Mercoledì 13 Novembre 2024

IN MANO A CHI SIAMO?

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“Città aperta! Al centro il cittadino! Amministrazione trasparente!” Così risuonano i megafoni dei politicanti di turno. In mancanza di un centro raccolta di proteste, denunce, illegalità, prepotenze e arroganze che i cittadini subiscono da parte della Pubblica Amministrazione, non si può far altro che riportare la propria esperienza; più ho a che fare con la P.A. e più mi rendo conto che gli atti prodotti, spesso, non rispettano le regole di procedure previste dalle leggi vigenti e a fronte di questo, i responsabili mostrano ferma opposizione a riconoscere e correggere errori commessi. A chi vorrebbe per questo reagire viene declamato il solito ritornello: “Chi te lo fa fare!”. Quindi, o si rinuncia e si lascia spazio a tali soggetti, o, calpestando i diritti e affermando i favori si fa parte del popolo gregge, o si diventa il “Masaniello” di turno. Non ci sono più i Co.Re.Co. per controllare l’azione amministrativa, non c’è più il Difensore Civico a difesa del cittadino, e i partiti, che una volta, almeno quelli di opposizione, rendevano la cittadinanza partecipe della vita politica e sociale della città, hanno perduto tale funzione, perché il “trasversalismo” impera. Allora la legalità da chi deve essere garantita? Quando si tratta d’interesse diretto e privato, il libero cittadino o rinuncia o si difende nelle aule giudiziarie, ma quando si tratta di opere pubbliche, non dovrebbe essere l’Amministrazione Pubblica a garantire legalità e trasparenza nell’azione amministrativa? Sin da maggio 2015, con ben sette richieste regolarmente protocollate, abbiamo chiesto al Comune di Manfredonia l’accesso ad alcuni documenti del PIRP realizzati in seguito all’Accordo di Programma (D.P.G.R. n. 296/17.03.2010). Poiché Delibere Comunali, riportate sul Web, facevano riferimento a documenti pubblici, non pubblicati, abbiamo chiesto l’accesso agli atti per avere completa e chiara conoscenza dell’azione amministrativa in merito e dell’utilizzo di risorse pubbliche: si tratta di opera pubblica e di denaro pubblico. Quale interesse dovrebbe avere la P.A. a impedire la completa conoscenza dei documenti in questione se realizzati nel rispetto di leggi, regolamenti e procedure? L’accesso è stato negato più volte e con diverse motivazioni: dal Dirigente del 7° Settore, al quale è stata indirizzata la richiesta iniziale, dal Segretario Comunale, soggetto istituzionale a garanzia della legalità, dal Responsabile garante della regolare applicazione delle norme sulla Trasparenza. Le nostre richieste di accesso agli atti sono state sempre inviate anche al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale per consegna delle stesse ai Capi Gruppo Consiliari. Conclusione: la parte tecnica ha negato l’accesso, la parte politica, tacendo, ha consentito e condiviso. Quindi Sindaco e massime autorità comunali, coinvolte in quanto è accaduto, hanno avuto uniformità di comportamento. Che cosa pensare delle opposizioni politiche, qualora fossero state realmente informate? Perché? Incompetenti? Convinti della bontà, logica e legalità delle loro risposte o della necessità di impedire la conoscenza degli atti ai quali era chiesto l’accesso? A noi, ignoranti e sprovveduti, veniva elargito e perfino esplicitato il consiglio di presentare ricorso al TAR di Bari, contro le loro decisioni. Invece di scomodare il TAR di Bari abbiamo inviato tutta la documentazione alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che, in trenta giorni, ha esaminato la documentazione e ha accolto il ricorso contro il Comune di Manfredonia affermando: “Il diritto del ricorrente all’accesso de quo si configura quale accesso del cittadino – residente. Tale accesso agli atti degli enti locali… è equiparabile all’attivazione di una azione popolare finalizzata ad una più efficace e diretta partecipazione del cittadino all’attività amministrativa dell’ente locale e alla realizzazione di un più immanente controllo sulla legalità dell’azione amministrativa”. Naturalmente questa non è ancora la conclusione della vicenda. Se questa vicenda, che, a mio parere, ha messo in evidenza un problema serio “La gestione politica e amministrativa del Comune di Manfredonia”, non insegna niente al cittadino, e non solo a questi, e non scuote la coscienza di chi vuole affermare libertà, democrazia, legalità e lottare per il bene comune, allora significa che dobbiamo sempre lasciar fare, ma per coerenza evitiamo l’ipocrisia e smettiamo di lamentarci sempre.

Dott. Pasquale Rinaldi

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Commenti

  • Tutto vero…. negli armadi del comune non ci sono solo faldoni di carte…. ma tanti scheletri.
    Li sopra la trasparenza amministrativa la si applica solo agli amici ed agli amici degli amici che però devono bussare coi piedi…..
    Certi impiegati “pubblici” e non solo sono più avvezzi a gestire gli interessi privati, in quanto….. riconoscenti.

    poli 23/05/2016 12:28 Rispondi

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