Giovedì 21 Novembre 2024

DEA BENDATA

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Quando ci imbattiamo nella visione di una statua bendata due sono le alternative: o siamo dinanzi ad una raffigurazione della Giustizia, iconograficamente bendata per rappresentare la sua imparzialità, oppure siamo dinanzi allo sdegno suscitato nella società civile da un’ingiustizia in atto che trova nella momentanea cecità delle statue, anima della collettività, la sua piena espressione. Lo scorso fine settimana le principali statue della città, dal “novello” Re Manfredi allo “storico” Nettuno di Piazza Marconi, sono apparse bendate in modo da non osservare così la deriva della realtà circostante in seguito al prolungarsi e al complicarsi della nota vicenda Energas, come facilmente intuibile dai cartelli posti dagli autori del gesto. Statue orbe quindi ma non silenti, tenaci nel ribadire la necessità da parte di tutti di impegnarsi, con le virtù proprie dei soggetti incarnati negli stessi monumenti, nella difesa del territorio urbano. Un’iniziativa lodevole quella realizzata dal Collettivo InApnea, perché in grado di restituire alle opere d’arte, al di là della loro finalità estetica, una caratura sociale ed una vocazione comunicativa esplicitando il malcontento di gran parte della cittadinanza che si sente oggetto di un’ingiustizia, non solo morale, di fondo. In Italia del resto la giustizia, concetto labile e dai contorni indecisi, è spesso vittima di originali interpretazioni di parte. Senza alcun intento demagogico proviamo per un momento a riflettere sulla vicenda, oggetto di strumentalizzazioni quotidiane. L’iniziativa portata innanzi dall’Energas è in sé giusta? Sono state rispettate da tutte le parti in causa limpidamente le norme, specie ambientali, nell’ubicazione dell’area del deposito di GPL? E’ moralmente giusto considerare il progetto conditio sine qua non senza alcuna possibilità di sviluppo economico alternativo? Dovendo scegliere, per la seconda volta nella nostra recente storia cittadina, tra salute e rispetto del territorio o lavoro? Di sicuro è ingiusto l’atteggiamento, alternativamente di sciatta incuranza e di disprezzo, che i fautori e i sostenitori del suddetto disegno hanno mostrato verso quanti hanno sollevato in merito dubbi e rimostranze. Così come moralmente ingiusta oltre che scorretta è stata la mossa da cavallo di Troia, degna del miglior Omero, da parte dell’Energas di tentare prima una sponsorizzazione, “candita” da vari panettoni, e di riuscire poi con una partnership azionaria ad entrare nel Manfredonia Calcio. Ma qui dobbiamo arrestare la nostra riflessione perché come in molti altri affari economico-finanziari fra privati non è la moralità a muovere gli animi dei contraenti. Per fortuna per questioni che riguardano l’intera collettività possiamo far ricorso agli organi della Giustizia, divinità che gli antichi Greci rappresentavano bendata e con nelle sue mani una bilancia ed una spada. Speriamo solo che nel nostro caso la bilancia non sia truccata o spuntata la sua spada.

Domenico Antonio Capone

Articolo presente in:
News · Piazza Duomo

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