Ho visitato il Museo Diocesano di Manfredonia, invitato alla cerimonia di inaugurazione, dall’ Arcivescovo Mons. Castoro, che ringrazio.
Ogni volta che si visita un museo è facile farsi “avvolgere dalla contemporaneità della storia”, come ha ricordato Alberto Cavallini, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni dell’Arcidiocesi. Ancor di più quando questa storia la senti tua e rappresenta la storia di un territorio bellissimo del nostro Sud.
Il Museo Diocesano di Manfredonia, oggi, gli Ipogei Capparelli e la Basilica di Santa Maria di Siponto, con l’incredibile opera di Edoardo Tresoldi, ieri,l’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara e il Castello, domani, sono lì a dimostrare che questo territorio può diventare quel “Museo diffuso” che bisogna valorizzare, ma soprattutto rendere fruibile nel modo più intenso possibile.
Grazie allo straordinario lavoro degli architetti Tomaiuoli e D’Ardes, che hanno allestito il Museo, si avverte maggiormente l’urgenza di una gestione condivisa, moderna e intelligente dei poli culturali presenti sul territorio, ne abbiamo altri, e che di questo territorio sono tra i maggiori attrattori turistici.
Una città che vuole rendersi protagonista del suo futuro, prima di tutto, deve credere nella forza culturale e ambientale del suo territorio, senza infingimenti e senza guardare inutilmente indietro a vocazioni “indotte”, comunque superate dai tempi, che non possono essere riproposte per un effimero interesse di pochi.
Questa città deve, invece, con il pragmatismo dei nostri tempi, proporre la cultura dei luoghi e puntare alla moderna gestione della memoria in modo da ricostruire, anche economicamente, una comunità antica come la nostra, forte di una lunga tradizione di fede e di storia, che il Museo Diocesano di Manfredonia, che invito tutti a visitare, ben sintetizza.
Antonio Prencipe
Presidente Consiglio Comunale di Manfredonia
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