Mercoledì 20 Novembre 2024

“Marco Cavallo”: il blu che abbatte gli schemi

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I mali sociali del terzo millennio, riconducibili al modo di vivere e di lavorare, spesso sono associati ai nuovi mezzi di comunicazione elettronica. E’ vero essi, abbattendo i limiti spazio-temporali, consentono una comunicazione in tempo reale, aumentando le potenzialità e le reti allacciate nel mondo del lavoro. Ma la vita relazionale sperimentata nei social network non sempre giova gli internauti. Gli adolescenti e non solo, attratti dalla comunicazione mediata dagli smartphone, sperimentano nuovi Sé nelle realtà virtuali, giocando con nickname e “profili” non sempre ben identificabili. Ciò provoca un senso di smarrimento che potrebbe condurli nelle trappole del cyber-bullismo, della pornografia, provocando i cosiddetti disturbi “borderline” o disturbo antisociale della personalità. Ciò accade abusando anziché sfruttando le possibilità fornite dal cyberspazio. Sommando i mali del nuovo secolo a quelli provocati dalla crisi decennale connessi alla perdita del lavoro, alla precarizzazione delle condizioni lavorative e alla frammentazione sociale si ottiene un mix di disagi complessi che mettono a dura prova le Istituzioni socio-sanitarie. Da circa dieci anni il Centro Diurno “Alda Merini” di Manfredonia si occupa dei “nuovi” e “vecchi” disagi per alleviare i familiari e promuovere l’empowerment degli utenti con disagio psichico, potenziando le loro abilità attraverso laboratori artistici, culturali e sportivi e attività inclusive come l’orto-terapia. Per realizzare una piena inclusione sociale e lavorativa occorrerebbe una ventata di cambiamento, rompendo i vecchi schemi. Nasce, così, a distanza di quarant’anni da “quello triestino”, il “Marco Cavallo” del Centro Diurno di Manfredonia che verrà presentato alla cittadinanza il 25 maggio. Il simbolo del cavallo, dal vivido color blu, realizzato in cartapesta dagli utenti e dai volontari dell’Associazione “Psychè”, in collaborazione con l’Associazione “Progetti Futuri”, spacca il muro degli schemi e dei preconcetti per librare la voglia di libertà e di riscatto dalla stoltezza e malignità dell’uomo “normale”. Per anni sono stati rinchiusi nelle strutture manicomiali coloro che soffrivano per aver perso un proprio caro o il lavoro o semplicemente perché troppo sensibili o un po’ tristi. Nel convegno d’inaugurazione del “Marco Cavallo” di Manfredonia si affronteranno molti argomenti: dalla legge Basaglia n. 180/1978 (chiusura dei manicomi), al decreto legge 211/2011 che ha portato a compimento nel marzo 2015 la chiusura degli OPG, Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Si parlerà della proposta in Parlamento della Legge 2233 dell’on. Ezio Casati con il fine di migliorare i Servizi di salute mentale nel territorio e unire nel “fare-assieme” operatori e UFE (utenti-familiari-esperti) già diventata un importante realtà nei Centri di Trento. Interverrà la presidente della “Conferenza Basaglia”, Giovanna Del Giudice autrice del libro … e tu slegalo subito, propulsore del nuovo movimento culturale contro tutte le forme di “contenzione”. Con la chiusura degli OPG, i disagiati psichici verranno presi in carico in base al grado di malattia dai Servizi territoriali di comunità e quelli più gravi dai REMS ovvero “Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria”. I movimenti “No alla contenzione” non accettano queste nuove strutture che potrebbero mascherare nuove forme di sistemi manicomiali. Al Convegno parteciperà una rappresentanza del Centro sperimentale “Marco Cavallo” di Latiano (BR) che esporrà la propria esperienza dell’Agire collettivo messo in atto dai SEPE (Soci Esperti per Esperienza) dell’ Associazione“80amici Puglia”, grazie ad un Progetto finanziato dalla Regione Puglia. Umberto Eco, in un articolo pubblicato nel 1976, in riferimento al “Marco Cavallo” che ruppe le mura del manicomio di Trieste, pose l’accento dicendo: “Ma chi sono i “matti”, se non i “sani”?”. L’epilogo di Eco ci fa riflettere sui temi del nostro secolo che provocano turbamento e atteggiamenti di stigma legati al diverso, allo straniero, al disagiato mentale, al migrante e all’omosessuale. Per combattere queste paure occorre una maggiore conoscenza delle questioni sociali, attraverso opportune campagne informative. La consapevolezza che il “diverso” è l’immagine speculare dell’IO che appartiene al NOI collettivo ci arricchisce di valori culturali e sociali.

Grazia Amoruso

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Commenti

  • gli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari)cioè un pò carcere e un pò manicomio non sono stati ancora tutti chiusi, a me risultano almeno tre ancora funzionanti, perchè mancano le strutture alternative REMS (residenze terapeutiche per l’esecuzione delle misure di sicurezza) ma non solo in alcuni casi vedi Lombardia invece di accogliere in ogni struttura al massimo 20 persone, come previsto,ne hanno inserite 160, così siamo sulla strada (buona ?) per riportare marco cavallo dietro le sbarre del manicomio.

    marco cavallo 22/05/2016 12:38 Rispondi

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