“La mafia cambia pelle e punta su nuovi business. E per raggiungere i propri interessi, utilizza lo strumento della corruzione come uno dei più efficaci, dal suo punto di vista, e tra i più pericolosi per la tenuta delle istituzioni pubbliche”: lo ha sottolineato il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, che a Manfredonia ha partecipato al dibattito, promosso dall’Associazione Odissea, nell’ambito della prima edizione di ‘Destinazione Futuro’.
Si è discusso dei 30 anni del maxiprocesso a Cosa Nostra a Palermo, che vide alla sbarra 400 mafiosi, condannati per la prima volta ad ergastoli e a pene pesantissime.
All’incontro è intervenuto anche il consigliere del CSM, Antonio Leone.
”E’ importante ricordare quella stagione così drammatica – ha detto Legnini -, all’esito della quale lo Stato e la giustizia uscirono vittoriosi. E’ importante ricordarlo perché costituisce fonte di insegnamento per l’oggi. Il contrasto alle mafie, infatti, è sempre più una priorità per il Paese e per l’intero Mezzogiorno”.
Quanto ai rapporti tra politica, mafia e corruzione, il numero due del CSM ha ribadito che i cittadini, in particolare al sud, devono reagire a ogni forma di inquinamento sociale ed economico.
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