Grande affluenza di gente, proveniente da tutti i paesi circostanti Manfredonia, l’altro ieri ad assistere all’evento del raggio di sole del solstizio presso l’Abbazia di San Leonardo, da poco tornata a brillare dell’antico splendore.
Un raggio di luce misterioso e affascinante che da un piccolo foro gnomonico si affaccia e lentamente a mezzogiorno (le 13.00 con l’ora legale) si va a posare al centro dei due pilastri prospicenti l’ingresso laterale, quello che dà sulla strada, arricchito dello splendido portale.
L’incanto di tale evento sta soprattutto nell’ingegnosità degli uomini, o dell’uomo, che l’hanno pensato, studiato e infine realizzato. Chi ha fatto tutto questo, certo, si intendeva di “meccanica celeste”. Ma prima di giungere al risultato di quella meraviglia, a cui in tanti hanno assistito il 21 giugno, di certo ha dovuto decidere il punto in cui voleva cadesse il raggio, non sappiamo perché proprio in quel punto. Poi ha individuato la direzione Sud, da dove passa il sole a mezzogiorno, e studiato l’altezza massima del sole durante l’anno. Stabilito tutto questo ha indicato il punto in cui perforare la spessa volta della chiesa, facendo attenzione a non sbagliare.
Forata la volta, il nostro scienziato ha stabilito che il foro fosse decorato con un rosoncino a undici raggi, in modo che la luce del sole non si disperdesse, ma raggiungesse il punto stabilito concentrato e con la particolare forma di fiore. Un capolavoro di ingegno e di raffinatezza emozionante.
Ma perché fare tutto questo studio solo per catturare un raggio di sole? In tantissime chiese è facile trovare le meridiane complete che, attraverso il sole, mancando gli orologi di precisione, indicavano le date a seconda della stagione. Quella di sapere le date precise, lo sappiamo, per la chiesa è una questione importante, poiché grazie alla data dell’equinozio di primavera si stabilisce la Pasqua.
Ma quella di San Leonardo non è una meridiana completa, indica solo il solstizio, perciò si pensa fosse solo un riferimento per calcolare il tempo e conteggiare il resto dei giorni dell’anno.
Anche la scelta del punto non è casuale: il centro preciso dei due pilastri. Cambiando il pavimento, come è successo nei recenti restauri che lo hanno riportato al piano di calpestio medioevale, il punto sarebbe rimasto sempre lo stesso.
Davanti all’incanto di questo raggio di sole, che nel momento in cui il sole raggiunge il suo punto più alto si posa delicatamente al centro dei possenti pilastri, non possiamo che inchinarci e mandare un pensiero grato a coloro che a distanza di secoli ci hanno lasciato in eredità il frutto del loro grandissimo ingegno.
Mariantonietta Di Sabato
[tribulant_slideshow gallery_id=”140″]
Foto di Matteo di Sabato
Foto di Bruno Mondelli