La vicenda del trasferimento dei ragazzi dell’ “A.Moro” nella sede del Liceo Scientifico, per lasciar spazio ad una costola dell’istituto alberghiero di S. Giovanni Rotondo, è l’esempio classico di due limiti strutturali manifesti nel nostro paese ogni qualvolta sorga un problema che riguardi la collettività. L’agire ondivago della burocrazia, ora cavillosamente lenta, ora meccanicamente pressappochista nelle sue insindacabili soluzioni e quindi percepita come Moloch alieno, e la chiassosa quanto infantile emotività, quasi da teen-drama, che solca i cuori e la mente di molti esponenti della società, ormai da tempo fuori dal range adolescenziale. La volontà di trasferire il Liceo Classico era notizia circolante già da alcuni anni. L’atto con cui la giunta comunale ha materializzato tale decisione, seppur in piena estate, porta la data del 25 luglio. Fa pertanto specie l’illogica tempistica con cui, mentre si svolgevano gli esami di riparazione, sono state intraprese le prime operazioni di trasloco con la rimozione di banchi, sedie e materiali vari da parte di maestranze impossibilitate, probabilmente pur nella consapevolezza dell’assurdità della vicenda, a fermarsi poiché dall’ente provinciale, titolare della struttura, non erano giunti contrordini a riguardo. Così come risultato di una tempistica sbagliata, oberata da ritardi e incertezze, sembra essere stata la “giornata di benvenuto” al Galilei. Forse si sarà pensato di voler accogliere le matricole ricostruendo i rumori, gli odori e il caos che gli antichi romani provavano al Foro Boario. Ma soprattutto, al di là del trasferimento, che nella sua essenza risulterebbe soluzione razionale unificando i due Licei aventi medesimo ufficio di presidenza, colpiscono le condizioni della struttura ospitante. Senza dare ulteriore spazio mediatico agli ultras che hanno vissuto con pathos di guitti provinciali la vicenda, prospettando apocalittiche macchinazioni contro il sapere umanistico o mostrando feticistici attaccamenti per il plesso abbandonato, resta la giusta apprensione dei genitori per la sicurezza dei loro figli. Ragazzi questi che studieranno in un prefabbricato vecchio di 40 anni, concepito ab origine come soluzione momentanea, ma divenuto, come spesso accade, conditio sine qua non e rientrante per il rotto della cuffia, viste le evidenti falle nei limiti di agibilità. Forse, allora, l’unica nota positiva nella vicenda è da trovarsi proprio in questo prefabbricato. Per la prima volta, con una certa generalizzazione nella cittadinanza, si sono resi manifesti limiti e rischi delle strutture scolastiche, sottraendo le annesse rivendicazioni al monopolio degli autunnali scioperi studenteschi che saranno visti con meno sufficienza o diffidenza da molti genitori.
Domenico Antonio Capone
Scusate Redazione, ma l’italiano fa proprio schifo per infarcire gli articoli di parole straniere? Oppure c’è una prescrizione medica? Cerchiamo di essere campanilisti e difendiamo la nostra lingua che è la più bella del mondo. Ringrazio per una eventuale risposta e porgo distinti saluti
Se ci scappa il morto,si può sapere di chi è la colpa?Si può rendere noto chi è il responsabile di questa situazione e/o decisione?Quali sono le persone che dovranno rispondere del loro operato di fronte a Dio ed agli uomini?
Francesco Primo e Saio, ma nella vita cosa fate oltre al fatto che disquisite di argomenti che vi sono lontani 100 kilometri, per la vostra pochezza………..
Vivo la vita concreta per evitare che ci siano delusi come te!
Ma quante chiacchiere ! La questione della inagibilità e della fatiscenza (addirittura ) del liceo scuentifico emerge solo ora che gli alunni del liceo classico sono stati trasferiti ?Non era forse un problema anche prima ? Ma pensate ai problemi seri che in questa città non mancano .
Solo un appunto. “L’atto con cui la giunta comunale ha materializzato tale decisione”. Per la precisione, caro Domenico Antonio Capone, la giunta comunale non ha materializzato proprio nulla. Ha preso atto invece di quanto stabilito dalla Provincia, a cui appartengono gli istituti.
mi verrebbe da dire…….e quindi?
……poveri alunni, anzi popolazione scolastica del Liceo Scientifico (perchè non dobbiamo parlare solo degli alunni ma anche di chi ci lavora), che studiano in una struttura “vecchia” di 40 anni con “evidenti falle nei limiti di agibilità”;
mi scusi, mi può informarmi sulla data di costruzione dell’edificio ex classico, ex nautico? e della sua staticità?
Ancora, ma lei sa che il 90% degli edifici pubblici (e privati)non hanno il documento di l’agibilità e della stragrande maggioranza neanche il certificato di ultimazione lavori?
Per concludere,
concordo con lei sulla situazione fatiscente, anzi penosa degli edifici, e come più volte detto in questo periodo attraverso tutti i mass media nei talk show post terremoto, investiamo nei controlli e nella messa in sicurezza perchè il dopo ci costa molto di più.
Comunque, non ti preoccupare, se vogliono studiare i ragazzi nei locali del liceo possono studiare……..a se possono studiare…….
Qualcuno avrà messo in evidenza che la distanza tra i due istituti incideva sulla gestione dirigenziale/amministrativa e che pertanto doveva essere colmata dall’unificazione.
Genitori che magari venivano spostati a dx e sx per parlare col preside e assolvere incombenze e quant’altro.
Sotto questo profilo, come utente, dico che si è fatta una cosa buona, altro discorso è l’agibilità strutturale, che sicuramente deve essere affrontata e risolta (doveva, forse e meglio)in tempi “ragionevoli”.
Per quanto riguarda l’ispirativo panorama… ora non resta che accontentarsi dei fichi d’india come altre scuole…., tra l’altro, servite da un solo marciapiede al lato della strada che conduce. Questa è una storia vecchia, tutta Manfredoniana dove si fanno i palazzi, in questo caso le scuole, e ci si dimentica le infrastrutture circostanti….. vedi anche le altre scuole…..