Continua anche dopo il corteo del 14 giugno e la relativa lettera aperta dell’ass. regionale Piemontese, la protesta, sostenuta dal Comitato cittadino capolinea di Monte Sant’Angelo contro l’ordinanza n.45(nuovo capolinea autobus in via Kennedy).
La protesta va avanti ormai da un mese. Dopo la sua emanazione è stata presentata agli organi comunali una petizione (con più di 1.ooo firme raccolte), sono stati chiesti diversi incontri ed è stata diffusa una nota da parte del Comitato, nella quale si richiamavano tutti i vizi di forma del provvedimento. Di fronte al silenzio e all’immobilità dei Commissari, il Comitato ha invitato tutte le associazioni e i cittadini a fare fronte comune per chiedere la convocazione di un tavolo tecnico che possa lavorare alla costruzione di una soluzione sostenibile e condivisa.
Allo stato attuale si registra l’insostenibilità di una decisione paradossale presa senza alcuna consultazione preventiva delle parti sociali, in un contesto urbano come quello di Monte Sant’Angelo in cui appare evidente a tutti che il capolinea di un servizio di trasporto pubblico non può essere collocato d’ufficio nella parte bassa del paese.
I fattori più evidenti di criticità possono essere individuati:
nell’oggettiva difficoltà di raggiungere il nuovo capolinea per una popolazione ad elevata percentuale di anziani, studenti e donne che hanno la necessità di recarsi al lavoro nei paesi limitrofi;
nell’assoluta mancanza dei requisiti minimi di sicurezza in via Kennedy, sede del nuovo capolinea, sprovvista di opere marginali, pensiline e servizi accessori così come previsto dal Codice della strada ex artt. 3 e 157 del CdS (D.L.285/1992);
nell’inesistenza del servizio di bus navette, che invece l’ordinanza dichiarava già attivo e operante;
nell’evidente disagio per quanti, quotidianamente, sono costretti a servirsi dei mezzi propri per raggiungere la zona del nuovo capolinea, contribuendo così a generare nuovo inquinamento e malcontento tra gli abitanti del quartiere, che lamentano la diminuzione dei posti disponibili per il parcheggio;
nella paradossale giustificazione sulla quale si regge l’ordinanza, che si rifa a motivi di “sicurezza”, “possibili cedimenti del manto stradale” senza che ci sia alcuna indicazione del percorso tecnico che ha portato a misurare e valutare questi fantomatici rischi;
nella sostanziale mancanza di provvedimenti per rinforzare il manto stradale nei pressi del vecchio capolinea;
nel dubbio che in realtà la decisione di spostare il capolinea sia figlia di una più generale difficoltà nel far rispettare i divieti e la segnaletica nella zona del vecchio capolinea.
Il Comitato ritiene che in questa situazione sia in gioco il diritto di una comunità di essere interpellata e ascoltata dalle istituzioni in merito a questioni che incidono così a fondo sulla qualità della vita e sulla dignità.
Domenico Antonio Capone