Passeggiando lungo via Maddalena abbiamo scoperto un luogo in cui un anziano pescatore pratica un’arte che ormai in pochi, e quasi tutti avanti negli anni, coltivano: realizzare e riparare le reti da pesca. Discendente di una famiglia di armatori di barche da pesca da generazioni, il signor Antonio Castriotta, ha cominciato giovanissimo, a 10 anni, nel periodo in cui a Manfredonia c’erano gli americani. “Ho imparato guardando gli altri pescatori che lavoravano alle reti, e da solo, prendendo qualche filo qua e là, ho cominciato a provare a costruire le reti. – Ci ha raccontato – Poi, un giorno ho chiesto a mio padre di farmi provare su una rete grande e lui, all’inizio un po’ riluttante perché non immaginava ne fossi capace, mi ha lasciato mettere le mani sulla rete. Grande è stata la sua sorpresa quando ha scoperto che io, così giovane, ero già capace di lavorare alle reti. Da quel giorno non ho più smesso”. Quella di Antonio per le reti si riversa in una vera e propria passione per il mare e per la pesca. “La rete è come un pezzo di stoffa che si compra per fare un vestito. – Ci ha riferito – L’abilità sta nello scegliere la trama giusta per il pesce giusto. Troppo piccola non lascia passare nulla, troppo grande lascia passare tutto. L’abilità sta proprio nel realizzare la rete in base a quello che si vuole pescare. A volte fa la differenza anche il solo spessore del filo usato”. Antonio, a 14 anni, oltre al lavoro di riparare e costruire le reti, prende il comando della prima barca a vela; poi a 18, passati ormai alle barche a motore, prende la licenza per poterle guidare, e questo è stato il suo lavoro fino a qualche anno fa. Oggi che uno dei suoi figli governa una grande barca, Antonio si occupa prevalentemente delle reti e ne realizza ogni tipo, reti da posta, reti volanti, reti per le aragoste; come detto ogni rete ha la sua particolarità, la sua forma, e ognuna viene realizzata con filati differenti, a seconda dell’uso per cui viene realizzata. Parlando di reti Antonio ci ha raccontato anche di quanto sia cambiato il modo di pescare, ma anche il pesce che viene pescato. Tanti pesci che una volta era difficile pescare nel nostro mare adesso abbondano. Ad esempio un tempo non si pescavano le mazzancolle e le orate erano poche, oggi invece se ne trovano in abbondanza. Pesci che un tempo si pescavano nel golfo, in acque più basse, adesso si possono pescare anche in mare aperto. Situazione che, secondo Antonio, dipende dagli impianti di allevamento ittico installati negli ultimi anni. Brilla una luce degli occhi di Antonio mentre ci racconta la sua vita in mare e la realizzazione delle reti, una luce che mostra tutta la passione profusa nel suo lavoro in tutti questi anni.
Mariantonietta Di Sabato
Confermo, Tonino è bravissimo. Ha rubato il mestiere e lo ha perfezionato con la passione e l’intelligenza. Gli amministratori di Manfredonia non ne dimostrano altrettanta guardando le rovine dell’Istituto Nautico di Via Dante Alighieri ed il poco impulso dato all’istruzione della arti marittime come pure all’alberghiero ed all’agrario. Non sono questi, la pesca, l’agricoltura ed il turismo, le basi economiche di Manfredonia? Peccato che ora è difficile imitare Tonino e rubare il mestiere. Altri Tempi.