Sono state accolte nei giorni scorsi a Orsara di Puglia le prime due famiglie inserite nell’ambito del progetto SPRAR, approvato e ammesso a finanziamento dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione – nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Soggetto attuatore del progetto che riguarda Orsara di Puglia è un’ATI, Associazione Temporanea d’Impresa, formata dalle cooperative sociali IRIS di Manfredonia e Medtraining di Foggia. Le famiglie, provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Camerun, vivono in due unità abitative e sono accompagnate nel loro percorso d’integrazione sociale, economico e culturale da un’equipe di operatori. Per quanto riguarda i nuovi cittadini che risiederanno ad Orsara di Puglia, si tratta di due donne e di sette minorenni che hanno già iniziato a frequentare la scuola da diversi giorni. Due bambini hanno iniziato a frequentare le classi dell’infanzia, in tre siedono tra i banchi della scuola elementare e in due della scuola media. Quello avviato a Orsara di Puglia rientra tra gli interventi di “accoglienza integrata”, che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. “Quello di Orsara è un progetto di vera integrazione e ne siamo orgogliosi”, commenta il sindaco Tommaso Lecce. “Iniziative come questa servono a porre in essere un serio e strutturato tentativo di affrontare le complesse questioni dell’immigrazione. L’auspicio è che il progetto possa procedere nel migliore dei modi, anche con l’aiuto e il coinvolgimento attivo della Comunità Orsarese, dei singoli cittadini, delle associazioni e del tessuto sociale, culturale ed economico del nostro paese. Presentami come delegato ai servizi sociali e alla pubblica istruzioni. “I bambini sono stati iscritti a scuola, sono contento della splendida accoglienza e disponibilità fornite finora dalla comunità”, dichiara Rocco Dedda, assessore ai Servizi Sociali e alla Pubblica Istruzione. “Il progetto ha una ricaduta in termini di aiuti umanitari, ma anche di confronto sociale, culturale ed economico, per le figure professionali impiegate e anche per l’acquisto di generi alimentari e vestiti”. Il progetto prevede una serie di iniziative per l’integrazione delle persone accolte I nuovi cittadini saranno ospitati per un periodo di circa 2 anni. Saranno impegnati in una serie di corsi, lavori, attività di formazione, crescita, integrazione e scambio con la Comunità che li accoglierà. L’obiettivo è quello dell’integrazione, del confronto e della crescita sociali e culturali, con ricadute positive sul territorio anche in termini economici e occupazionali. A partire dalle esperienze di accoglienza decentrata e in rete, realizzate tra il 1999 e il 2000 da associazioni e organizzazioni non governative, nel 2001 il Ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) siglarono un protocollo d’intesa per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo”. Nasceva, così, il primo sistema pubblico per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, diffuso su tutto il territorio italiano, con il coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali, secondo una condivisione di responsabilità tra Ministero dell’Interno ed enti locali. La legge n.189/2002 ha istituzionalizzato queste misure di accoglienza organizzata, prevedendo la costituzione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Attraverso la stessa legge il Ministero dell’Interno ha istituito la struttura di coordinamento del sistema – il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali – affidandone ad ANCI la gestione.