Il Consiglio comunale, venerdì 22 luglio, riunitosi in sessione straordinaria, si è espresso all’unanimità sul Referendum consultivo contro l’insediamento del mega deposito di Gas a Manfredonia in zona Santo Spiriticchio. Sono stati modificati gli artt. 37 e 38 dello statuto per disciplinare a livello locale lo strumento di massima espressione di democrazia: il Referendum. Oggi la politica chiama in causa il popolo per decidere del futuro di Manfredonia. La città sarà a favore o contro l’installazione dell’eco mostro della capienza di circa 60.000 mc di gas liquido? È sufficientemente informata sulla questione o si lascerà influenzare dalle recentissime manovre di “Energas” che ha acquisito il 30% del capitale sociale del “Manfredonia calcio”? Alcuni esponenti di minoranza sostengono che la società partenopea sta mettendo in atto tante altre “manovre” per acquisire il consenso popolare in modo subdolo. Il NO del sindaco di Manfredonia è secco “pochissime sono le ricadute in termini occupazionali circa 35-40 addetti al massimo”. Il prof. Italo Magno, esponente del movimento “Manfredonia Nuova”, sostiene ai nostri microfoni che “è possibile creare sviluppo non deturpando l’ambiente”. Anche la LIPU, l’associazione ambientalista, sta lottando a suon di ricorsi legali e campagne informative, divulgando i pericoli e le ricadute negative sull’ecosistema. A cominciare dal notevole traffico annuo relativo al trasporto del GPL in uscita dall’impianto: fino a 50 navi gasiere da 2000 tonnellate, 7.300 autobotti da 18 tonnellate, 4000 autocarri da 5 tonnellate in bombole e, in particolare, 200 convogli da 480 tonnellate in 12 ferro cisterne. Quest’ultima movimentazione, per tutte le direzioni, si concentrerebbe nel passaggio obbligato tramite le aree ferroviarie di Manfredonia e Foggia, circondate da aree residenziali densamente abitate, inevitabilmente coinvolte in caso di incidente. L’errore umano è inevitabile! Contro il pessimo parere rilasciato dal Ministero dell’Ambiente, la LIPU, dice Cripezzi, ha recentemente presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato, allo scopo di ampliare la sfera di motivazioni da eccepire, mentre al Ministero dello Sviluppo Economico è in corso la procedura autorizzativa per il gigantesco impianto di GPL. Manfredonia, ferita dall’incidente del ’76 causato dal petrolchimico Enichem, vuol compromettere, oggi, il proprio territorio con l’insediamento del mega impianto GPL-Energas? Il Comune di Manfredonia ha investito tanto nella riqualificazione dei propri gioielli artistici-culturali: la Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, valorizzata anche dalla struttura moderna di Tresoldi, l’Abbazia di San Leonardo, il fossato del Castello, le ex-fabbriche del convento di San Francesco, e insieme alla curia vescovile ha presentato recentemente: il museo diocesano. Tutto ciò costituisce “l’ecomuseo” capace di accrescere il turismo e lo sviluppo economico del territorio. Perché sfregiare i gioielli culturali, l’eco sistema marino e conseguentemente il già precario settore della pesca, in favore dell’installazione dell’impianto Energas? Quali i vantaggi se non c’è neanche una minima ricaduta occupazionale?
Grazia Amoruso
Le firme raccolte negli anni non valgono. Lo dice il regolamento approvato dal Consiglio Comunale.
Questo è il vero sviluppo economico-produttivo-occupazionale eco-social sostenibile di cui ha bisogno il nostro territorio.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=20&v=49NZPki4gR8
Veramente in quella seduta del consiglio comunale di Energas non si è parlato affatto. Si è invece approvato lo statuto del referendum con i vari articoli.