Chiamato da Padre Pio si mise al servizio della sua Opera come redattore della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”, che ha diretto fino al 2010. Le esequie domani, 2 agosto, alle 10.15 nella Chiesa del Santuario Santa Maria delle Grazie
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Si è spento questa notte, primo agosto, Pio Trombetta, figlio spirituale di Padre Pio e tra i primi collaboratori della sua Opera, la Casa Sollievo della Sofferenza.
Nato nel 1925 a San Martino in Pensilis, in Molise, pochi anni dopo si è trasferito con la famiglia a Subiaco, in provincia di Roma. Da bambino era solito trascorrere a San Giovanni Rotondo il periodo estivo per stare vicino a Padre Pio. Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, ha trasferito definitivamente la sua residenza sul Gargano per essere al servizio della nascente Opera, come redattore della rivista «La Casa Sollievo della Sofferenza», che ha diretto, con lo pseudonimo di Gherardo Leone, fino al 2010 e a cui ha continuato a collaborare curando la rubrica “Lettere dal Gargano”. Di carattere riservato, ha lasciato una notevole quantità di scritti, la maggior parte dei quali pubblicati sulla rivista.
«Il Gargano, Padre Pio, le mie aspirazioni, la mia vita personale, hanno formato sempre un tutt’uno. Non mi è possibile parlare di una cosa senza che le altre s’accavallino, facciano ressa per uscire», si legge nel suo libro “Clima di Padre Pio”. «Perciò mi è stato sempre, o quasi sempre difficile scrivere i miei articoli. Ogni volta, devo mettere a nudo qualcosa di me, focalizzare un punto del mio passato, o un recesso della mia anima. Ogni volta è una lotta tra il mio pudore, la mia naturale riservatezza, e la necessità di dire, di esprimermi come sento e come devo. Non so fare altrimenti».
Il suo primo incontro con il Frate risale al 1931, per la sua prima comunione, nel convento cappuccino di Santa Maria delle Grazie. «Mi ritrovai, di sera, in una celletta del convento che fungeva da saletta. C’era un tavolo nel mezzo, e mi ci misero seduto sopra. Mi rivedo con le gambe penzoloni dal tavolo. E di fronte a me, padre Agostino, Padre Pio, mio padre; non so se ci fosse qualche altro. Era l’esame di catechismo. Quanti dii ci sono? Mi chiese padre Agostino. Ma ecco, alle spalle di padre Agostino, Padre Pio mostrarmi tre dita, ammiccando. Non stetti a pensarci due volte, e sparai “Tre”. La risata che scoppiò allora mi pare di sentirla ancora oggi. Ridevano tutti a crepapelle. Né ho mai capito se quella sera, nella saletta spoglia del convento, Padre Pio avesse voluto mettermi in imbarazzo per vedere come me la cavavo, oppure voleva suggerirmi: “Un solo Dio, in tre persone”».
La sua fede incondizionata e il suo rapporto continuo e privilegiato con il Fondatore della Casa Sollievo lo hanno reso testimone singolare della sua vita, della sua santità e modello di vita cristiana. Testimonianze che continueranno a vivere attraverso i suoi innumerevoli scritti e le sue preziose memorie.
Le esequie – martedì 2 agosto, alle 10.15, nella Chiesa del Santuario Santa Maria delle Grazie – verranno officiate da fra Carlo Laborde, segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio.