Domenica 22 Dicembre 2024

Quando il cervello si riaccende dal coma

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Abbiamo appreso con infinito piacere della sensazionale scoperta portata a termine con successo dal nostro concittadino, dott. Francesco Tomaiuolo, nel campo della neurologia. La straordinaria notizia è apparsa su “QuiNews Valdera.it” che siamo felicissimi di riproporre integralmente, per rendere partecipi anche i nostri affezionati lettori

Francesco Tomaiuolo

Il neuropsicologo Francesco Tomaiuolo dell’Auxilium Vitae di Volterra e altri hanno studiato per primi il passaggio dallo stato vegetativo alla minima coscienza

VOLTERRA – E’ possibile osservare e monitorare il passaggio dallo stato vegetativo a quello cosiddetto di minima coscienza basandosi sulle reazioni neurali del cervello sottoposto a determinati compiti passivi? La risposta è positiva, almeno se ci basiamo sugli studi compiuti da Francesco Tomaiuolo, neuropsicologo dell‘Unità operativa gravi cerebrolesioni acquisite del centro clinico di riabilitazione multispecialistico Auxilium Vitae di Volterra.

Tomaiuolo, originario di Manfredonia ma da anni residente a Pontedera, insieme ad altri esperti come il primario del reparto radiologico volterrano Sabino Cozza, nonché Luca Cecchetti e Emiliano Ricciardi del laboratorio di biochimica clinica e biologia molecolare del dipartimento dell’Università di Pisa, ha dimostrato come sia possibile cogliere attraverso la risonanza magnetica funzionale l’attività cerebrale di un paziente in condizioni di disturbi di coscienza sottoposto a un certo stimolo passivo.

Lo studio, per la prima volta compiuto nella progressione dallo stato vegetativo a quello di minima coscienza, è stato da poco pubblicato sul Journal of the international neuropsychological society della Cambridge University Press.

Dottor Tomaiuolo, può spiegarci meglio di che cosa tratta quest’importante studio?
“Stiamo parlando delle condizioni di persone che hanno subito un trauma cranico, un ictus cerebrale o delle patologie metaboliche che le hanno portate al coma, che successivamente magari possono riaprire gli occhi ma restano in stato vegetativo o in minima coscienza. Ad ora non esiste una modalità oggettiva strumentale per distinguere con esattezza quando un paziente si trova nel primo o nel secondo stato se non magari è in grado di reagire a stimoli esterni come seguire il proprio sguardo allo specchio o cogliere una luce”.

Con il vostro esperimento invece che cosa avete raggiunto?

“Noi all’Auxilium Vitae, con la collaborazione della radiologia di Volterra e del dipartimento universitario di Pisa, abbiamo ripetuto su un paziente in stato comatoso un esperimento effettuato anni fa in Francia su alcuni bambini di tre mesi sui quali si voleva osservare la reazione cerebrale all’ascolto di frasi dette normalmente e poi al contrario. Dall’esperimento, i dati della risonanza magnetica testimoniarono che il cervello dei neonati avevano distinto in qualche modo l’ascolto delle frasi con prosodia normale da quello della voce umana con una prosodia alterata”.

Nel nostro caso, sempre attraverso la risonanza magnetica funzionale che prevede la registrazione dell’attività cerebrale durante un determinato stimolo, abbiamo sottoposto il paziente a questo stesso compito semplice e passivo: prima all’ascolto di una storia letta normalmente e poi letta al contrario. Le risposte neurali del paziente correlate al compito hanno rispecchiato il cambiamento clinico dallo stato vegetativo a quello di minima coscienza”.

Nello specifico, che cosa siete stati in grado di monitorare?

“Nello specifico, mentre nello stato di minima coscienza, ma non in quello vegetativo, il paziente mostrava un selettivo reclutamento della circonvoluzione angolare sinistra quando ascoltava la lettura “nativa” paragonata all’ascolto al contrario dello stesso stimolo. Per di più, il paziente mostrava una maggiore reazione nella rete cerebrale correlata al linguaggio e una maggiore disattivazione nella connettività funzionale intrinseca seguendo la progressione verso uno stato di minima coscienza. Quindi le nostre ricerche dimostrano che è possibile distinguere i due stadi”.

Quale apporto danno questi risultati al settore?

“Si consideri che in questi casi nelle diagnosi si ha un margine d’errore che arriva al 47-48 per cento, a testimonianza di quanto sia difficile riconoscere le differenze fra i due stati clinici. Il fatto che la valutazione longitudinale delle risposte cerebrali a stimoli passivi possa contribuite alla definizione di questi due stati è molto importante”.

Anna Dainelli

 

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Commenti

  • Gentilissimi, sono onorato di aver ricevuto al vostra attenzione.
    Vi ringrazio molto e vi porgo i miei più cordiali saluti

    Francesco Tomaiuolo

    Francesco Tomaiuolo 27/06/2016 16:15 Rispondi

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