Rosa Barone M5S: “il Ctr ha grandi responsabilità e deve tener conto del diniego che stanno mostrando i cittadini di Manfredonia”
Arriva dopo mesi la risposta all’interrogazione del M5S, dopo la dura posizione che i consiglieri pentastellati hanno intrapreso nei confronti del deposito Gpl da 60.000.000 di litri della società Energas (con partecipata Q8), che dovrebbe sorgere a sud di Manfredonia in provincia di Foggia, finalizzata ad ottenere la non concessione del nullaosta all’insediamento dell’impianto, secondo quelli che sono gli art 16 e 17 della direttiva europea Seveso III.
Trattasi di un deposito costiero di GPL, il cui progetto prevede degli annessi gasdotti interrati di collegamento al terminale marittimo sito al porto industriale di Manfredonia, di lunghezza pari a 10 chilometri (5 chilometri su terraferma e 5 chilometri su parte sottomarina) e raccordo ferroviario di circa 1,5 chilometri con la vicina stazione delle FS di Frattarolo.
Nelle scorse settimane è giunta la risposta degli Assessori all’Ambiente e all’Urbanistica, Santorsola e Curcuruto.
In merito le dichiarazioni della consigliera del M5s Rosa Barone:
“La risposta dell’Assessore Santorsola tocca due temi, quello ambientale e quello della sicurezza.
Per quanto riguarda il tema ambientale, l’Assessore si limita a ricordare che la regione ha
interloquito nell’ambito della procedura V.I.A. nazionale con il parere reso dalla commissione
regionale V.I.A. approvato con DGR 1361 del 05/06/2015 in cui, preso atto di un consolidato
giudicato amministrativo in materia, veniva espresso parere favorevole ma con prescrizioni.
Al riguardo, si può osservare che il decreto V.I.A. del MATTM, contenente parere favorevole con prescrizioni, recante n. 295 del 22/12/2015, ha recepito in pieno tutte le prescrizioni contenute nel parere V.I.A. regionale e ha nominato la regione Puglia autorità vigilante.
In ordine al profilo della sicurezza, l’Assessore si limita a ricordare che la procedura è di
competenza del C.T.R., organo che dipende dal Ministero dell’Interno (art. 6 d.lgs. 105/2015), e che la procedura, essendo iniziata prima dell’entrata in vigore del d.lgs. 105/2015, a norma dell’art. 32 comma 1 d.lgs. 105/2015, deve concludersi entro un anno dalla data di entrata in vigore della normativa, ossia al 29/07/2016.
Ricordo però a Santorsola, che le istituzioni partecipano a vario titolo al C.T.R. con propri delegati. L’art. 10 d.lgs. 105/2015, per quanto riguarda la regione, prevede la partecipazione obbligatoria di: un rappresentante per la regione (ing. Perrone), due rappresentanti dell’A.R.P.A. (ing. Altieri e ing. Landinetti), un rappresentante dell’A.S.L. territorialmente competente (dott. Curiale) (art. 10 comma 1 lett. f, g e i).
In questo modo è chiarito quindi che la regione può incidere sulle proprie aziende o agenzie regionali, nel CTR, affinchè esprima un parere di diniego al nullaosta, accertato per altro anche il diniego dei cittadini ed essendo di fondamentale importanza la consultazione popolare ai fini del rilascio del nullaosta, consultazione già espressa a mio avviso, mediante raccolta firme della cittadinanza per dire no all’impianto e di cui il CTR dovrà prenderne atto”
prosegue Barone:
“Decisamente più articolata è la risposta dell’Assessore Curcuruto. La stessa trasmette la
documentazione che è stata trasmessa al MISE per rappresentare il parere negativo della regione Puglia all’intervento.
Il parere della regione si articola, in sostanza, in due parti: parte paesaggistica e urbanistica e parte ambientale.
Per quanto riguarda la parte urbanistica e paesaggistica, viene rilevato che il progetto non
interferisce con la normativa locale per quanto riguarda il deposito, mentre, per quanto riguarda il gasdotto e il raccordo ferroviario, l’intervento necessita di accertamento di compatibilità paesistica.
In ordine al profilo ambientale, viene fatta rilevare la contrarietà del progetto al programma
comunitario Rete Natura 2000 – Direttiva Habitat 92/43 sotto diversi profili:
- A) lo stabilimento insiste in area diversa da quella oggetto del patto d’area del comune di
Manfredonia, dal momento che si trova a sud e non a nord dell’asse viario S.S. 89 in zona DI49 e non in zona DI46. Questo vuol dire che le misure compensative adottate dal comune di Manfredonia riguardano altri interventi già realizzati in aree diverse e che l’installazione del deposito ENERGAS, non seguito da altre e diverse misure compensative, viola la direttiva Habitat;
- B) la realizzazione dello stabilimento viola, altresì, il piano di gestione sulle aree di Rete Natura 2000 (DGR 10/02/2010 n. 346) agli artt. 12 e 18;
- C) lo stabilimento viola anche il decreto MATTM 17/10/2007 recepito nel regolamento regionale 22/12/2008 n. 28;
- D) il terminale costiero di arrivo del gasdotto viola il piano di gestione (DGR 10/02/2010 n. 346);
- E) nella zona costiera di arrivo del gasdotto è in corso il progetto Life + Natura e Biodoversità n.Life 09 NAT/IT/0000150.”
Continua pertanto il lavoro di tutto il M5s, contraria anche la posizione dei consiglieri comunali Gianni Fiore e Massimiliano Ritucci:
“A tutti i livelli, sia comunali che regionali e parlamentari, continua la battaglia contro l’impianto Energas da parte del Movimento Cinque Stelle e dei suoi portavoce” proseguono gli stessi: “non arretreremo di un millimetro e speriamo che lo stesso facciano i manfredoniani, ai quali con mezzi “ruffiani” si tenta di attirare il consenso verso la realizzazione dell’impianto.
E’ notizia di pochi giorni fa, che l’azienda ENERGAS sarebbe interessata ad una maxi-sponsorizzazione del Manfredonia Calcio, il tutto sembra fatto apposta per acquisire gradimento tra i manfredoniani” concludono i consiglieri del M5S: “ma la vita e la salute delle persone valgono di più di questi mezzi di compravendita del consenso”.
Risposta Energas – Assessorato Pianificazione territoriale
Risposta interrogazione ENERGAS- ASSESORATO AMBIENTE (1)
Il mio misero appoggio,rispetto a tutte le vostre iniziative e decisioni,e’ nullo!
Ciononostante,confido nella mamma mia,Maria SS.ma.Fiat!
vincenzodott,nulla e niente.