Domenica 22 Dicembre 2024

Manfredonia preferisce gasarsi con i passeggeri delle navi bianche…

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Nel porto del Gargano – il cui Comune continua ostinatamente a rigettare il progetto di deposito GPL della Energas – si attende con trepidazione la prima toccata, annunciata in autunno, di una nave da crociera di gran lunga meglio torpedoni di passeggeri che metri cubi di gas sulle banchine di Manfredonia.

Il porto della Capitanata, che da tempo oppone fiera e ferma resistenza al progetto di deposito GPL della impresa privata Energas Spa (licenziataria Q8), ignorando le rassicurazioni circa la (garantita) innocua invasività sul territorio dell’impianto che giungono dalla società napoletana, pensa ora di avere scoperto un piccolo Eldorado nel filone delle navi bianche.

Chissà se è solo il canto del cigno quello intonato dalla semi-fantomatica Autorità Portuale di Manfredonia; fatto sta che le ultime voci che rimbalzano dalla Puglia narrano di un accordo dell’Area logistica integrata del sistema pugliese-lucano – al quale aderiscono Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, RFI, Agenzia per la Coesione Territoriale, Regione Puglia, Regione Basilicata, e le Autorità Portuali di Bari, Brindisi, Taranto e Manfredonia – presentato in anteprima dal commissario alla port authority sipontina Gaetano Falcone ad un tavolo tecnico cui hanno preso parte il sindaco Angelo Riccardi, il presidente di Confindustria di Foggia Gianni Rotice, il comandante della Capitaneria di Porto Nicola Latinista, il rappresentante del consiglio della Camera di Commercio di Foggia Vincenzo Prencipe, agenzie marittime e rappresentanti dei servizi portuali, che consentirebbe “numerose e interessanti novità che aprono prospettive per tutto il sistema portuale locale, della cui evoluzione beneficerà lo sviluppo economico e occupazionale del Nord Puglia e della Basilicata. PON (UE), POR (Regione Puglia) e FESR saranno gli assi finanziari dai quali giungeranno le risorse per potere rinnovare e potenziare il Porto Alti Fondali (elaborato progetto esecutivo per 117 milioni di euro, intervento inserito all’interno del Piano strategico nazionale ALI (Aree Logistiche Integrate) che risolverà le carenze infrastrutturali che impediscono di esprimere al meglio le sue potenzialità” ha dichiarato Falcone, il quale confida che, “con tale adeguamento, tutto il sistema portuale di Manfredonia potrà ospitare tutti i settori merceologici: mercantile, passeggero e nautica di diporto. Il Porto Alti Fondali, con l’accordo ALI, diventerà una importante connessione per tutto il sistema economico di Capitanata e Basilicata anche grazie all’accordo con le vaste e strategiche Aree retroportuali (di 12 ettari) e altre piattaforme logistiche come quella di Borgo Incoronata. Con la Riforma della portualità italiana Manfredonia, in sinergia con le altre autorità portuali pugliesi, giocherà un ruolo molto importante, soprattutto sul versante del traffico merci” promette il funzionario dell’ente portuale, che si gioca anche – a sorpresa – la carta dei passeggeri.

“Manfredonia si appresta a varare in maniera continuativa anche il flusso croceristico. Il primo attracco, grazie al lavoro di un’agenzia marittima sipontina, è previsto a ottobre presso la banchina del molo commerciale; si tratta dell’avvio di un nuovo percorso che darà valore aggiunto a Manfredonia e a tutto il Gargano, aprendo a nuove chances turistiche sinora precluse. L’attracco delle navi da crociera sarà possibile grazie a un’azione dell’Autorità Portuale, accollatasi i costi di un intervento sul fondale per l’eliminazione di un cavo finora necessario all’alimentazione dei fari, sostituito dall’allacciamento a contatori dell’energia elettrica. A ottobre saranno conclusi i cantieri sui moli commerciali che hanno riguardato il restyling urbanistico e l’adeguamento dei servizi”.

Porte aperte dunque al business scintillante – ed a volte abbagliante – delle crociere, mentre ancora di recente Manfredonia si è arroccata sulla scacchiera energetica, esprimendo l’ennesimo ‘gran rifiuto’ al progetto che le ha invece riservato Diamante Menale, presidente della società Energas di Napoli, per un deposito di GPL di cui si parla ormai da tempo.

Pur non essendo un portavoce ufficiale di tutta la community locale, sintomatico della situazione che si vive nell’Alta Puglia è il giudizio che viene espresso al riguardo da Salvatore Guglielmi, che ha l’incarico di presidente dei Concessionari Demaniali Marittimi in Aree Portuali (è stato confermato nel marzo 2014 alla testa del Direttivo sorto all’interno di Confcommercio), il cui parere – per sincera ammissione – “è anche il frutto di una condivisione con gli operatori nautici, turismo, cantieristica, artigianato, pesca, commercio. Qualcuno si chiedeva come mai per approvvigionare i serbatoi a terra non si fa uso di un campo boe? Il fatto che si impegni la banchina del porto industriale-commerciale (Alti Fondali), limitandone l’uso per le altre attività, e comunque più vicino alla costa, compresa la relativa condotta, stante le conseguenti prescrizioni di pericolosità è un aspetto molto sentito” circostanzia la sua rispettabile opinione l’ingegnere pugliese. “Ricordiamo che il porto Alti Fondali nasce originariamente industriale a servizio della azienda chimica ANIC/Enichem, e quando la stessa ha chiuso l’impianto – non senza soddisfazione della comunità cittadina – la struttura portuale non è stata più usata per attività pericolose,

ma invece riutilizzata per i traffici marittimi commerciali tradizionali, migrati dallo storico porto commerciale-polifunzionale cittadino, così alleggerendo la città dal traffico pesante, dando più spazio ai pescherecci ed alla nautica che ne costituisce attualmente l’uso prevalente”.

Guglielmi, che è un tecnico più che un politico, ammette peraltro che, “per dare un parere tecnico economico compiuto e puntuale bisognerebbe disporre di una completa e dettagliata documentazione e moltissimo tempo a disposizione per analizzarla, documentarsi, consultarsi con specialisti per alcuni aspetti. Tuttavia, tralasciando gli aspetti più rigorosi di una valutazione puntuale, credo che, già con un sensato approccio pratico, prevale la considerazione che non c’è bisogno di fare raffinate analisi costi-benefici quando comunque il ritorno occupazionale è così basso, e si possono creare (o non perdere) gli stessi posti di lavoro con altre attività. Perciò ribadisco che per quanto è dato sapere, e fino a prova contraria, ‘il gioco non vale la candela’, pare”.

Qualcosa è invece stato diffuso, compresa una sintetica scheda tecnica, e Ship2Shore ne ha contezza. Il progetto si compone di deposito, pontile, gasdotto e raccordo ferroviario. Il deposito sorgerà in località Santo Spiriticchio su un’ area recintata di 180.000 mq e sarà così costituito: per lo stoccaggio, 12 serbatoi tumulati da 5.000 mc, che costituiranno un modesto rilevato (circa 10 m) con superficie in pianta di 10.000 mq (poco più di un campo di calcio) interamente ricoperto da manto erboso; per l’imbottigliamento, un capannone industriale semi aperto da 540 mq e alto 6,5 metri; per la zona di travaso delle autobotti, 8 baie di carico costituite, ciascuna, da n. 1 pesa al suolo e tettoia di copertura per la protezione degli operatori da 640 mq; per la zona di travaso delle ferro cisterne, 4 baie di carico costituite, ciascuna, da n. 1 pesa al suolo e tettoia di copertura per la protezione degli operatori da 320 mq; per la sala pompe compressori GPL, un basamento in cemento armato di 500 mq e 40 cm di altezza con sola tettoia di copertura; un fabbricato per uffici ad un solo livello un altro per uffici direzionali e centro di formazione a due livelli (a richiesta potrà essere temporaneamente concesso all’uso di terzi) e altri locali e spazi tecnici da 5.000 mq .

“Tenuto conto della particolarità realizzativa del tumulo di stoccaggio la superficie sottratta ai fini della edificazione dei fabbricati e della installazione impianti risulterà di 8.000 mq. Della rimanente superficie, 62.000 mq saranno destinati alla viabilità interna, 110.000 mq rimarranno a verde” spiega una nota della società partenopea, sottolineando come non si prevede l’installazione di impianti di processo né emissioni inquinanti di sorta.

Per quanto riguarda gli asset esterni, si provvederà alla bonifica e al ripristino funzionale del pontile con fondi propri (5 milioni di euro) in sostituzione dell’intervento pubblico. Il gasdotto sarà interrato, parte su terraferma e parte sottomarina (la progettazione ha previsto un coefficiente di sicurezza triplo di quello richiesto dalla norma). Infine il raccordo ferroviario (non elettrificato) da 1,8 km si svilupperà su terreni di proprietà collegando il deposito alla stazione di Frattarolo.

“Il progetto è stato sottoposto ad accurata analisi dei rischi da parte di un pool di tecnici specializzati che ne ha verificato la conformità alla norma e allo stato dell’arte; analisi di rischio, verifiche di conformità alla normativa vigente e compatibilità territoriale sono riportati nel Rapporto di Sicurezza consegnato alle Autorità competenti il 29 Maggio 2015 e al Comune di Manfredonia (su sua richiesta) il 2 settembre 2015, e hanno evidenziato che il massimo evento incidentale ragionevolmente ipotizzabile esaurisce i suoi effetti nell’ambito del perimetro del deposito” rimarca ancora Energas il cui progetto ha già ottenuto pareri favorevoli da numerosi enti e istituzioni: commissione Tecnica di VIA, Ministero Beni Ambientali, Culturali e del Turismo, Regione Puglia, Soprintendenza per i Beni Archeologici di Bari, Autorità di Bacino della Puglia, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “Ulteriori pareri competenti saranno acquisiti nelle procedure in Conferenza di Servizio Presso il MiSE ove furono già resi in senso favorevole in occasione della prima istruttoria sul progetto effettuata nel 1999. Alla conferenza di servizio del 22 ottobre 2015 furono colti orientamenti favorevoli del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Autorità Portuale e della Capitaneria di Porto. Il Comune, invece, ha depositato un parere di non conformità urbanistica e la Regione Puglia ha, tra le righe, rappresentato che per motivi di opportunità politica non potrà esimersi dall’allinearsi alla posizione del Comune il cui attuale parere – sottolinea Energas – “è in totale contrapposizione a quello espresso nel 1999 per il medesimo progetto con il quale si affermava la totale Conformità Urbanistica dell’Intervento”.

La società dell’imprenditore Diamante Menale ha valutato un investimento di 80 milioni di euro (50 per acquisto materiali e prestazioni professionali, 30 per lavorazioni ordinarie dell’imprenditoria territoriale) e prevede di assumere 70-80 unità direttamente dal territorio, sviluppando un ulteriore indotto diretto di 50-60 unità e uno indiretto equivalente, per circa 200 nuovi posti di lavoro.

Le ripetute rassicurazioni del Presidente di Energas – il quale ha pure tentato la carta della sponsorizzazione del Manfredonia Calcio, così realizzando una forma di captatio benevolentiae che potrebbe invece rivelarsi un potenziale boomerang e mai ha rifiutato il confronto pubblico illustrando le proprie ragioni da industriale – finora non sono state sufficienti a vincere alcune resistenze bene individuate in seno alla Municipalità sipontina.

Da notare che in aprile la società campana aveva chiesto la cancellazione dal ruolo della causa, intentata al Consiglio Comunale, per l’annullamento di due delibere e il risarcimento dei danni sofferti a distanza di oltre 16 anni dalla prima presentazione del progetto: a dicembre 2015 Energas aveva presentato un ricorso al TAR, prima della improvvisa retromarcia della scorsa primavera.

I detrattori del progetto fanno leva sul CAONS Comitato Associazioni Operanti Nel Sociale, che un mese fa ha prodotto un’attività di informazione in riferimento a (abbastanza inquietanti, se veritieri) scenari nel caso venga realizzato il mega-deposito GPL da 60.000 mc., che prevede l’arrivo del GPL liquido refrigerato a -42°C su navi da 20.000 dwt immesso in gasdotto a 0°C. “Il riscaldamento del GPL viene effettuato dalla nave a mezzo di scambiatori di calore che utilizzano l’acqua di mare, poi ributtata in mare a temperatura così fredda da determinare la perdita quasi totale delle forme di vita come uova, larve e avannotti, organismi planctonici, inducendo artificialmente la selezione di forme batteriche resistenti al processo di clorazione formanti biofilm.

Il progetto non riporta alcunché in merito all’argomento; preoccupa il fatto che la delibera del Ministero dell’Ambiente ignori totalmente la problematica, nessun rimedio è stato individuato per evitare la progressiva morte dell’habitat marino, che porterà riduzione del pescato e di conseguenza perdita di posti di lavoro in un settore base per l’economia e il lavoro a Manfredonia” spiega in una nota l’Ing.Matteo Starace, Presidente CAONS.

Nel frattempo a Napoli si attendono notizie positive dal Basso Adriatico, ovviamente senza ‘morire dietro’ a un progetto che, seppure importante, non esaurisce di certo le munizioni nel carniere.

Energas, società partner di Q8 Italia, opera da oltre 30 anni nel settore della distribuzione e vendita di GPL per uso civile e industriale curando direttamente tutte le fasi della filiera: seleziona, importa e distribuisce direttamente il prodotto presso i clienti e conta su 16 centri di distribuzione in tutta Italia, con presenza commerciale solida e capillare nei territori di riferimento, 400 risorse umane impegnate nelle attività produttive, logistiche e di assistenza ai

140.000 clienti abituali, tutti con serbatoio in comodato d’uso gratuito, 150 automezzi destinati al trasporto del prodotto, capacità di stoccaggio in grado di assicurare GPL in ogni periodo dell’anno a 300.000 tra famiglie e imprese.

L’azienda partenopea ha sviluppato una rete di stazioni di servizio a marchio proprio e ha inoltre acceso una partnership triennale (2013-2016) con la Società Sportiva Calcio Napoli, di cui quella con il Manfredonia Calcio parrebbe essere dunque una filiazione naturale.

Angelo Scorza

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Commenti

  • Sarà limitata la già precaria operattività portuale.

    amo la mia città 24/10/2016 20:12 Rispondi
  • …il cui Comune continua ostinatamente a rigettare il progetto di Deposito di Gpl dell’Energas….
    !)Il Comune non fa bene,fa benissimo,a rigettare il progetto…
    2)Chi e’ questo giornalista ,che vuole proporsi come il Paladino di quella schifezzza esplosiva dell’Energas?
    Dott.V.D’Onofrio,Medico.

    vincenzo d'onofrio 16/09/2016 12:38 Rispondi
  • Come mai questa terribile quantità di Gpl a Manfredonia? Una quantità spaventosa! Jetvinn a fè ngul!!!

    cittadino 15/09/2016 11:20 Rispondi
  • Cara Sig. Scorza, quello che lei dice e come dice lei lo prendo per vero, ma può spiegarmi come mai il deposito Energas di Napoli Orientale viene smantellato e il territorio bonificato?, , da mie informazioni apprese da tecnici competenti, perchè, visto che è già esistente un sito con un deposito non viene adeguato con notevole risparmio economico dell’azienda, benefici dei lavoratori (del deposito napoletano) che non saranno mobilitati in altre situazioni o come penso delocalizzati a Manfredonia facendo diminuire i posti di lavoro che lei nella disamina attribuisce al territorio?
    le allego il link della convocazione del Ministero dell’Ambiente degli uffici specifici della Salvaguardia ambientale.
    grazie Francesco
    http://www.bonifiche.minambiente.it/contenuti%5Cconvocazioni%5CProt.1345_STA_sin_Napoli_Orientale.pdf

    Francesco Primo 15/09/2016 9:37 Rispondi

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