Il 19 maggio sono stati presentati i primi risultati dello studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione di Manfredonia. L’incontro si è tenuto nella sala Consiliare del Comune di Manfredonia. Il resoconto dello “studio” è stato condotto dai ricercatori del CNR per sondare lo “stato di salute della popolazione di Manfredonia” a distanza di quarant’anni dal grave incidente avvenuto nel’76 nella fabbrica ANIC (ex Enichem). Lo Studio epidemiologico è stato avviato a seguito del protocollo firmato tra Comune di Manfredonia, Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e ASL di Foggia, ed approvato dal Comitato etico dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia. Il progetto è stato presentato alla cittadinanza il 6 febbraio 2015 e a distanza di poco più di un anno la commissione scientifica del CNR presenta i primi risultati del progetto. Consiste nella valutazione dello stato di salute della popolazione attraverso un’analisi della mortalità dal 1970 al 2013 e un’analisi, per coorte di nascita, dei deceduti per tumore al polmone. Le analisi sulla mortalità sono basate sui dati ISTAT. Le analisi concernono tutta la popolazione residente, suddivisa in periodi, sesso e causa. Per ogni periodo, si sono scelti come popolazioni con cui fare confronti, la regione Puglia (1970-2013) e la provincia di Foggia (1980-2013). Il dott. Emilio Gianicolo del CNR ha coordinato i lavori e aggiornato sullo studio di coorte dei lavoratori esposti all’arsenico e ai suoi composti. A causa del tragico incidente del ‘76 si riversarono inquinanti per un quantitativo compreso tra 10 e 30 tonnellate, interessando anche la zona abitata, distante circa 2 chilometri dallo stabilimento. Il ricercatore ha illustrato il report, evidenziando che al 31.03.2016 su un totale di 1467 lavoratori, 1044 sono quelli in vita, 291 i deceduti, 66 gli emigrati, 37 i mancati riscontri e 66 non sono rintracciabili. Il mese prossimo si invieranno delle comunicazioni all’Asl di Foggia per definire il quadro clinico di 124 lavoratori morti di cui non si conoscono le cause del decesso. Successivamente il dott. Marco Cervino e la dott.ssa Cristina Mangia hanno riferito sull’avanzamento dello studio di esposizione ambientale. Infine la dott.ssa Vigotti, responsabile dello Studio epidemiologico, ha presentato i primi risultati della valutazione dello stato di salute della popolazione. Riassumendo è emerso dai dati statistici analizzati ed esposti che: la mortalità per tumore al polmone, patologia associata ad esposizione ad arsenico, è in crescita negli uomini della classe d’età compresa tra 15-59 anni, passando da circa un decesso annuo in meno negli anni settanta rispetto alla media regionale a 2 decessi annui in più nell’ultimo periodo 2006-2011 (3 in più se ci riferiamo alla provincia di Foggia). Tra le donne la mortalità per tumore polmonare è sempre superiore alla media regionale e mostra due decessi annui in più nel biennio 2012-2013. La mortalità per tumore polmonare, di speciale interesse considerata l’esposizione ad arsenico della popolazione, mostra un eccesso sulla media regionale e, in particolare, provinciale, a partire dagli anni’ 2000. Dai dati dell’indagine epidemiologica emergono i danni incontrovertibili che la popolazione di Manfredonia ha subìto sulla propria pelle a seguito di quell’incidente. Dopo l’esposizione dei risultati dello Studio, si sono susseguiti diversi interventi. Le parole della prof.ssa Rosa Porcu, componente del coordinamento cittadino del progetto salute, del consulente sig. Paparella e del sig. Tomaiuolo, imprenditore agricolo, hanno smosso gli animi e le coscienze, facendo emergere la ferita aperta e non ancora cicatrizzata ma anche la voglia di riscatto della popolazione che vuol guardare avanti, imparando dagli errori del passato (Enichem e “contratto d’area”) per costruire un futuro più prospero per le nuove generazioni, salvaguardando l’ambiente del nostro territorio. Inoltre sono stati ribaditi i NO alla costruzione dell’impianto Energas e a qualsiasi insediamento industriale impattante sull’ambiente. Infine il Sindaco ha cercato di placare gli animi che si stavano accendendo sulla questione “bonifica”, ricordando che il Comune è incluso tra i “siti di bonifica di interesse nazionale” e per questo l’ISPRA e l’ARPA, enti deputati alla ricerca, prevenzione e protezione ambientale, se ne stanno occupando. Certo è che, nonostante la presenza di questi Enti, le aziende del “contratto d’area” come la “Manfredonia Vetro” hanno sempre continuato ad inquinare, riversando gli scarti del processo di lavorazione e produzione direttamente a mare. Ciò che si dovrebbe denunciare a gran voce è: perché non si effettuano i dovuti controlli? Gli amministratori pubblici hanno dormito in questi ultimi vent’anni? Perché sono falliti i “contratti d’area”? (sono mancati i controlli amministrativi, legali, procedurali ecc ecc).
Grazia Amoruso
Riprese e foto a cura di Saverio Papicchio
Manca il dato relativo la mortalità, inferiore rispetto al resto della regione