lo specchio delle difficoltà di elaborazione e direzione che da più di un anno limitano la nostra capacità di agire nella comunità di Capitanata.
E’ una constatazione di fatto, oggettiva; non una dichiarazione polemica.
Rendiamo leggibile e percettibile all’esterno ciò che tutti noi abbiamo già letto e percepito, perché avvertiamo il dovere di riprendere, a partire da oggi e da questo documento, il filo del dialogo con i dirigenti, i militanti, gli elettori del Partito Democratico interrotto, con evidenti esiti negativi, a causa delle difficoltà mostrate nell’affrontare l’attuale fase politica.
La vittoria alle regionali del 2015 e la conseguente nomina all’Assessorato regionale al Bilancio del segretario provinciale Raffaele Piemontese hanno fatto emergere quali e quante difficoltà siano determinate dal doppio incarico politico-amministrativo.
Nonostante il suo impegno e la sua disponibilità, il PD di Capitanata ha inevitabilmente risentito l’assenza di una guida coerente e costante dei processi politici.
Garantita a fasi alterne dal Coordinamento di reggenza, la cui capacità operativa è stata minata in origine dalla sua stessa composizione: rappresentanti istituzionali di primo livello, con ruoli di particolare rilievo in sedi anche fisicamente distanti da Foggia.
Affiancare i parlamentari e i consiglieri regionali al segretario provinciale è stata una scelta che abbiamo condiviso, anche e soprattutto in ragione della sua provvisorietà.
Dalla nomina del Coordinamento alla convocazione e allo svolgimento del Congresso provinciale non sarebbero trascorsi più di 3 mesi.
Invece ne sono passati 13 e ci ritroviamo senza Congresso, senza Coordinamento e con un segretario provinciale a mezzo servizio.
Nel frattempo le elezioni amministrative hanno segnato un ennesimo arretramento del Partito Democratico in termini elettorali e politici. Anche a causa delle nostre incertezze e irrisolutezze, non siamo stati capaci di cogliere le opportunità derivanti dalla crisi e dalla frammentazione del centrodestra né di lavorare convintamente per rafforzare l’orizzonte politico del centrosinistra. Opportunità che i rappresentanti della cosiddetta ‘società civile’ sono stati capaci di mettere a frutto con opportunismo e cinismo, in alcuni casi ricevendo anche l’appoggio e il sostegno, più o meno dichiarato, di nostri dirigenti.
Proprio l’esito negativo della tornata elettorale – solo parzialmente mitigato dai risultati positivi di San Marco in Lamis e Zapponeta -, insieme alla decisione della segreteria nazionale di sospendere i congressi territoriali fino allo svolgimento del refrendum costituzionale, ha determinato la decisione della Direzione provinciale, assunta l’1 luglio a larghissima maggioranza, di sostituire il Coordinamento di reggenza con un nuovo Esecutivo politico da nominare su proposta del segretario provinciale Raffaele Piemontese.
Altri 3 mesi sono trascorsi e non è stata avanzata alcuna proposta, quindi non si profila alcuna soluzione.
Il Partito Democratico di Capitanata continua ad essere privo di agenda politica e di organizzazione in una fase assai delicata per il futuro del Paese e della nostra stessa comunità.
Sarebbe assai utile, al contrario, disseminare nei Circoli e nei centri della Capitanata quanto di positivo si sta facendo a Strasburgo, a Roma e a Bari per incrementare le opportunità di sviluppo del nostro territorio e migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini.
Sarebbe assai utile sollecitare il dibattito e il confronto, ad esempio, sul Patto per il Sud come sulla legge per i piccoli Comuni, sulle norme in favore dell’agricoltura come su quelle per la promozione delle giovani intelligenze.
Sarebbe assai utile intestare al Partito Democratico programmi e riforme che avranno positive ed immediate ricadute per migliaia di cittadini e centinaia di imprese, associazioni e organizzazioni. E sarebbe altresì utile creare le condizioni affinchè il pluralismo culturale e politico che anima il partito possa vivere pienamente contribuendo ad arricchire la nostra comunità di idee e di energie nuove.
E noi siamo pronti a partecipare attivamente a questo lavoro di elaborazione ed organizzazione politica.
Siamo pronti ad offrire il nostro contributo di direzione e militanza politica.
Siamo pronti a farlo con l’unico obiettivo di rivitalizzare il Partito Democratico di Capitanata.