“La stagione balneare in Puglia dura tutto l’anno. Continuare ad alimentare confusione su questa caratteristica del governo del territorio, danneggia la Puglia e i pugliesi”.
Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Bilancio e al Demanio e Patrimonio, Raffaele Piemontese, correggendo le informazioni diffuse in un comunicato stampa dal vicepresidente del Consiglio regionale Giandiego Gatta.
“Come abbiamo sottolineato il 21 aprile scorso, dopo il confronto con Capitanerie di porto, Enti Parco, imprenditori balneari, associazioni ambientaliste e rappresentative delle persone con disabilità – ha continuato Piemontese – la nuova ordinanza balneare indica per l’intero anno solare il periodo durante cui possono essere utilizzate le strutture balneari, al fine di favorire la destagionalizzazione delle attività accessorie”.
Altra questione è il periodo dell’anno in cui, per disposizione legislativa, deve essere assicurato un controllo rafforzato sulla qualità dell’acqua di mare attraverso l’esecuzione di un apposito monitoraggio: è questo che si svolge dal 1° maggio al 30 settembre, attesa la specificità del periodo stesso, caratterizzato da alte temperature dell’acqua e un più alto numero di bagnanti.
In occasione della riunione di un mese e mezzo fa, il dirigente ambientale di ARPA Puglia, Nicola Ungaro, chiarì che il mare pugliese è comunque controllato tutto l’anno, in quanto oggetto di un monitoraggio ambientale dei corpi idrici marino-costieri a più vasta scala. I controlli delle acque di balneazione, concentrati solo nei mesi centrali dell’anno, rispondono a specifiche esigenze di prevenzione del rischio sanitario associato alla presenza di contaminazione microbiologica, e quindi sono realizzati nelle zone e nel periodo in cui sono maggiormente frequentate le spiagge e le loro acque.
“Nella valutazione dell’interesse generale tra costi e benefici – ha ricordato l’assessore – è prevalsa la scelta fatta del ‘partenariato’, quella cioè di attenersi al periodo obbligatorio prefissato dalla normativa, senza prevedere ampliamenti temporali, in relazione appunto ai maggiori costi di monitoraggio, alla forte realistica riduzione della presenza turistica in mare e, dunque, del rischio sanitario, e alla circostanza che l’ARPA comunque già assicura il controllo in via ordinaria per il resto dell’anno”.
La chiusura di alcuni tratti di costa alta per motivi di sicurezza e la rimozione delle strutture balneari a fine stagione per ragioni di tutela paesaggistica, sono questioni di tutt’altra natura rispetto a quelle su cui ha effetti l’Ordinanza regionale che si occupa degli aspetti demaniali marittimi e di disciplina del suo utilizzo ai fini turistico-ricreativi.
Tuttavia, in merito alla questione della rimozione delle strutture balneari a fine stagione, si precisa che la Regione Puglia, con la Legge n.17/2015, ha disposto che le stesse possono essere mantenute per l’intero anno solare.
L’ordine di rimozione è disposto, invece, dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici nell’ambito delle proprie competenze di tutela.
Al riguardo, la Regione sta promuovendo incontri tecnici finalizzati alla ricerca di una soluzione definitiva alla predetta problematica.
“Agli inizi di una stagione che si annuncia promettente – ha concluso Piemontese – sarebbe bene mantenere al riparo dalle polemiche politiche il patrimonio di una costa che, nelle analisi internazionali, risulta tra le più ambite d’Italia, anche grazie all’attenzione di chi opera alla regolazione del sistema attraverso provvedimenti amministrativi congruenti agli obiettivi strategici dettati dall’organo politico”. (Com)