Il Foggia di Stroppa conquista la quinta vittoria in campionato (seconda consecutiva in trasferta in appena quattro giorni), eguaglia un record di vittorie iniziali che resisteva da ben 83 anni e si accomoda sulla poltrona più alta del podio, stavolta senza l’ingombrante presenza del Lecce.
I rossoneri passano anche a Messina, anche stavolta non senza fatica, come accaduto a Francavilla Fontana, ma la maggiore caratura tecnica dei suoi interpreti, la pazienza nel tessere le trame di giuoco e nell’attendere il varco giusto per affondare, fanno alla fine la differenza nel confronto con i peloritani.
E’ un Foggia più cinico, concreto, più “tosto”, questo di Giovanni Stroppa, rispetto a quello “bello ed impossibile” di De Zerbi di qualche mese fa. Offre una maggiore solidità difensiva, una capacità superiore di gestire i momenti topici della gara con più alta propensione alla “sofferenza”, al fine di portare comunque il risultato pieno a casa, a tutti i costi.
La prima occasione della partita capita sui piedi del messinese Mancini, che servito al limite dell’area da Milinkovic, trova la bella deviazione in angolo di super-Guarna (il portierone rossonero sarà decisivo ai fini del risultato, con un intervento prodigioso allo scadere).
Ma appena quattro minuti dopo, ecco che la premiata ditta Sarno-Angelo decide di far le cose sul serio: gioco di prestigio del fantasista partenopeo sulla fascia destra, tocco a seguire smarcante per il brasiliano e fendente letale in mezzo all’area piccola, dove appostato come un rapace di razza si fa trovare Fabio Mazzeo per la girata a rete.
A questo punto il Foggia, avanti di un gol, prende possesso del centrocampo e comincia con l’imporre il suo gioco, ma dopo una fase di stanca, ecco giungere inaspettato il pareggio messinese: difesa a quattro in linea sul filtrante di Milinkovic, guardalineee non in asse che non segnala un evidente fuorigioco di Pozzebon (almeno un metro oltre) ed il centravanti insacca con un diagonale rasoterra alla destra di Guarna.
Il Foggia punto nell’orgoglio reagisce subito dopo con una conclusione di Chiricò, parata da Berardi ed al 41’ con Sarno, che ben smarcato in area conclude sul palo destro trovando Berardi pronto alla deviazione in angolo; sul corner successivo incredibile gol mancato da bomber Mazzeo che su uscita a vuoto del portiere messinese, schiaccia di testa con la sfera che dopo aver battuto a terra si impenna e finisce alta sulla traversa.
Si va al riposo sull’1-1 ed alla ripresa delle ostilità il clichè non cambia: è sempre il Foggia a comandare il gioco col suo lento, compassato, ma efficace possesso palla, teso a far aprire le maglie della difesa avversaria, con improvvise accelerazioni di Sarno & Co. una volta in prossimità del vertice dell’area di rigore. Stroppa vuole vincere la partita ed inserisce Padovan, al posto di un esausto Chiricò, che va a fare il centravanti, con Mazzeo che si sposta sulla sinistra del fronte d’attacco.
Non accade quasi nulla fino al 23’, quando uno splendido cross di Sarno, appena deviato da Maccarrone, imbecca Mazzeo a centro area, l’attaccante rossonero si beve Ionut con una finta ed insacca nell’angoletto alla destra di Berardi.
Al 30’ altra palla gol per il Foggia con Angelo, che servito ancora una volta dall’inesauribile Sarno, staffila verso l’incrocio sinistro ma Berardi compie un intervento strepitoso. A questo punto Stroppa cerca di congelare la gara, non disdegnando ripartenze letali, come quando al 36’ Tony Letizia, subentrato al match-winner Mazzeo, si invola sulla fascia sinistra, supera due avversari, giunge al limite dell’area e viene steso fallosamente da Ionut con un’entrataccia meritevole del cartellino giallo. Sulla susseguente punizione dal limite, Enzo Sarno col suo magico sinistro timbra il palo alla destra del portiere peloritano.
L’ultimo sussulto della gara si materializza quando mancano 15 secondi dell’ultimo minuto di recupero: la difesa foggiana perde palla, anziché gestirla, sull’out di sinistra, cross a centro area dove Maccarrone stoppa di petto, si gira anticipando Angelo ed esplode un gran tiro, ma altrettanto stupenda è la risposta di Guarna che in volo plastico salva il risultato ed i tre punti dei suoi.
Stroppa brinda al quinto successo, predica umiltà e profilo basso e continua la sua marcia: 15 punti, primato solitario.
“Chi ben comincia, è a metà dell’opera!”
TABELLINI
MESSINA (4-3-1-2): Berardi; Ionut, Maccarrone, Mileto, Akrapovic; Lazar (32’ st Madonia), Bramati (10’ st Capua), Foresta; Mancini (24’ st Ferri); Pozzebon, Milinkovic. A disp.: Russo, Ricozzi, Bruno, Crudo, Rafati, Marseglia, Maniscalchi, Gaetano, Fusca. All. Salvatore Marra
FOGGIA (4-3-3): Guarna; Angelo, Coletti, Empereur, Rubin; Agnelli, Vacca (31’ st Gerbo), Riverola; Sarno, Mazzeo (34’ st Letizia), Chiricò (19’ st Padovan). A disp.: Sanchez, Loiacono, Quinto, Dinielli, Martinelli, Sicurella, Sainz Maza. All. Giovanni Stroppa.
Arbitro: AMOROSO della Sez. di Paola (CS)
Reti: 6’ pt Mazzeo, 24’ pt Pozzebon, 23’ st Mazzeo.
Ammoniti: Riverola, Bramati, Ionut, Gerbo e Agnelli.
Note: spettatori 2.000 circa (di cui 600 abbonati), circa 30 tifosi del Foggia nel settore ospiti.
Angoli: 7-6 per il Messina.
Recupero: 0’ + 3’
VITTORIO SANTULLI