Leggo dalla delibera n. 28 del 17.09.2015: “Il Consiglio Comunale dichiara la propria assoluta contrarietà alla realizzazione dello stoccaggio (del progetto Energas)… ed impegna il Sindaco e l’Amministrazione, interpretando le attese di tutta la città, ad attivarsi nelle sedi opportune, compreso il MISE…”
Era questa la via che ci eravamo data un anno fa. Ora, con la presentazione del referendum consultivo, sul progetto di deposito costiero voluto da Energas, il Consiglio dimostra la sua non rappresentatività dei cittadini che ci hanno eletti. Ovverosia il Consiglio smentisce se stesso.
Quella Mozione, inoltre, approvata praticamente al’unanimità dal Consiglio comunale, veniva successivamente sottoscritta da tutti i partiti, quasi tutte le associazioni e dai sindacati.
Nel frattempo i cittadini si affollavano ai banchetti per firmare contro Energas. Ben ottomila persone hanno sottoscritto la propria contrarietà all’impianto di GPL e quelle firme sono ora presso la Regione Puglia.
Infine si è unito a noi, con grande ed encomiabile determinazione, il nostro Reverendissimo Vescovo, Mons. Michele Castoro che, con più interventi orali e scritti e con la sua benedizione della lotta, si è eretto a gigantesco argine morale a difesa del benessere e della vita della città…
Quale ulteriore manifestazione di dissenso al progetto Energas si vuole adesso dalla nostra comunità?
Ed allora, io vi chiedo, a cosa serve questo referendum? Perché spendere più di 150 mila euro per un referendum che avrebbe solo la conseguenza di buttare nel cestino tante espressioni corali di sicura avversità al progetto di Energas, scaturite da questa città che pure è stata tante volte tradita, ingannata e ferita dai giochi della politica?
Il Sindaco Riccardi, alle dichiarazioni dell’on. Bordo, favorevole al Referendum, il 16 luglio 2015, sul giornale on line Manfredonianews, rispondeva: “Il Referendum per spendere 200 mila euro dei contribuenti? Un referendum consultivo è del tutto inutile, l’opera è considerata per legge strategica. La partita si gioca altrove e tutti lo sanno bene. La politica si assuma appieno una battaglia consapevole contro la realizzazione dell’impianto Energas. Io sono pronto a fare la mia parte, ad ogni livello, ognuno faccia la sua”.
La via c’è per risolvere il problema e la indica Riccardi stesso: la lotta popolare, la lotta politica ed istituzionale. Mettiamo da parte ogni pavidità, ogni pigrizia e rispondiamo al nostro dovere morale di difesa della nostra terra.
1) Occorre organizzare subito, la prepareremo tutti insieme senza nessuno che si tiri indietro, una grande manifestazione cittadina per far sentire la nostra voce di uomini e donne liberi a difesa del proprio territorio. In essa i rappresentanti istituzionali dovranno far sentire, senza infingimenti, ognuno la propria voce e dire da che parte stanno.
2) Dobbiamo avviare, al più presto, un paio di viaggi in pullman, con il sindaco, gli assessori e tutti i consiglieri comunali, i consiglieri regionali e i parlamentari della nostra terra, magari insieme a semplici cittadini che volessero unirsi a noi, per andare a farci “sentire” alla regione Puglia, prima, e poi al Ministero dell’Ambiente ed al MISE.
Perché questi signori che ci governano sono guappi di cartone e quando si muove il popolo sovrano, con tutta la sua forza, non trovano più il coraggio per dire di no. È già successo nel passato e succederà ancora, se noi sapremo con determinazione fare la nostra parte.
Quindi il mio voto questa sera sarà contro, perché si poteva evitare di spendere tanti soldi per un referendum che non aggiungerà niente a quello che la città ha già espresso. Tuttavia, visto che la frittata è ormai fatta e, per un problema così importante come Energas, non è utile fare i distinguo, noi ci saremo ugualmente, per portare avanti, insieme a voi e a tutte le forze vive della città, quelle manifestazioni che saranno necessarie e ogni attività di sensibilizzazione che non avete portato avanti in tutti questi anni e che avete promesso ora di svolgere in un mese di campagna referendaria. Noi ci saremo sempre e gireremo casa per casa, andremo a suonare le campane della Regione e quelle sorde del Ministero all’Ambiente e del MISE. Se vi stancherete, noi vi pungoleremo o vi censureremo, se sarà necessario, ma saremo felici se non ce ne sarà bisogno.