Giovedì 21 Novembre 2024

Alla pancia della gente

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I recenti manifesti ipernazionalisti e contrari alla politica di immigrazione del governo Renzi (“Refugees not welcome, tutto ai terremotati”) a firma del movimento di estrema destra Forza Nuova, seppur istituzionalmente condannati riassumono un sentire popolare, sempre meno latente specie nei settori più colpiti dalla stagnazione economica, ostile nell’accordare aiuti a chi non rientra nel corpo della comunità nazionale. Nel pieno rispetto della libertà di parola e di pensiero di qualsivoglia soggetto non si può non sottolineare il carattere sofistico di tale ragionamento, pronto a parlare alla pancia più che alla mente della gente. Si badi bene, nessuna persona oserebbe negare la gravità dei singoli problemi in questione. Chi non vorrebbe un miglior soggiorno per le vittime del terremoto; un’adeguata ricostruzione; un monitoraggio capillare delle coste o una rapida identificazione degli immigrati? È il capzioso collegamento fra le due criticità a non reggere alla prova dei fatti! Sforzandoci di andare oltre un discorso di pancia (ma tuttavia all’apparenza di sostanza per chi ha poco o nulla di che mangiare) noteremo come entrambi i problemi siano il risultato di un’insofferenza da parte di alcuni strati della società nei riguardi dello Stato. Se molti terremotati dell’Italia centrale manifestano dubbi in merito alla loro sistemazione provvisoria; alla celerità o alla mancata infiltrazione malavitosa nella ricostruzione dei loro abitati, ciò non è dovuto alle evidenti e storiche lacune dello Stato in situazioni analoghe? Basti pensare all’attuale condizione di molti centri dell’Irpinia colpiti dal terremoto del 1980 o alle baracche di Messina, eredità delle violente scosse che attraversarono lo Stretto nel 1908. Se molte persone emigrano dall’Africa o dal Medio-Oriente non è forse dovuto alla presenza di Stati incapaci o non desiderosi di garantire loro le condizioni economiche minime di sopravvivenza o le più basilari libertà politiche e religiose? E quanto hanno contribuito, nel corso dei secoli con sistematiche opere di colonizzazione, gli Stati europei affinché si determinasse ciò? Dinanzi a calamità naturali, come i terremoti, o politico – sociali, come l’immigrazione di massa, l’unica comune contrapposizione costantemente e tristemente osservabile lungo tutta la storia del genere umano non è di natura etnico-nazionale ma etico-comportamentale. Fra chi con coraggio e umiltà, e spesso nel silenzio del volontariato, dà il proprio contributo a quanti hanno perso la loro casa, il proprio lavoro, i propri cari o sono stati costretti a lasciare per fame, per via dell’etnia di appartenenza o della fede professata il loro paese e chi da buon sciacallo banchetta su tali sofferenze. Si ridia, dunque, rispetto e dignità all’essere umano in quanto tale, evitando schiamazzi politici fondati solo sulle paure e sulle difficoltà dei tempi presenti, contribuendo così a creare Stati sempre più a misura d’uomo.

Domenico Antonio Capone

Articolo presente in:
News · Piazza Duomo

Commenti

  • Molti di questi immigrati vengono in Italia ed in Europa perché qui c’è la libertà ed il benessere, ma qualcuno si è chiesto perché? Vorrei solo ricordare che l’autore delle parole dell’attuale Inno Nazionale Italiano, che rappresenta la nostra Italia libera, è Goffredo Mameli, morto a soli 21 anni, assieme a migliaia di altri giovani, per la libertà. Se tutti scappano da quelle terre chi combatte per la libertà?

    Mimì 14/09/2016 16:55 Rispondi
  • complimenti domenico

    andrea 13/09/2016 17:15 Rispondi

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