Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri
mi corre l’obbligo di far subito risaltare qualche dato iscritto nel bilancio di previsione 2016/2018: a fronte di residui passivi di euro 68.133.758, si sono pagati euro 51.465.830, con un differenza di debiti non onorati di 16.667.928. Ma questo non è solo un indebitamento crescente, vuol dire che non si pagano i fornitori, con conseguente discredito dell’amministrazione ed aumento conseguente dei costi delle prestazioni rese al Comune. Ma, soprattutto, occorre dire che sono aleatori e poco credibili gli aumenti previsti in entrata 2016 di circa 400.000 euro, alla voce pubblicità; di circa 400.000 euro per addizionale irpef; dei proventi contravvenzionali, che dovrebbero passare da euro 785.000, dell’assestato 2015, alla previsione del 2016 di 2.580.000 euro del 2016, per un incremento di ben 1.795.000 euro, e non vi aggiungo altre aleatorietà che non depongono bene sulla serietà di tutto l’impianto.
Inoltre, la legge 296/06 richiama gli Enti Locali, assoggettati al Patto di stabilità nel 2015, perché assicurino il contenimento delle spese di personale rispetto al valore medio del triennio 2011/2013, “assicurando così la riduzione dell’incidenza percentuale delle spese per detto personale”. Orbene, il Comune di Manfredonia ha speso mediamente per il proprio personale, nel triennio 2011/2013, la cifra di 7.709.982 euro e prevede di spendere per la stessa voce, nel 2016, la somma di 7.705.788 euro, cioè ha fatto una sforbiciatina risibile di appena 4.194 euro, elevando addirittura la spesa dello scorso anno di 466.030 euro. Cioè si è comportiamo come chi è pieno di debiti ma non ha nessuno intenzione di cambiare il proprio stile di vita. Costi quel che costi.
L’Organo di Revisione, insediatosi davvero da poco, ha espresso parere favorevole alla proposta di Bilancio di Previsione per gli esercizi 2016/2018 e dei documenti contabili ad esso allegati, né poteva essere diversamente visto che il bilancio previsionale è una sorta di quaderno delle buone intenzioni e, dunque, di solito chi lo stende si mostra con l’abito buono, per esporre il meglio di sé; perciò gioiamo con gli esimi componenti dell’Organo di controllo sul presente e sul futuro della gestione dell’Ente Locale.
Ma l’Organo di controllo non si limita solo ad approvare il Bilancio previsionale a loro presentato, perché vi aggiunge qualche altra parolina, per farci capire che non tutto è rose e fiori e che bisogna guardare all’indietro per procedere con certezza avanti, senza cadere nei vizi in cui si è già incorsi nel passato. Perciò esso invita “il Consiglio comunale e la Giunta a tener presenti le osservazioni formulate nell’ambito della presente relazione, al fine di assicurare l’attendibilità delle impostazioni adottate e migliorare l’efficienza, la produttività e l’economicità della gestione dell’Ente” locale.
Perciò l’Organo di revisione fa delle raccomandazioni e, nel farlo, diventa sempre più chiaro ed esplicito. Si comporta come quei professori che non vogliono scoraggiare l’alunno, ed i poveri genitori che l’accompagnano, così dicono che, se studia, il ragazzo ce la può fare. Non è stupido, però è un po’ discolo, ama fare le marachelle e mal sopporta le regole, meno che meno ama studiare.
L’Organo di Controllo non vuole stroncare subito il suo alunno dicendogli “se continui così ti boccio”. Allo stesso modo, l’Organo di Revisione raccomanda all’Ente comunale “l’adozione di un sistema di costante monitoraggio dei trasferimenti erariali effettivamente spettanti, sulla base delle comunicazioni che verranno di volta in volta rese dal Ministero dell’Interno ed a provvedere, se del caso, ad effettuare con la massima tempestività le necessarie variazioni di bilancio; che gli impegni di spesa, a fronte di trasferimenti regionali vengano assunti solo dopo la formale comunicazione dell’avvenuta comunicazione del finanziamento; che, a livello del Piano esecutivo di gestione (Peg), le spese conseguenti a trasferimenti con vincoli di destinazione vengano tenute opportunamente distinte dalle altre previsioni di spesa”.
L’Organo di revisione fa l’educatore, ma si fida poco dell’ascolto del ragazzo, così va via via rincarando la dose e dice con una certa veemenza, rispetto alla vecchia abitudine di ricorrere ad anticipazione di Tesoreria: “A tal uopo l’Organo di revisione reitera l’invito all’Ente, già espresso in sede di relazione al rendiconto per l’esercizio 2015, a porre in essere tutte le azioni necessarie a ridurre tale anticipazione nella consapevolezza che ciò costituisce un parametro di deficitarietà strutturale”. Sicuramente occorre ricordare anche all’Ente comunale, ormai in cronica sofferenza, che le anticipazioni di tesoreria non sono prestiti a lungo termine, debbono essere circoscritti e da restituire a breve, in ogni caso debbono concludersi entro e non oltre il 31 dicembre di ogni anno.
Poi, una volta definite queste questioni di base, l’Organo di Revisione diventa più pressante, per far capire con chiarezza che l’Ente deve mettere la testa a posto ed imboccare la retta via e, con ripetute interiezioni verbali, gli fa capire tutti gli sbagli verificatisi nel passato, attestando:
- “che l’Ente, non ha emanato l’atto d’indirizzo”, che indica i criteri e le modalità per dar corso al principio di riduzione dei costi del personale delle Aziende speciali, delle istituzioni e delle Società a partecipazione pubblica locale, in disapplicazione dell’art. 18, comma 2 bis del DL n. 112/08;
- “che l’Ente, non ha ottemperato all’obbligo di coordinare le loro politiche assunzionali”, in disapplicazione dell’art. 3 DL n. 90/14;
- “che l’Ente non ha implementato il controllo analogo”;
- “che ai sensi dell’art 243 del Tuel, il contratto di servizio fra Ente locale e le Società controllate… dovrà contenere, in caso si verifichino condizioni di deficiarietà strutturale, clausole che prevedono la riduzione delle spese di personale delle stesse società” controllate;
- che l’art. 40 del Tuel prevede il parere di regolarità contabile del Responsabile di ragioneria su tutti gli atti che comportano riflessi diretti ed indiretti sulla situazione economico-patrimoniale dell’Ente locale, compresi quelli relativi agli Organismi partecipati;
“CHE L’ENTE NON SI È DOTATO DI APPOSITI STRUMENTI, ADEGUATI A GARANTIRE LA CORRETTA EFFETTUAZIONE:
- del controllo di gestione
- della valutazione e del controllo strategico, previsto per legge
- del controllo degli Organi partecipati esterni
- del controllo di qualità dei servizi erogati.
Insomma, alla luce di quanto scritto dall’Organo di Revisione dei Conti, il Comune si deve curare, se non vuole rischiare di finir male, ovverosia tutto è da tenere sotto stretto controllo, pertanto l’Organo invita l’Ente locale a:
- monitorare mensilmente le entrate, sia di cassa che di competenza, in particolare quelle tributarie;
- verificare periodicamente gli incassi dei residui attivi ed adottare ogni provvedimento finalizzato alla loro immediata riscossione anche mediante atti legali di recupero coattivo;
- controllare costantemente i trasferimenti erariali effettivamente spettanti;
- assumere gli impegni di spesa a fronte di trasferimenti regionali solo dopo la formale comunicazione dell’avvenuta concessione del finanziamento;
- attuare immediatamente un piano di verifiche e controlli periodici delle attività svolte dalle società partecipate;
- verificare i risultati economici conseguiti e le conseguenze che gli stessi possono avere sul bilancio dell’Ente.
Questa è una vera e propria cura da cavallo, mirante a proibire che il morbo s’impadronisca completamente della gestione amministrativa del nostro Comune, perciò ci corre l’obbligo di ringraziarli e, chiudendo il mio intervento con la metafora con cui ho iniziato, speriamo tutti che l’alunno segua i consigli del precettore e, dopo un lungo periodo di genio e sregolatezza, decida finalmente d’imboccare la giusta via, salvando se stesso e Manfredonia da una sferzata che si preannuncia alquanto avversa.
Prof. Italo Magno
Consigliere Comunale di
MANFREDONIA NUOVA
Buongiorno.
Se si permettesse alle aziende di porre in essere la normativa del 2012 che prevede un piano obbligatorio dell’estinzione debito aziendale indicativamente del 60%, probabilmente ci sarebbe una conseguenza “positiva” a livello economico nel settore pubblico-comunale…Se ci fosse onestà e razionalità “nelle entrate private con fonte statale”, ci sarebbero delle conseguenze di risanamento
della situazione debitoria, portando ad una “conversione” del sentimento personale di alcuni, che dato lo stato di abbandono razionale, tendono o a trattenere i fondi (come dar torto…) o a “nasconderli” fino al conseguimento effettivo del fine economico predisposto…
Si può non creare “il debito”, se si vuole…ma occorre che siano tutelati tutti…
Comunque, è solo un’opinione…
Che sia fatta la Sua volontà…
Ricordo la fede in Gesù Cristo figlio di Dio e in Dio…
10 comandamenti, attenzione alla povertà, leggi civili con principi costituzionali (interessante ricercare il principio morale alla base)…
Grazie per l’ attenzione…
Domenico Pio La Forgia.
P.S.
Un ringraziamento a tutti coloro che, rischiando anche nel personale, cercano, nel possibile, di rendere l’ andamento cittadino,
il più legittimo e anche morale possibile (moralità come fonte essenziale del comportamento umano, anche nella libertà di decisione e nella tecnicità imposta)…